di Francesco Palazzo
L’ennesimo risultato non favorevole totalizzato dalla squadra di calcio del Palermo dà la stura ad una serie di considerazioni sulla società e la dirigenza tecnica ed amministrativa, ma soprattutto sulla squadra e i giocatori.
Gli atleti hanno dimostrato di non essere atleti né dal punto di vista fisico, né dal punto di vista caratteriale. Ora, mostrare una tale deficitaria condizione fisica dopo una sosta del campionato dovrebbe preoccupare seriamente. Inoltre, evidenziare una simile carenza di agonismo in una squadra che dovrebbe lottare per non retrocedere denota che gli “atleti” hanno consolidato una convinzione di ineluttabilità, di irreversibilità, all’esito finale infausto del campionato: sono ormai convinti che la retrocessione in serie B sia scritta sulla pietra.
Perché? Cosa ha convinto tutti che gli sforzi siano totalmente inutili, anche se l’esperto Vitiello ha dichiarato ieri : “noi non alziamo bandiera bianca” ? Ora, considerato che proprio una delle principali caratteristiche di un atleta è la irriducibile resistenza, l’animus pugnandi, la voglia di battersi fino “all’ultimo sangue”, non si può che fare una e una sola considerazione: è stato fatto capire a tutti i giocatori che proprietà e dirigenza preferiscono che la squadra retroceda in serie B.
Quali sono stati i comportamenti tenuti dalla proprietà? Dopo aver predisposto una squadra tecnicamente inadeguata per il campionato di serie A, cosa confermata da un girone di andata a dir poco disastroso, in occasione del mercato di riparazione di gennaio, la società ha pensato bene non solo di non acquistare alcun rinforzo, ma addirittura di cedere due giocatori che a confronto della mediocrità generale spiccavano per una migliore cifra tecnica. Del resto si trattava di due giovani che avevano fatto parte della nazionale svedese che aveva vinto il campionato europeo under 21, quindi pericolosamente controindicati per il raggiungimento degli obiettivi della proprietà.
A questo punto, vedere cosa succede in campo non è altro che la dimostrazione che la società sa bene come fare per raggiungere i suoi obiettivi. E il recente avvento alla presidenza di Paul Baccaglini (che è diventato proprietario senza uscire un solo eurocent, che peraltro non sembra avere …) ne è l’ulteriore conferma.
E’ dunque inevitabile chiedersi: ma un campionato nel quale c’è una concorrente che, invece di giocare per vincere, nella sostanza gioca per perdere è un campionato regolare? Penso proprio di no. E cosa si può fare per sanare questa irregolarità? Bisogna richiamarsi alle norme che regolano la vita civile della società: se c’è stata – come c’è stata – una rottura del diritto bisognerà trovare una sanzione.
E per trovare una sanzione come bisogna procedere? Occorrerebbe forse adire le vie legali ? Come? Sporgendo forse una denuncia, simbolica ma non troppo, nei confronti di tutti gli attori di questa penosa vicenda? Presidente uscente, presidente nuovo, direttore sportivo, allenatore e, principalmente, giocatori? Infatti sono proprio i giocatori quelli che andrebbero messi sul podio più alto del “banco degli imputati” perché proprio ai giocatori si chiede il dovere di lealtà nei confronti delle regole del gioco che loro praticano, a prescindere dalla remunerazione che ne traggono. È proprio sulla deontologia professionale di questi attori si basa lo sviluppo delle attività connesse, economiche e morali.
Anche il mondo delle scommesse viene stravolto da concorrenti sleali. Peraltro, concorrenti sleali non per arrivare a vincere, ma per essere sicuri di perdere. Ecco perché bisognerebbe forse dare una lezione a tutti i guitti di questo triste baraccone.
Vi sembra soltanto la (forte) provocazione di un tifoso arrabbiato? Forse lo è pure. Forse non tiene conto nella giusta maniera della imbarazzante scarsezza di una squadra assolutamente inadeguata per la serie A e che perde sempre soprattutto a causa di questa scarsezza. Ma su tutto quello che è successo in questa orribile stagione del Palermo, che resterà scolpita nella storia probabilmente come la peggiore e più deludente di sempre, bisogna provare a fare una riflessione un poco più profonda.
(Gaetano Perricone). Ho volutamente messo da parte i miei trascorsi di dignitoso – e anche discretamente popolare – cronista sportivo rosanero di altri tempi per lasciare spazio alle lucide, legittime e anche condivisibili, riflessioni del mio carissimo amico Francesco, vecchio e appassionato tifoso del Palermo come me e anche attento osservatore delle cose del calcio. Prima di scrivere qualcosa, se la scriverò superando il mio disgusto, aspetto di vedere se e come si concretizzerà il passaggio di consegne tra Zampaglini e Baccarini … Scusatemi, tra Zamparini e Baccaglini, lapsus freudiano. Vedremo …
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