di Luciano Signorello

Tutto ha inizio con il desiderio da parte dell’Associazione culturale “Stella Aragona” di Borrello, antico quartiere di Belpasso che annovera la residenza della Regina Eleonora d’Angiò, in una delle sue contrade: realizzare e mettere in opera un busto scolpito del defunto cavaliere Francesco Condorelli – figura divenuta strafamosa e molto popolare grazie ai deliziosi torroncini e alla irresistibile pubblicità con il grande Leo Gullotta – proprio nei luoghi in cui ha operato ed ha sviluppato la sua attività.

Detto fatto. All’iniziativa aderiscono il Comune di Belpasso ed ovviamente la “Fondazione Cavaliere Francesco Condorelli”, si incarica lo scultore Salvo Alibrio di Palazzolo Acreide e il busto sarà scoperto oggi, 26 settembre 2020, alle 18, proprio in quella piazza Stella Aragona dove spesso passeggiava Eleonora, regina di Sicilia. Annunciata la presenza del presidente della Regione Nello Musumeci.

Certamente Condorelli è un nome conosciuto in molte città del mondo perché a partire dai torroncini i prodotti dolciari che portano questo nome sono universalmente apprezzati. E il cavaliere Condorelli è nato in una terra che ha dato i natali a tanti personaggi che si sono distinti nel mondo delle scienze, delle arti, della letteratura, dell’imprenditoria e della solidarietà.

Per citarne qualcuno, cominciando dall’antica antica e martoriata terra di Malpasso, distrutta dall’eruzione del 1669, vogliamo parlare di Gio Battista Mirone, detto “jacitano” in quanto originario di quelle terre e sposato con una agiata malpassota, titolare di una “spetiaria, un giardino di ceusi, che li faciano 60 Iditali, una vigna che li facia 150 salmi”, che dava lavoro a moltissimi junnatari sia malpassoti che provenienti da altri villaggi adiacenti. La colata gli distrusse, oltre al palazzo ed altri immobili destinati alla coltivazione del baco da seta.

Poi don Antonio Bufali, trasferitosi a Malpasso attorno al 1640, bravo ed apprezzato medico che prestò la sua opera di medico competente, scrupoloso e sempre disponibile.

Il terribile terremoto del 1693 distrusse anche il nuovo paese edificato nell’area di Valcorrente in un  territorio messo a disposizione dai Moncada.  Gli abitanti del rinato borgo lo avevano chiamato Fenicia Moncada, richiamando il mitico uccello che rinasce dalle proprie ceneri e accostandolo ai Moncada, che ne consentirono la edificazione, anche se inizialmente avevano pensato di titolarlo Fenicia Terranova. A seguito di quest’altra distruzione don Lorenzo Bufali, dottore in scienze umanistiche e già nominato “segreto”  dai Moncada, lavorò con ardore e dedizione per la costruzione del nuovo centro abitato che fu chiamato Belpasso.

E continuando nel tempo, ricordiamo il dottore Salvatore Apa, medico che condusse studi approfonditi sul verme tenia presso l’università di Parigi;  Giovanni Romeo delle Torrazze, militare e politico italiano; Roberto Sava, medico, filosofo e naturalista,  Antonino Sava, ingegnere progettò e realizzo a Monterey in Messico un imponente acquedotto e  l’Hospital para la Securitade Social per una capienza di oltre 1.000 posti letto; Nino Martoglio, commediografo, giornalista e regista cinematografico, don Raffaele Stramondo, frate benedettino e pittore di fama nazionale; Pippo Caruso, direttore d’orchestra e compositore; Alfio Andronico, studioso di logica matematica che contribuì alla realizzazione del primo calcolatore digitale italiano. Belpasso ha anche ospitato altri illustri personaggi tra i quali l’avv. Antonino Russo Giusti, giurista e commediografo.

Francesco Condorelli

Tornando al cavaliere Condorelli, cominciò la sua carriera di pasticcere partendo dal basso, come apprendista presso la dolceria Roccella di Belpasso per trasferirsi prima a Catania nei laboratori delle pasticcerie Marcianti, Giangreco e Costa e poi in Istria.

Apre la pasticceria proprio nelle adiacenze di piazza Stella Aragona nel gennaio del 1933 e, mettendo a frutto le esperienze maturate e la sua inventiva, evolve le produzioni dolciarie fino ad arrivare al “torroncino” diventato famoso e ricercato in quasi tutti i continenti.

Ma Francesco Condorelli, figlio dell’Etna e della Terra di Malpasso, vuole far conoscere a tutti il luogo martoriato ma prospero nel quale vengono prodotte le sue squisitezze. Decide quindi, come gli antenati fenicioti, di inserire nel logo dell’azienda quell’araba fenice che risorge sempre dalle sue ceneri quasi a predire l’immortalità dei suoi saperi. Saperi trasferiti – dopo la sua morte il 19 agosto 2003 – al figlio Giuseppe, anche lui insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 2017.

Efesto in pietra lavica a Belpasso

E lui, Francesco Condorelli, scolpito sulla pietra di Siracusa ma con basamento in pietra lavica, sornione, adesso ammicca Efesto scolpito sulla pietra lavica e facente parte del progetto Belpasso città delle cento sculture. Quell’Efesto, dimorante nelle viscere dell’Etna, geniale costruttore di armi e armature che, deluso dalla moglie Afrodite, costruisce un automa dalle sembianze femminili, praticamente il primo robot che il mito antico ci tramanda. Chissà se Francesco Condorelli in sogno non abbia avuto qualche suggerimento proprio da quel mito.

E dall’antico mito antico di Efesto al moderno mito del cavaliere Francesco Condorelli, il passo è stato veramente breve!

Con il titolo: l’abbraccio tra il cavaliere Francesco Condorelli e Leo Gullotta, bravissimo e popolare testimonial dei celebri torroncini. Un  sentito ringraziamento a Giuseppe Condorelli per la gentile concessione delle splendide foto del padre che pubblichiamo in questo articolo

 

 

 

Luciano Signorello

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