di Gaetano Perricone
Ecco un elenco in ordine sparso di dodici parole inglesi di uso fin troppo comune, ma che “Il Vulcanico” e i suoi amici nel blog non useranno mai. Perché viviamo in Italia e dobbiamo cercare di parlare in italiano … e soprattutto perché queste parole mi fanno troppa antipatia, ormai al limite della pelle d’oca (tradotto in dialetto siciliano, dicasi arrizzamento di carni). Insomma, non ne posso più …
Se doveste trovarle nel blog da adesso in poi per una mia distrazione, vi invito a farmelo notare, magari rimproverandomi e sfottendomi … Se, al contrario, avrete piacere di aggiungerne altre, tante altre, a questa “lista nera” (vedete? Non ho usato la disgustosa “black list”), terrò in grande considerazione i vostri suggerimenti.
Vi preannuncio già una prossima, divertente “lista nera” dedicate agli orrendi luoghi comuni in italiano o presunto tale.
- Endorsement … basta dire sostegno, appoggio
- Brunch … non so che dire in italiano, perché il dizionario lo traduce allo stesso modo, con parole equivalenti in italiano e inglese … forse spuntino, tarda colazione, ma fa schifo detto così … insomma, la rimuovo e basta
- Briefing … basta dire semplicemente riunione
- Lunch … pranzo, pranzo ragazzi che lo dite sempre in inglese
- Dinner, dinnertime … cena, si dice, ora di cena
- Meeting … ce lo fanno entrare dovunque, perché incontro non si usa
- Street food … panelle, sfincione, pizzette e cartocciate… cibo di strada, in lingua italiana …
- Foodtrotter … questa è troppo bella e di uso – mi dicono quelli ormai frequente, chiara ma difficilmente traducibile, in italiano ho deciso che si dice degustatore di strada
- Wine taster … assaggiatore di vino, degustatore, tastavino … meglio, no?
- Trendy … alla moda, viene così difficile?
- Sorry … mi dispiace no, vero ?
- Job act, per finire in bellezza… orrendo, insopportabile … legge del lavoro, ma è troppo brutto … meglio non nominarlo e basta
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