di Antonella De Francesco
Riprende la stagione cinematografica e, non sapendo cosa ci aspetta in autunno, conviene approfittarne da subito.
Ho visto un film molto particolare Dogtooth (letteralmente “dente di cane) di Yorgos Lanthimos, del quale ricorderete altri film altrettanto anti convenzionali come The lobster, Il Sacrificio del cervo sacro e La favorita, tutti successivi perché questo, prodotto nel 2009, viene distribuito solo adesso, dopo 11 anni in Italia.
Insignito del premio Un Certain Regard a Cannes come miglior film straniero, il film parla di una famiglia che vive in un luogo-non luogo alla periferia di una città greca. Difficile parlarne senza spoilerarlo. Si tratta di un film surreale nelle situazioni che ricrea, parodia dei sistemi dittatoriali, dispotici, patriarcali e chiusi al mondo e ai cambiamenti. Le riprese, tutte a camera fissa, tranne una delle ultime, si susseguono in una sequenza di inquadrature ravvicinate che restano metalliche e lasciano distaccati a guardare come va a finire, increduli per certi accadimenti, in attesa del riscatto di almeno uno dei protagonisti .
In un microcosmo dove manca la contaminazione esterna e persino il linguaggio è filtrato e accomodato alla volontà del padre con la complicità della moglie di isolare i tre figli inconsapevoli dalla vita reale, gli istinti ridiventano puri come negli animali, scompare la malizia anche negli accadimenti più incestuosi, il tempo non esiste e la realtà si riduce alla piccola quotidianità della vita entro le mura domestiche e in giardino. Ma il richiamo oltre la siepe esiste pure per le menti non corrotte, l’anelito alla libertà è irrefrenabile anche per chi ha sempre e solo ubbidito ed è più forte delle regole, dei silenzi, del pericolo e della paura dell’ignoto. È questa la grande forza dell’umanità.
Anche nell’essere umano più sottomesso e pago in apparenza di quello che ha, si nasconde il desiderio di scoprire il mondo. Questo il messaggio del talentuoso regista che, con una parodia surreale e onirica con richiami a Murakami e Bong Joon- ho, mette in berlina qualunque forma di repressione della libertà e manipolazione della realtà. Non troverete spiegazioni, né risposte e neanche un epilogo vero e proprio della vicenda, perché sarete lasciati soli a riflettere e a decidere in piena autonomia, da spettatori liberi!
Non per tutti.

Antonella De Francesco

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