di Gaetano Perricone
Oggi il Vulcanico torna a scrivere di pallone. Dopo tanti anni e, devo dire, a grande richiesta di un po’ di amici palermitani, che ricordano i miei (bellissimi) anni da cronista rosanero …
Torno a farlo, innanzitutto, per una ragione precisa: oggi, 1 novembre 2016, il mio Palermo, la mia squadra del cuore, compie … soltanto 116 anni, avendo ufficialmente cominciato la sua lunga storia il 1 novembre 1900. Trovo, dunque, quasi doveroso fare i più affettuosi auguri alla squadra rosanero, acciaccatissima ma pur sempre in Seria A, che costituisce un pezzetto significativo e in ogni caso divertente della mia vita personale e professionale.
L’altra ragione è che stamattina mi sono svegliato con l’idea … di scrivere la mia, sul blog che porta il mio nome e cognome, sul disgraziatissimo momento del Palermo, che non ha sicuramente nulla da festeggiare.
Come cronista sportivo, non occupandomi di calcio da anni, sarò pure molto … arrugginito e senza alcun dubbio molto meno al corrente delle segrete cose di casa rosanero, rispetto ai colleghi che seguono oggi da vicino la squadra. Ma da vecchio conoscitore del calcio e dei suoi personaggi, da ex … topo da spogliatoio che conosce perfettamente l’aria che su respira in certe situazioni e in certi momenti, qualcosa di non banalissimo mi sento in grado di scriverla, tra l’altro divertendomi molto, come sempre quando ho scritto del surreale mondo del pallone. E soprattutto con un amore antico e mai messo in discussione per i colori rosanero, nonostante tutto.
E allora voglio fare un ragionamento semplicissimo, per certi versi brutale, all’insegna del più assoluto pragmatismo. Parto da una premessa, che è una mia convinzione: per il Palermo le possibilità di salvarsi dalla retrocessione in Serie B sono già adesso ridotte al lumicino, per non dire nulle. Il calcio è fatto di numeri e i numeri rosanero sono quelli che sono: sei punti in undici partite giocate, penultimo posto in classifica, cinque sconfitte in casa su cinque partite, un ruolino di marcia che definire disastroso è … un eufemismo. Nelle restanti 27 partite, considerato che statisticamente la salvezza si conquista a 38-40 punti, la squadra dovrebbe cercare di fare almeno 32 punti, con un rendimento da medio-alta classifica assolutamente impensabile per quelli che sono i modestissimi, anche questo è un eufemismo, mezzi tecnici attuali del Palermo. Si può aggiungere, altro elemento di forte preoccupazione, che si può dire fin da ora che la salvezza, anzi il quartultimo posto utile per restare in serie A, salvo crolli improvvisi di altre squadre se lo giocheranno in quattro: con i rosanero, il Crotone che ha un punto in meno, Empoli e Pescara che ne hanno uno in più. Le altre possibili avversarie sono già piuttosto lontane, a 13 punti, ben sette in più del Palermo e con un organico decisamente più adeguato al massimo campionato.
Volevo dirlo e l’ho detto. Sperare è lecito, ma illudersi è sciocco, anche per i tifosi sfegatati …
Non so cosa abbia pensato stanotte il presidente Zamparini, l’odiatissimo (non da me, non mi è mai stato simpatico per i suoi atteggiamenti e basta … ) e imprevedibile friulano. Ho visto da qualche parte che ha parlato di buona gara e allora, considerati i suoi schizofrenici precedenti … vuol dire che l’allenatore De Zerbi ha davvero le ore contate !
Cambiare tecnico si deve, non ho dubbi in proposito. La scossa va data e, visto che fino al calciomercato di gennaio il Palermo deve tenersi questa più che mediocre – altro eufemismo … – “rosa” di giocatori, va cambiato l’allenatore. Ma, qui sta il punto centrale del mio ragionamento, guardando già al futuro, a un lavoro tecnico in prospettiva, a un rilancio in grande stile anche partendo dalla più che probabile Serie B. In altre parole: voce del verbo programmare, senza vivere alla giornata cambiando allenatore tanto per cambiarlo e tappare il buco, come ha fatto in precedenza Zamparini con volubilità e scarsissimo rispetto delle persone, anche se ricordo sempre a me stesso che con questo presidente abbiamo visto in rosanero campioni straordinari, che ci hanno fatto sognare.
Al Palermo serve adesso un maestro del calcio, un vecchio lupo del pallone, un timoniere esperto che sappia guidare la squadra nel mare in tempesta. Sento parlare e vedo scrivere di Eddy Reja, allenatore navigatissimo, certamente bravo e che farebbe al caso del Palermo per provare a salvarsi. Lo ricordo benissimo, avevo 12 anni e già andavo sempre allo stadio con mio papà da quando ne avevo cinque, calciatore in maglia rosanero in una gran bella squadra per quei tempi, che fu promossa in serie A e della quale pubblico qui una vecchia foto in bianco e nero, tratta da un bellissimo libro del grande giornalista Mario Giordano, all’interno del quale ebbi l’onore di essere presente con un mio articolo. Reja era un mediano molto alto, che correva parecchio in modo piuttosto ingobbito, di non eccelsa qualità tecnica, ma di sostanza, come è adesso da tecnico. Dicono anche, però, che lo voglia l’Inter al posto del fallimentare De Boer e naturalmente si tratta di una piazza per lui più appetibile …
Ne ho conosciuti tanti, di maestri del calcio, nella mia attività di cronista sportivo rosanero: Nando Veneranda, Carmelo Di Bella, Peppino Caramanno, Giorgio Rumignani … che nostalgia, che tempi ragazzi.
E poi c’era il vero maestro, il Maestro del pallone per antonomasia del calcio italiano, personaggio quanto mai controverso, ma certamente gran personaggio: il mio vecchio amico Zdenek “Sdenko” Zeman, 69enne. “U maistru”, lo chiamavano Giacomino Modica e tutti i suoi giovani allievi, quando allenava ai suoi esordi la formazione giovanile Primavera del Palermo e poi il Licata e il Foggia dei miracoli. Oggi, dopo l’esperienza con il Lugano è fermo, in attesa di sistemazione, ma con la sua solita flemma. I ben informati scrivono che lo attende il Parma.
E’ un vero maestro, Zeman, ancora oggi, dopo tanti alti e bassi della sua carriera. E’ intelligente, straironico, divertente al contrario di quanto faccia credere. Sportivo eclettico – lo ricordo gran giocatore di pallamano nell’Omeostasi, leggendaria squadra di serie A palermitana – , continua ancora a credere, nonostante tutto, a un calcio fatto di lavoro, fatica, crescita collettiva di giovani per farli diventare campioni.
Io lo stimo molto, da sempre. E ho sempre sognato, come credo sia stato tanti anni fa il sogno di Sdenko, di vederlo seduto sulla panchina rosanero. E allora, adesso che salvare la Serie A appare già difficile, mi chiedo: visto che nel Palermo ci sono tanti giovani, che ruotano attorno a un giocatore che questo punto possiamo considerare importante come l’attaccante macedone Nestorovski, non sarebbe il momento di provare finalmente a dare in mano questo gruppo a un maestro come Zeman, per cercare non solo di portare avanti il campionato in modo quantomeno dignitoso e sperare fino a quando sarà possibile, magari con buoni rinforzi a gennaio, ma anche e soprattutto di cominciare a costruire qualcosa di importante per il futuro con i giovani a disposizione ?
So che sarete in molti a storcere i muso, soprattutto i tanti amici juventini, che certamente … non amano Zeman e che a Palermo sono di più degli stessi tifosi rosanero. So anche che la convivenza del vecchio boemo, che di carattere non è certo morbido, con il … sempre agitatissimo “padre padrone” friulano non sembra sulla carta un’idea praticabile.
Ma se Zamparini, di fronte a un fallimento già evidentissimo, decidesse improvvisamente di abbandonare l’idea del “tutto e subito” e pensasse davvero a una squadra del futuro, prendendo un allenatore e lasciandolo lavorare sul serio, senza rompergli le scatole in continuazione ? Se cominciassimo anche tutti noi che amiamo il Palermo, a fronte dell’attuale situazione pressoché irrecuperabile, a pensare in questo direzione ?
Ecco, io credo che allora il maestro Sdenko Zeman sarebbe la persona giusta. Non è solo suggestione, mi sembra davvero una buona idea. E credo anche che sarebbe motivatissimo …
Sulla panchina del Palermo io, arrugginito cronista di altri tempi rosanero, tifo Zeman !!!
Commenti recenti