di Santo Scalia
Il 1968 sarà ricordato come l’anno della contestazione giovanile di studenti e operai, della guerra in Vietnam e del terremoto del Belice; sarà ricordato anche per l’assassinio di Martin Luther King e di Bob Kennedy, del lancio dell’Apollo 8 (la prima missione astronautica con equipaggio ad orbitare attorno alla Luna e tornare sulla Terra) e della Rivoluzione Culturale di Mao Zedong (o Mao Tse-Tung, come si diceva allora).
Pochi ricorderanno l’attività effusiva dell’Etna che si protrasse dal 7 gennaio al 4 maggio In verità fu un’attività modesta, poco appariscente, che interessò la parete occidentale della Valle del Bove, così come era già avvenuto precedentemente nel 1956 e 1964.
La mattina del 7 gennaio una bocca effusiva si aprì nei pressi di Serra Giannicola Piccola ad una quota di circa 2500 metri. La lava, data la morfologia dell’area, grazie alla forte pendenza, in poche ore raggiunse il fondo della Valle, toccando la base occidentale dei coni dei Monti Centenari (vedi ilVulcanico.it); qui si accumulò e non andò oltre quota 1650 m., raggiungendo al massimo una lunghezza di 2,4 chilometri.
L’attività effusiva continuò nei mesi successivi, durante i quali fu costantemente accompagnata dall’attività stromboliana persistente al Cratere di Nord-Est. Il 4 maggio, dopo 119 giorni, l’emissione lavica si esaurì.
Nel 1968 – ero ancora un giovane studente liceale – ho
avuto l’opportunità di vedere, dalla mia città natale, a circa 19 chilometri in linea d’aria dal teatro eruttivo, la colata lavica che solcava placidamente il pendio orientale del vulcano. Ho avuto anche la possibilità, frequentando allora l’Osservatorio Meteorico-Sismico del rinomato Collegio Pennisi di Acireale, ed utilizzando l’attrezzatura di camera oscura del compianto direttore e amico Giuseppe Damiani S.J., di stampare uno dei suoi scatti della colata (da fotografo dilettante), stampa che conservo gelosamente nel mio archivio.
Non ho trovato molte notizie sull’eruzione del 1968: ne ha trattato il vulcanologo Salvatore Cucuzza Silvestri in una pubblicazione dal titolo L’eruzione del 1968, attività esplosivo-effusiva subterminale con colata scaturita sulla parete Ovest della Valle del Bove, ed anche in L’Etna nel primo semestre dell’anno 1968; sempre a lui si devono, oltre che a Damiani e al fotografo Tomarchio, le sole fotografie che io conosca. Sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è ospitata la digitalizzazione del Fondo Fotografico “Salvatore Cucuzza”. Il fondo appartiene alla Biblioteca Comunale “A. Gullo” di Linguaglossa, alla quale è stato donato nel luglio del 2012 per volere del figlio Michele Cucuzza. Grazie al progetto del Servizio Civile Nazionale dal titolo Catalogazione, fruizione e valorizzazione del materiale documentaristico e iconografico del vulcano Etna il fondo è stato ordinato, catalogato, digitalizzato e reso disponibile al pubblico. Tra le diverse migliaia di foto (negative e diapositive) 56 sono relative all’eruzione del 1968.
L’attività del 1968 venne catalogata come eruzione laterale, essendo avvenuta al di fuori dell’area dei crateri sommitali; tuttavia, come discusso da Boris Behncke sul sito internet italysvolcanoes.com, una considerazione va fatta: «[…] sebbene sia sicuramente difficile, e forse anche inutile, fare una netta distinzione tra eruzione sommitale ed eruzione di fianco, l’attività dell’intero periodo dal 1955 al 1971 è considerata da molti autori moderni una pura eruzione sommitale, anche perché il gli episodi effusivi del 1956, 1964 e 1968 non erano in alcun modo collegati alla cessazione dell’attività nell’area sommitale, cosa che invece avviene nella maggior parte delle eruzioni laterali.»
Alla luce delle conoscenze attuali, utilizzando la classificazione oggi adottata nella letteratura vulcanologica, l’eruzione del ’68 sarebbe da definire di tipo subterminale.
Pochi giorni dopo la conclusione di questa attività (tra il 9 ed il 10 giugno, per l’esattezza) sulla terrazza craterica, alla base nord-occidentale del cono del Cratere Centrale, si aprì improvvisamente una bocca dalla quale uscivano, con una frequenza sorprendentemente costante, volute di gas incandescenti: era nata quella che poi fu chiamata la Bocca Nuova, nome che porta ancora oggi, dopo più di mezzo secolo! (vedi ilVulcanico.it)
Chi volesse accedere alle foto del 1968 del Fondo Fotografico “Salvatore Cucuzza” può farlo attraverso il link qui riportato. Una selezione di alcune di queste foto è riportata nella fotogallery accessibile dall’immagine iniziale di questo articolo.
Con il titolo: particolare da uno scatto del fotografo Salvatore Tomarchio (collezione personale)
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