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di Mattia Catalano

“I viaggi cambiano le persone”, così si dice. Perché fare un cammino di pellegrinaggio? Perché non una classica vacanza con gli amici in qualche isola movimentata del mediterraneo o della Spagna? Avevo bisogno di una svolta e per svoltare avevo bisogno di tempo per me.

La prima volta venni a conoscenza del Cammino di Santiago tramite un film intitolato “Il Cammino Per Santiago”. Ero un 16enne in piena adolescenza convinto di poter fare tutto, anche camminare per centinaia di km verso la tomba di San Giacomo Maggiore. Ma se oggi scrivo di questa esperienza è perchè quattro anni dopo, con coscienza e coraggio, ho deciso di intraprendere questo cammino per riscoprire me stesso e vi assicuro che sono riuscito nel mio intento e oggi riesco pure ad amare me stesso.

Ero tra i più giovani pellegrini presenti lungo la via francese per Santiago, ma non mi ero mai sentito così a mio agio con gente di tutte le età e di tutte le nazionalità del mondo come in quel momento. Non abbiate paura di essere giudicati ed essere etichettati come pazzi perché “chi te lo fa fare di camminare per 500 km verso una chiesa” o “vattene a mare e in discoteca che è estate”. Non ho intrapreso questo cammino per motivi religiosi e posso assicurarvi che molti, come me, lo hanno fatto per sé stessi e sono tornati a casa con un bagaglio di sicurezza e amor proprio sensazionale. Ogni km percorso permette di lasciarsi alle spalle grandi pesi e sofferenze che hanno un poco ostacolato il normale andamento della vita. Con tutto il cuore consiglio vivamente quest’esperienza a chi ha bisogno di liberarsi di grossi pesi. Non fatelo per moda, fatelo con amore e con coscienza e un pizzico di coraggio.

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Concludo citando la mia riflessione finale post Cammino: “Sono le ore 15:10 del 20 agosto 2017 e il mio Camino de Santiago è appena finito. Dopo 20 giorni e 450 km percorsi mi sento una persona nuova, che si è lasciata alle spalle, passo dopo passo, tutte le sofferenze passate. Non riesco a descrivere le emozioni che ho provato lungo il cammino, sono state troppo forti e le tengo per me tra i ricordi di questa esperienza unica. Volevo ringraziare il mio compagno di viaggio Gabriele D’Amico e tutte le persone conosciute durante il cammino che hanno lasciato dentro di me qualcosa di bello. Volevo ringraziare la natura, che con la sua varietà di suoni mi ha stregato e mi ha insegnato a saper ascoltare. Volevo ringraziare la mia compagna di vita, la musica, che mi ha accompagnato in alcuni momenti del cammino. Per una volta ringrazio anche me stesso per tutti i sacrifici fatti per realizzare questo viaggio, per essermi messo in gioco, per essermi finalmente ritrovato e per essermi sostenuto da solo col mio corpo, con la mia mente e col mio cuore per ogni singolo metro percorso e mi dico grazie anche per essere riuscito a raggiungere l’obiettivo. Mi trovo qui a Capo Finisterre, al km 0, luogo che simboleggia non solo la fine del cammino di Santiago ma anche la fine della terra. Questo è il luogo più significativo della mia esperienza da pellegrino. Qui nulla finisce, qua inizia il cammino più importante, quello della mia nuova vita…”

Buen Camino a tutti!

Guardate la splendida galleria di foto scattate da Mattia. Una documentazione emozionante

Mattia Catalano

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