di Vincenzo Nibali

NIBALI 3

Mi sento abbastanza bene, il clima qui in Sardegna è eccezionale. Non vedo l’ora di prendere il via del 100° Giro d’Italia. Le mie aspettative sono conosciute da tutti: voglio salire sul podio finale. Non è facile finire sul gradino più alto, se non fosse possibile vincere di nuovo il Giro combatterò per il secondo o il terzo posto per onorare la corsa.

Abbiamo lavorato bene come squadra per essere nella condizione migliore. Ho il massimo rispetto per gli avversari. Sarà una sfida lunga con tanti imprevisti. Mauro Vegni ha disegnato una gara ancor più difficile degli anni passati. Mi ha anche reso l’onore di portare il Giro nella mia terra (la Sicilia). Ci sarà pure un circuito cittadino a Messina. Sono pieno di gioia sia per me, sia per i miei tifosi che per la mia famiglia.

Vincenzo Nibali sull'Etna, al Rifugio Sapienza. Foto Gazzetta.it
Vincenzo Nibali sull’Etna, al Rifugio Sapienza. Foto Gazzetta.it
Il percorso della tappa Cefalù-Etna

Non è la prima volta che il Giro arriva in Sicilia ma stavolta ha un sapore speciale. La quarta tappa avrà  un dislivello di 4000 metri. Arriverà dopo tappe nervose in Sardegna. Sarà il primo scontro diretto con i rivali: li vedremo come staremo. Andremo sull’Etna da un versante diverso rispetto a quello di sei anni fa. È più duro stavolta e verrà dopo un giorno di riposo. Comincerò il Giro con molta cautela e con la speranza di andare regolare.

Si tratta di un percorso molto insidioso perché è una salita vera, che arriva dopo sole tre tappe. Conquistare la maglia rosa quel giorno, e poi portarla a Messina, sarebbe fantastico. Anche se poi, il peso della corsa ricadrebbe sull’intera squadra solo dopo poche tappe.

Nibali con Adolfo Fantaccini

(Adolfo Fantaccini). Due Giri d’Italia, un Tour de France, una Vuelta, titoli mondiali su strada toccati con mano e poi visti scappar via. Una continua scalata sui pedali, fra sudore e fatica, in fuga o all’inseguimento, ma sempre con i colori forti della Sicilia sullo sfondo.

Chissà se Vincenzo Nibali, sa che, fra i corridori che hanno vinto per tre volte la corsa rosa, ci sono anche Felice Gimondi, Gino Bartali, Fiorenzo Magni e Bernard Hinault. Lo Squalo dello Stretto ha già trionfato nel 2013 e l’anno scorso, e il tris ora è il suo obiettivo. Anche se questo Giro è segnato dalla scomparsa choc di Michele Scarponi, l’amico a cui Nibali deve anche il successo nella corsa rosa. “E’ stata una cosa troppo dolorosa – racconta il campione siciliano – io Michele lo ricorderò per sempre“.

E l’omaggio a Scarponi accompagnerà la carovana, che farà tappa in Sicilia, con arrivo sull’Etna e il giorno dopo nella Messina di Nibali, appuntamento il 10 maggio. “Questo è uno dei valori aggiunti del Giro di quest’anno – le parole di Nibali -. Sono molto contento, spero sia una bella festa per il ciclismo e per i miei concittadini. In Sicilia il grande ciclismo ormai si vede raramente ed è un peccato, perché ci sono tanti giovani appassionati. A Messina abbiamo creato la Asd Nibali, proprio per dare a tanti ragazzi una possibilità per emergere o semplicemente svolgere una sana attività sportiva”.

Vincenzo Nibali con la sua squadra, la Barhain Merida

Nibali avrà tanti avversarsi, nella cavalcata verso Milano, uno su tutti: Nairo Quintana, il colombiano vincitore del Giro 2014 e, come lui, di due Tirreno-Adriatico. “Comunque, non ci siamo solo noi due – il parere di Nibali, al via per la prima volta nella corsa rosa come capitano della Bahrain-Merida – La lista dei possibili vincitori è davvero lunga. Il Quintana visto in questa prima parte della stagione è molto forte, ma il Giro è una corsa particolare, non escludo che altri atleti possano dire la loro”. Secondo lo Squalo dello Stretto, anche il 100/o Giro d’Italia “si vincerà e si perderà in montagna”, ma non solo su Alpi e Dolomiti: “Penso alle crono, in particolare a quella di Foligno. Ma ci sono anche il Blockhaus e l’Etna. Ogni giorno sarà una battaglia. Ci aspetta un percorso tra i più duri della storia, che ti obbliga a essere già al 100% nella prima settimana. Per questo la preparazione dev’essere mirata. Bisogna essere competitivi fin da subito perché, se sbagli una tappa delle prime, rischi presto di finire fuorigioco. Sono convinto che, con la mia nuova squadra, potremo toglierci tante soddisfazioni”.

Nibali vive per il Giro, il Giro vive di storie e campioni come lui, poco importa se nel ciclismo 2.0 lo studio dei percorsi prevale sull’istinto del corridore, annacquando la fantasia. Nibali, però, la pensa diversamente. “La corsa rosa – conclude- si vive giorno per giorno. Non sono tipo da studiare il percorso a memoria, mi affido alle sensazioni personali. Mi piacerebbe fare bene nella ‘mia’ Sicilia, ma anche nella tappa con lo Stelvio: vedrò strada facendo. Se preferisco un’impresa alla vittoria finale? Preferisco la maglia rosa a Milano, magari dopo una bella impresa”. 

Con il titolo: foto dal web

 

Gaetano Perricone

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