di Gaetano Perricone
Metto le mani avanti e lo dico con estrema chiarezza: non mi sento per nulla esagerato oppure “troppo tifoso” del Palermo se in queste ore provo una infinita soddisfazione, una gioia inebriante come l’ho definita nel titolo, davanti ai record che sta già inanellando la squadra rosanero del presidente Dario Mirri e dell’allenatore Rosario Pergolizzi. Ho assoluta consapevolezza, da vecchio cronista con i piedi per terra e come ho già sottolineato in un precedente articolo, che l’SSD Palermo rinato dalle ceneri dell’era Zamparini in Serie D è quasi (piacevolmente) condannato a vincere; ma so altrettanto, sempre con l’esperienza di chi ha frequentato a lungo e da molto vicino il mondo del calcio, che i successi e i record a ripetizione costituiscono per i giocatori e per l’ambiente che li circonda la migliore e più efficace iniezione di fiducia e di autostima per andare avanti alla grande. E allora, sarà pure un Palermo di Serie D, ma se continua a vincere e a rafforzare i record, saremo tutti felicissimi e sempre più vicini alla squadra.
Dunque i record, facciamo brevemente il punto. Il più entusiasmante, è stato detto e scritto in tutte le salse ma il Vulcanico rosanero lo vuole ribadire con grande gioia, è quello degli abbonamenti allo stadio Barbera: “Signore e signori, salutiamo il nuovo record italiano di abbonati in Serie D. Palermo e il Palermo scrivono la storia: 10446 aquile. Tutti in piedi. Abbiamo la tifoseria più bella del mondo. #siamoaquile”, ha trionfalmente annunciato, con perfetto stile social, la pagina Facebook ufficiale dell‘SSD Palermo Calcio con un post delle ore 9,59 del 20 settembre scorso. Battuto di 357 tagliandi, con sadica soddisfazione del popolo rosanero, il precedente primato nazionale stabilito dal Parma (10.089) nell’anno della rinascita del club emiliano dopo il fallimento. Solo apparente l’indifferenza dell’ambiente sportivo parmense a questo gran risultato del neonato club siciliano.
Solo due parole voglio aggiungere: 10.446 tessere d’abbonamento allo stadio equivalgono a 10.446 baci, 10.446 abbracci, 10.446 rose, 10.446 altri segnali tangibili, tutti quelli che immaginate e volete, per manifestare il vostro Amore con la A maiuscola per qualcuno. In altre parole, questi 10.446 abbonamenti sono un grandissimo, commovente segnale d’Amore che i tifosi del Palermo hanno voluto dare alla propria squadra del cuore, dimostrando con i fatti che questo Amore non era mai finito, ma aspettava soltanto il momento giusto per riesplodere. Tutto ciò va ben al di là del sontuoso risultato in termini numerici e di benefici economici per la società rosanero; significa infatti, come confermato dalle circa 17 mila presenze di spettatori allo stadio anche domenica scorsa dopo il debutto casalingo con il San Tommaso, che il Palermo ha davvero, al di là del blasone e della storia sportiva, un’arma e una marcia in più rispetto a tutte le altre squadre.
Spendo qualche altra riga per il nuovo record sportivo sul campo: la quarta vittoria consecutiva (3-1 contro il Marina di Ragusa) dall’inizio del campionato di Serie D, due in casa e due in trasferta, è primato nella storia rosanero, non era mai avvenuto prima. Come dire che il Palermo va a gonfie vele, rispettando i pronostici della vigilia; vince con sicurezza per la quarta volta, nonostante l’immediato recupero degli avversari dopo il vantaggio, con i gol di Ricciardo, presentato come bomber e che il bomber sta facendo, di Santana – giocatore grande esperienza e di categoria superiore – e del validissimo Kraia, si conferma grazie anche un gioco che sembra costantemente migliorare protagonista assoluta del campionato, finora insieme all’Acireale e al Licata. E’ bellissimo e gratificante questo primato, che certamente va rafforzato domenica dopo domenica: vincere fa bene, molto bene alle gambe e alla testa dei giocatori e all’entusiasmo del pubblico e dunque l’obiettivo prioritario resta uno solo, non fermarsi.
Concludo con quello che, per me che ho visto la prima partita del Palermo allo stadio con mio papà quando avevo 5 anni dunque 58 anni fa e che di fatto ho seguito i rosanero fin da allora, occupandomene anche per un bel po’ come cronista sportivo, è un interessante e divertente record: il nome e la provenienza di molte delle squadre avversarie. Stavolta è stato il Marina di Ragusa, che conosco bene come splendido luogo con un magnifico mare Bandiera Blu, ma mai e poi mai mi sarei immaginato, con tutto il rispetto e l’ammirazione per questa bellissima località e per la sua gente, di ritrovarla come rivale calcistica del mio Palermo. La prendo con un sorriso e basta, lo farò e dovremo farlo anche con i prossimi avversari che ci sembrerà un po’ strano affrontare, la Serie D è questa, bisogna abituarsi e scherzarci su, fare buon viso a cattivo gioco, adeguarsi con umiltà e piedi ben piantati per terra. Per tornare a riveder le stelle, gli squadroni del calcio italiano, Juventus, Inter, Napoli, Roma, Milan, ecc., bisognerà aspettare nella più radiosa delle ipotesi almeno tre anni. Intanto accontentiamoci, con un pizzico di orgoglio, di essere considerati dagli avversari come gli squadroni che ho appena citato e di batterli tutti, come richiedono il blasone e la storia rosanero. Perché noi siamo il Palermo e perché così è, in questa surreale realtà calcistica.
Con il titolo: Giovanni Ricciardo, bomber rosanero. Tutte le foto dalla pagine feisbuc SSD Palermo
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