Nella giornata di domenica scorsa, ultima della tradizionale Ottobrata nel comune di Zafferana Etnea (giunta alla trentottesima edizione), tra genuini sapori e autentici profumi autunnali, ha riscosso interesse e successo di pubblico “Etna Herbarium: mostra collezione in Erbario di piante spontanee dell’Etna”.

Curata da Elisa Coppola, esperta in botanica e grande appassionata dell’Etna, la mostra è stata aperta per l’intera giornata ed è stata allestita all’interno dell’ampio salone del Palazzo di Città. Le specie in erbario riguardano la flora sicula e, in particolare, le piante selvatiche etnee. La ricca collezione di piante selvatiche di Elisa Coppola si compone di oltre trenta tavole di erbario, in cui ogni singola specie è stata raccolta, determinata, essiccata con metodi tradizionali e conservata in un supporto idoneo al mantenimento e alla conservazione della specie sotto forma di un erbario.

Oltre alla classica scheda botanica, che illustra il nome della specie esaminata, in cui è inserita la data e il luogo della raccolta,  è stata aggiunta una scheda supplementare, utile alla conoscenza delle caratteristiche botaniche che contraddistinguono una specie da un’altra specie, con notizie varie che riguardano la corologia (distribuzione geografica delle piante, n.d.r.), l’habitat, le proprietà e gli usi popolari da parte della comunità etnea.

Tra gli usi popolari più comuni : quello delle piante commestibili, che in maggior misura nel dopoguerra hanno avuto un ruolo fondamentale per la sopravvivenza alle carestie; delle piante della medicina popolare, come rimedio per piccole patologie; delle piante usate in agricoltura, nella veterinaria popolare, e, non ultimo anche un uso ludico, piante-giocattolo che rallegravano lo spirito di molti bambini.

Durante le numerose visite del pubblico della collezione di erbario, Elisa ha illustrato ogni singola specie, dedicando nella sua esposizione maggiore attenzione ad alcune specie tossiche per l’uomo e per gli animali. A tal riguardo, sono state evidenziate con attenzione le seguenti specie tossiche: Echballium elaterium (Cocomero asinino), Datura metel (Tromba del diavolo), Euphorbia characias (Euforbia cespugliosa) e Mercurialis annua (Mercorella comune). Si tratta di specie selvatiche che crescono abbondantemente nei suoli etnei e che, sovente, qualcuno scambia per verdure commestibili, andando incontro a stati di avvelenamento, talvolta di grave entità.

Ecco, invece, le specie commestibili presenti in erbario: Brassica fruticulosa (Cavolicello), in gergo chiamata Caliceddu, Silene vulgaris (Strigoli), conosciuta col nome dialettale di Cannatedda, Sinapis arvensis (Senape) che in gergo si definisce Sinacciola, l’aromatico Feniculus vulgare (Finocchietto) e tante altre specie ancora con pregiate proprietà officinali.

In aggiunta alla mostra di erbario, una collezione di galle dell’Etna, curata sempre dalla dott.ssa Coppola e dal prof. Salvatore Arcidiacono (botanico). Incuriosito e attratto il pubblico per le forme bizzarre delle galle in mostra, ossia quelle neoplasie che si formano su alcune parti della pianta (frutti, foglie, rami, gemme), attraverso la puntura di un insetto di sesso femminile che, deponendo le uova all’interno dei tessuti vegetali, causa la genesi di queste “malformazioni” vegetali, chiamate galle o cecidi. Per via della vivace colorazione di alcune di esse l’osservatore rimane talvolta spiazzato credendo che si tratti dei frutti della stessa pianta. Baizongia pistacieae, per esempio, è una galla fusiforme che spicca per la sua tonalità cromatica di un rosso vivace tra i rami del Terebinto (Pistacia terebintus), o, ancora, la Diplolepis rosae, l’appariscente galla a forma di pon-pon di colore rosso tenue, che si può scorgere sulla Rosa selvatica (Rosa canina).

La Cecidologia è la scienza che si occupa dello studio delle galle, presenti in tutto il mondo, con una enorme varietà di specie galligene, stimate ad oggi a 15.000. Ricordiamo tra le specie presenti in mostra anche Andrikus dentimitratus a forma di fungo, che trasforma foglie, gemme e ghiande di molte querce, tra le quali la Roverella (Quercus pubescens), immancabile specie arborea dei nostri boschi etnei.

Ed ecco una fotogallery dell’Erbario etneo di Elisa Coppola, che il Vulcanico ringrazia per il materiale informativo.

 

Gaetano Perricone

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