di Santo Scalia
Quarantaquattro anni fa, come oggi.
30 gennaio 1974, ore 17 circa. Etna Ovest: si apre un cratere a quota 1670 dal quale fuoriesce una colata di lava viscosa che si allunga per circa 1,5 Km. Un cono piroclastico (successivamente denominato Monte De Fiore I) cominciò a crescere e raggiunse circa 70 metri di altezza dopo appena tre giorni.
L’11 marzo una nuova bocca si aprì a circa 200 m. ad ovest della precedente, ed un secondo cono (denominato di conseguenza Monte De Fiore II) crebbe in breve tempo. L’eruzione terminò il 29 marzo.
De Fiore, chi era costui? Parafrasando una famosa espressione manzoniana, mi chiedo quanti oggi conoscano chi fosse il “De Fiore” a cui sono dedicati i due conetti dell’eruzione del 1974. Tanti escursionisti etnei, lasciando l’auto nel piazzale in prossimità di Monte Intraleo, raggiungono i due Monti De Fiore. Ma sconoscono l’origine del toponimo. Anzi, mi è capitato di leggere dei “Monti dei Fiori“, come con solerzia qualcuno avrebbe voluto ‘correggere’ la corretta denominazione.
Ottorino De Fiore, geologo, fu per alcuni anni direttore dell’Istituto di Vulcanologia dell’Università di Catania, dove morì nel 1953. Era nato nel 1890 a Maida (in provincia di Catanzaro) dove è infatti una via a lui dedicata; dopo un periodo trascorso in Brasile si trasferì a Catania e creò anche il nucleo del Museo di Paleontologia dell’Università.
Le foto dall’alto del primo campo eruttivo sono dell’amico Santo Scalia, studio e appassionato conoscitore dell’Etna, che il Vulcanico ringrazia sentitamente per il suo prezioso contributo, speriamo il primo di una lunga serie
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