di Gaetano Perricone

Locandina Snowden
Locandina Snowden

Quando esci dal cinema, ti viene subito una gran voglia di buttare per terra il telefonino e di pestarlo per distruggerlo, senza pietà. E poi, quando arrivi a casa, guardi con disgusto il computer, vorresti distruggere anche lui … questa macchina di fronte alla quale mi trovo anche in questo momento, con la tastiera sto digitando queste righe decisamente arrabbiate. Guardi anche il vecchio, caro telefono, insieme alla televisione ormai aggeggio d’altri tempi nonostante le accattivanti innovazioni, con la fortissima tentazione di strappare i fili. Per restare isolato. Per non consentire a nessun servizio segreto, a nessun maledetto sistema informatico, a nessun orribile impiccione di farsi gli affari tuoi, controllando ogni respiro della tua vita. Per una maledetta questione di principio, anche se non hai assolutamente nulla da nascondere.

Naturalmente non ho fatto nulla di tutto ciò. Cellulare, computer, telefono di casa, Ipad, televisione, eccetera, sono anche oggi lì, come ogni giorno della vita, a funzionare per farmi comunicare con il mondo. Ma anche per consentire a qualche maledetto stronzo – che, poverino, non fa altro che il suo mestiere -, in non so quale parte del Pianeta e con quali sofisticatissime tecnologie, di monitorare, conoscere, controllare, spiare ogni minima azione della mia quotidianità, insieme a quella di altri miliardi di persone …

Così è, se ci pare. Perché il mondo va così e perché non facciamo quasi nulla perché vada in modo diverso. Perché accettiamo che un ignobile Grande Fratello ci sorvegli da quando ci svegliamo a quando ci addormentiamo, scambiando (o facendo finta di scambiare, perché non abbiamo voglia e palle di ribellarci …)  questo orrendo spionaggio e questa schifosa intrusione nelle nostre vite come una spasmodica necessità di sicurezza. Mentre, al contrario, è una ributtante violazione della nostra privacy, ma soprattutto una violenta (sì, violenta) limitazione della nostra libertà.

Finito lo sfogo, su argomenti che peraltro conosco e conosciamo perfettamente da tempo, ma che ci fanno incazzare da morire quando … ce li sbattono in faccia, torno al punto di partenza. Il film che ho visto ieri a cinema è il bellissimo, intenso, appassionante “Snowden” di Oliver Stone, che si conferma uno dei più bravi registi contemporanei raccontando con asciuttezza, efficacissimo taglio documentaristico, adeguata passione civile, una delle più brutte storie degli ultimi anni, con un protagonista assolutamente straordinario. Traditore, secondo i benpensanti e gli pseudo patrioti di un’America bacchettona e ossessionata dalla sicurezza e per i suo amici sparsi nel mondo; eroe per tanti altri, tanta gente normale, io tra questi, per l’enorme, incosciente coraggio che Edward Snowden, violando segreti e regole, tira fuori come un novello Davide del web che sfida un Golia spaventosamente potente, per portare alla luce questo sistema di controllo e di sorveglianza  di massa della vita della gente – attraverso telefonate, film, video, email, social network, ecc. -, ramificato in modo così capillare da guardare davvero dentro la vita di tutti noi.

Non vi racconto il film, perché volevo solo fare qualche riflessione sui contenuti e poi … dovete andare a vederlo, è troppo interessante, narra in maniera magistrale, attraverso l’interpretazione di attori formidabili, fatti realmente accaduti e tocca le nostre coscienze e il nostro comune sentire. Faccio solo una sintesi brevissima: Edward Snowden, ex consulente della CIA (oggi ha trentatré anni e si è rifugiato in Russia) di eccezionale talento informatico, scopre nell’ambito del suo lavoro questa gigantesca “architettura dell’oppressione” – è la definizione inquietante, ma perfetta e calzante, usata dal nostro eroe – messa in piedi dal Governo americano utilizzando Internet e facendo del web, in tutte le sue manifestazioni,  un impressionante, opprimente sistema di controllo e di sorveglianza di massa.  Snowden decide allora di denunciare tutto all’opinione pubblica per difendere la dignità dei cittadini – del mondo, non solo statunitensi – e il loro diritto a essere liberi e non spiati in ogni momento e di nascosto. Incontra all’aeroporto di Hong Kong un giornalista del Guardian e una documentarista, racconta loro tutto e fornisce una eccezionale documentazione, che si è avventurosamente procurata grazie alla sua abilità tecnologica, che consentirà la pubblica esplosione del caso attraverso la stampa, con le conseguenti reazioni nell’America di Obama (con provvedimenti che, sulla carta, hanno ridimensionato l’attività di spionaggio del Grande Fratello) e nel resto del mondo.

Edward Snowden

Magnifico personaggio Edward Snowden, quasi un Don Chisciotte di oggi con le dita che giocano nervosamente e costantemente con un cubo di Rubik, prezioso in un momento determinante della storia per eludere controlli minuziosi e portare in salvo la documentazione da fornire ai giornalisti. Emblematico il finale del film: il protagonista, il vero Snowden al posto dell’attore che lo ha brillantemente interpretato, proprio attraverso quel web che ha così duramente denunciato per lo spietato controllo sulle vite di tutti, per il fatto che ognuno di noi è comunque sorvegliato e spiato per il solo fatto di esistere, anche non ha fatto niente di male … racconta la sua vicenda ai concittadini americani in una intervista dal luogo segreto in Russia dove si trova al sicuro. Bella anche la sua riflessione conclusiva: “Non penso al futuro. Mi interessa solo oggi e la cosa giusta che ho fatto”.

Grande film, di quelli che fanno pensare a cose molto serie, opera di notevole qualità, di quelle che lasciano una traccia nella storia del cinema. Grande regista e grandi attori. E poi ci siamo noi, vittime dell’ossessivo controllo di ogni nostra azione, veri protagonisti di una storia che continua. E che adesso, con la presidenza Trump, rischia di vivere una nuova fase ancora più oppressiva e inquietante per il popolo ignaro …

 

 

 

 

 

Gaetano Perricone

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