di Giuseppe Riggio

La particolare atmosfera che regna intorno all’Etna a volte può suscitare inaspettate rivelazioni, improvvise intuizioni destinate a cambiare il corso del sapere. E’ successo  di recente all’autore notoriamente … scooppista di una trasmissione  televisiva che ha deciso di dedicare un lungo e articolato servizio alle “turrette“, quelle che secondo la moda corrente ormai bisogna definire “piramidi”.

Un quarto d’ora di prezioso tempo televisivo è stato utilizzato dall’ineffabile personaggio per creare un crescendo di suspense  intorno all’origine degli accumuli di pietre più o meno rifiniti e articolati che si trovano disseminati intorno al vulcano. Per andare “oltre il confine” è stato ovviamente subito banalizzata l’ipotesi che si possa trattare di semplici depositi di pietre. E già dopo pochi minuti di trasmissione, vista l’atmosfera magistralmente creata dal conduttore, mi aspettavo l’entrata in scena di misteriosi popoli sbarcati da pianeti lontani o di indigeni dediti alla venerazione del dio del fuoco.  Invece sono stato deluso.

Devo ammettere che se avessi scommesso sul finale del lungo servizio avrei platealmente sbagliato. La folgorante rivelazione sull’origine di quella che noi banalmente chiamiamo “turrette” è stata finalmente articolata intorno al minuto quattordici del filmato: le “piramidi” che vediamo sparse nei vecchi vigneti sono state costruite  per creare “scogli artificiali destinati a separare le colate“. Con tanto di scritta in sovrimpressione sulle immagini, giusto per non generare nessun tipo di dubbio interpretativo. Un vero scoop …

D’ora in poi non avremo più dubbi. Gli uomini (ma anche tante donne e bambini) che hanno costruito nei secoli questi accumuli di rocce laviche, le ciurme di robusti spietratori assoldati per dissodare le falde del vulcano stavano in realtà realizzando delle chiare direttive di protezione civile. Tiravano via le pietre dai terreni, ma le andavano a sistemare in modo tale da proteggere i centri abitati qualora fosse arrivata all’improvviso una colata.

Ringraziamo gli autori della trasmissione televisiva che ci hanno donato una nuova fantasiosa congettura. Non altari preistorici dunque ma, pensate un po’, baluardi destinati a far disperdere la lava verso i terreni che erano stati appena faticosamente dissodati! Sotto a chi tocca. Avanti il prossimo e che la spari bella grossa.

La foto con il titolo dal web 

Giuseppe Riggio

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