FONTE: ingvterremoti.com

Alle 05:20 della mattina del 28 dicembre 1908, si verificò uno dei più forti terremoti del Mediterraneo: il sisma ebbe epicentro in mare e generò il maremoto più rovinoso di cui si ha memoria in Italia con effetti devastanti sulle coste della Sicilia orientale e il sud della Calabria. Il “Giornale di Sicilia” del 29 dicembre 1908 scrisse:

Messina distrutta da un violento terremoto, un terribile maremoto allaga la città sommergendola. 

Fu la più grave catastrofe che il giovane Stato italiano si trovò ad affrontare per l’altissimo numero di morti e le distruzioni subite da centinaia di centri abitati. Furono distrutte due città importanti come Reggio Calabria e Messina, che era il capoluogo economico e geografico dello Stretto e il cui porto era d’importanza strategica e commerciale nel Mediterraneo.

Nel giorno dell’anniversario, il team di INGVterremoti pubblica la story maps “28 dicembre 1908: l’alba di dolore sullo Stretto” per raccontare alcuni dei numerosi aspetti di questo tragico evento avvenuto all’inizio del secolo scorso.

La story maps è organizzata in 6 capitoli con contributi provenienti da diversi studi sismologici, mappe storiche, immagini e video d’epoca, simulazioni e mappe interattive:

  • Il terremoto
  • Il maremoto 
  • L’impatto sul territorio
  • Le località colpite
  • Dopo il disastro
  • Poeti e scrittori

Nel primo capitolo vengono descritte le caratteristiche principali del grande terremoto che avvenne all’alba del 28 dicembre con un valore di magnitudo stimato pari a 7.1 secondo i dati risultanti dalle analisi delle registrazioni strumentali e delle stime macrosismiche. Il terremoto non arrivò del tutto inaspettato, poiché si verificò immediatamente a SO della regione colpita dall’importante sequenza sismica del 1783, in un settore che sismologicamente risulta tra i più attivi dell’intera penisola italiana.

Sismogramma del terremoto del 28 dicembre 1908 registrato presso l’Osservatorio Astronomico di Göttingen (Germania).

ll sisma ebbe epicentro in mare e generò il maremoto più rovinoso di cui si ha memoria in Italia con effetti devastanti sulle coste della Sicilia orientale e il sud della Calabria, descritto nel secondo capitolo della story maps. Le prime onde di maremoto si abbatterono sulle coste che affacciano sullo Stretto e raggiunsero la Sicilia orientale dopo circa 5-10 minuti dalla scossa principale, come è ben documentato nel video che simula la propagazione dello tsunami presente nella story maps.

Di seguito gli articoli di approfondimento pubblicati su INGVterremoti sul terremoto e maremoto del 28 dicembre 1908:

Nei due capitoli seguenti vengono rappresentati gli effetti sul territorio e sull’ambiente del terremoto e del successivo maremoto.

All’inizio del capitolo “L’impatto sul territorio” è presente una mappa interattiva delle intensità macrosismiche (in gradi MCS) che mostra i danni più gravi (equivalenti a effetti di XI e X grado della scala MCS) e la grande estensione dell’area di danneggiamento, circa 600 km2. Infatti la scossa fu percepita dalle persone in un’area vastissima: nel Messinese l’area delle distruzioni pressoché totali fu ristretta al territorio del comune di Messina, in Calabria il terremoto ebbe effetti distruttivi in un’area molto più estesa di quella siciliana, comprendente tutto il versante occidentale del massiccio dell’Aspromonte.

Tante sono le testimonianze fotografiche che ci sono pervenute e che mostrano i terribili effetti del terremoto e del maremoto nelle due città dello Stretto e di altre località . Nel capitolo “Le località colpite” è stata realizzata una  mappa interattiva qui sotto alcune fotografie opportunamente geolocalizzate mostrano alcuni dei danni a Messina, Reggio Calabria e in altri comuni calabresi.

In alcuni casi è stato possibile recuperare alcune fotografie per confrontare un edificio, un monumento, una strada “prima” e “dopo” il terremoto, in particolare per la città di Messina.

La story maps nel capitolo successivo “Dopo il disastro” racconta alcune storie di cosa avvenne subito dopo il  terremoto-maremoto, a partire dal lungo tragico silenzio che isolò per molte ore Messina e Reggio Calabria dal resto d’Italia. Grazie ai contributi estratti da “Cento Anni, Speciale Terremoto Messina” pubblicato dalla Gazzetta del Sud il 28 dicembre 2008 e da alcuni parti del video “I primi soccorsi” di Salvatore De Maria (Gazzetta del Sud online) è stato possibile documentare nella story maps le prime ore successive al tragico evento.

Il governo seppe con notevole ritardo quanto accaduto nell’area dello Stretto: Il primo messaggio fu spedito dal comandante della nave torpediniera “Spica” alle 14:50 del 28 dicembre, da Marina di Nicotera, in Calabria, la prima stazione telegrafica funzionante. Nel capitolo sono raccontati i primi soccorsi arrivati via mare da Catania e in particolare l’arrivo il 30 dicembre del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena che durante quei terribili giorni divenne “l’Angelo della Carità”, prodigandosi instancabilmente per assistere i feriti agonizzanti.

Alle operazioni di soccorso parteciparono numerose navi mercantili e navi da guerra della Gran Bretagna, della Francia, della Danimarca, della Germania, della Grecia, della Spagna, della Russia e degli Stati Uniti. L’intervento che più di ogni altro accese uno storico legame con la popolazione messinese fu quello di tre unità della squadra navale russa che offrirono l’aiuto dei loro equipaggi alla popolazione terremotata: proprio su questo intervento si concentra la parte finale di questo capitolo.

La story maps si conclude con la testimonianza di alcuni dei numerosissimi contributi  di “Poeti e scrittori” che scrissero pagine accorate sul terremoto del 28 dicembre 1908 pubblicati sia in Italia che all’estero. Gli scritti coinvolgono ogni genere letterario, dal giornalismo d’autore alla narrativa, dalla breve testimonianza alla lirica, dalla memorialistica alla rievocazione, fino alla drammaturgia.

La story maps è disponibile nella sezione dedicata di INGVterremoti e al seguente link:  “28 dicembre 1908, l’alba di dolore sullo Stretto”  (https://arcg.is/0TmLyb0)

A cura di Maurizio Pignone (INGV-Osservatorio Nazionale Terremoti)

Gaetano Perricone

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