di Gaetano Perricone
Se all’immortale fascino di un capolavoro assoluto della letteratura italiana, al pathos di un dramma infinito come quello de I Malavoglia di Giovanni Verga, scrittore straordinario e massimo esponente del verismo, aggiungi la bravura, l’esperienza, la capacità recitativa, la simpatia, il carisma di due “vecchi lupi” del palcoscenico come Mario Pupella e Benedetto Raneli – rispettivamente Padron ‘Toni e il vecchio strozzino Zio Crocifisso, personaggi chiave della storia- , insieme a quella i tutti gli altri ottimi attori della compagnia teatrale palermitana “Sant’Eugenio” ( tutti i nomi sulla nostra presentazione http://ilvulcanico.it/domenica-sera-allarena-a-belpasso-co…/), il risultato è uno spettacolo appassionante e intenso, ma anche quanto mai accattivante e godibile.
Mi è piaciuto davvero molto questo allestimento andato in scena a Belpasso, all’Arena comunale Caudullo domenica scorsa, dopo lo sfortunato rinvio per il maltempo del 4 agosto, davanti a un pubblico attento e discretamente numeroso, nonostante la forse non felicissima scelta del giorno e dell’ora. Mario Pupella, direttore artistico e leader della compagnia – che, da palermitano, conosco e apprezzo da tempo insieme a Raneli e ad altri attori del gruppo, come veri e propri veterani e artisti di rilievo nel panorama del teatro popolare siciliano-, lo ha costruito in forma di tanti “quadri” diversi , 38 scene e un prologo, che si succedono sul palco con grande dinamismo, rendendo vivo e palpitante il racconto del dramma della famiglia di Padron ‘Toni, con i protagonisti in lotta contro da un destino tragico ed inevitabile.
I momenti di buio in dissolvenza tra una scena e l’altra, sempre accompagnati dallo “scruscio” del mare, sono brevi e cadenzati in modo impeccabile. “Da ragazzo sono sempre stato molto affascinato dalla storia dei Malavoglia ed è stato per me un piacere e un onore avere l’opportunità di portarla sul palcoscenico, insieme ai bravissimi ragazzi della nostra compagnia – ci ha spiegato Pupella dopo lo spettacolo – Spero di essere riuscito a cogliere e conservare in questo mio adattamento l’intimo e musicale ritmo che è il fulcro della potenza e della suggestione del romanzo di Verga ed anche quel tono “fatale”, da antica tragedia, di quel giuoco di destini che si incrociano senza incontrarsi mai”.
Bella rappresentazione, bella davvero, resa certamente più originale e dal mio personale punto di vista più divertente dall’uso del dialetto e dell’accento palermitano da parte dei protagonisti. “Siamo nella “tana del lupo” – ha detto alla fine Mario Pupella nel saluto al pubblico, riferendosi all’ambientazione del romanzo di Verga ad Acitrezza, nel Catanese – e allora, a un cattivo catanese, abbiamo preferito un buon palermitano“.
Il risultato, è la mia opinione personale, grazie alla bravura degli attori è stato brillante comunque e ha reso onore alla storia e alla trama de I Malavoglia, che è sempre un grande piacere rivedere in teatro.
Nei miei scatti nella fotogallery, alcuni momenti dello spettacolo di Belpasso, con un meritato omaggio ai suoi protagonisti. Grazie Mario Pupella e grazie a tutti gli altri attori, in modo particolare Francesco Grisafi, che si è prodigato con grande impegno, al di là del suo ruolo sul palcoscenico, per promuovere lo spettacolo
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