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“Mi mancano ste nottate di attesa….. e mi manca di più quando il vulcano ne faceva uno ogni sei ore e tu imprecavi e PREGAVI che la finisse”. Mi hanno colpito molto queste poche e semplici parole, scritte ieri su feisbuc dal mio giovane amico e bravissimo videomaker Klaus Dorschfeldt per accompagnare la riproposizione di un coinvolgente video, artigianale ma assai spettacolare, dall’emblematico titolo “Etna. Paroxism 16/11/13”. Mi hanno colpito perché esprimono in modo chiaro e incisivo un sentire diffusissimo tra il popolo degli innamorati di ogni età del vulcano Patrimonio dell’Umanità: l’attesa di una nuova attività parossistica, spettacolare ed emozionante da vivere e raccontare attraverso le immagini (foto e video), che si fa sempre più intensa e quasi spasmodica con il possibile e probabile avvicinarsi dell’evento, del fatidico annuncio: “scassau a Muntagna”. Attesa,  strana e difficile da comprendere per chi non vive alle pendici di un vulcano attivo, che in questi giorni è di grande attualità e di nuovo febbrile, dopo i segnali di risveglio della Muntagna. A Klaus, uno di quelli che queste attese le vive come tanti altri amici in modo intensissimo e molto personale –  “snervante” come lui sottolinea – abbiamo chiesto di raccontarle e interpretarle a suo modo per il Vulcanico come testimonianza di un sentire collettivo che, per un palermitano come me che ha il privilegio infinito di vivere sull’Etna da 20 anni, continua a risultare estremamente affascinante e unico. Ecco la sua riflessione, con le belle immagini del parossismo dell’Etna del 16 novembre 2013 (Gaetano Perricone).
 Klaus PRIMO PIANO
di Klaus Dorschfeldt
 
L’elettrizzante piacere dell’attesa di una nuova attività parossistica sull’Etna ? Quello ci manca da parecchio tempo. Vedere una piccola attività, capire tramite i segnali che tutto sta per evolvere, rincorrere i minuti che diventano ore, giorni, per poi ammirare l’apice di tutto. Io credo che l’attesa di un’attività ci manchi davvero, specialmente dopo così tanto tempo.
E’ giusto però sottolineare che c’è attesa e attesa; l’attesa di un’attività può essere di due tipi, quella febbrile e snervante – sicuramente poco comprensibile e un po’ strana agli occhi di chi non vide alle pendici di un vulcano attivo e soprattutto non ama l’Etna come lo amiamo noi –  e quella snervante estrema. La prima è quella che ti fa stare ore fermo ad aspettare che il vulcano compia la sua mossa; magari sei a quota relativamente bassa e hai la fortuna di avere anche la macchina vicino (che diventa un importante punto d’appoggio). E poi c’è l’attesa snervante estrema, quella delle quote alte, quella del vento e del gelo in faccia per ore, quella che ti fa pregare Dio affinché l’attività parta in fretta, per poter andare via da quell’inferno (che non è dato dall’attività).
Purtroppo, nei miei video, buona parte delle attese, rientrano nella prima categoria; merita davvero chi rientra nella seconda categoria e le immagini realizzate in quei casi, sono eloquenti e valgono più di mille parole. L’attesa si accomuna però in entrambi i casi in un sentimento di rifiuto quando, dopo tanto pregare che il vulcano torni in attività, quest’ultimo inizi ad avere attività costante e ripetuta nell’arco del giorno. Quello è l’unico caso in cui, dopo tanto sperare in qualche attività, speriamo che finisca tutto. Almeno io lo spero.
Etna – 16 Novembre 2013 – KdEtna   

Ancora una volta l’Etna dà spettacolo; questa volta, magnanimo, permette la visione di questo meraviglioso evento a tutta la Sicilia, complice il tempo sereno

Immagini e montaggio:
Klaus Dorschfeldt

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Klaus Dorshfeldt

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