Comunicato Stampa
La scuola di graphic design dell’Accademia di Belle Arti di Catania (via Vanasco 9) dedica fino a domani 25 marzo tre giornate alla figura di Armando Testa (Torino, 23 marzo 1917 – Torino, 20 marzo 1992), in occasione del centenario della nascita. Armando Testa è il sempiterno fanciullo creatore dei più stravaganti personaggi della pubblicità italiana. Attento osservatore del mondo, tutti i suoi progetti sono frutto di una profonda analisi del circostante e di un divertente lavoro di bricolage che unisce immagini del fantastico, suggestioni attinte dall’arte ed elementi della vita reale.
Ogni suo progetto è un cortocircuito visivo, ed in questo risiede la capacità di persistere nella memoria di artefatti comunicativi che, con una semplice grammatica visiva, hanno saputo ricreare l’immaginario collettivo di intere generazioni. Disse: «Spesso, quando qualcuno mi chiede dei miei inizi, dico che sono nato povero, ma moderno. A 14 anni sono entrato in tipografia per fare l’apprendista compositore. Pur lavorando in un ambiente vecchio e tradizionale, ero curiosissimo di scoprire quanto di nuovo c’era in giro e leggevo tutte le riviste che mi capitavano sotto mano: la curiosità è il primo scalino verso la creatività. Questa passione per le tendenze più nuove in campo grafico e pittorico e l’amore istintivo per l’arte astratta hanno contribuito a formarmi una cultura. Una cultura non razionalmente costruita, ma che proprio per questo mi consente oggi di trovarmi in una situazione di assoluta libertà rispetto alla “cultura ufficiale”».
Diverse le iniziative pensate per il centenario: una Mostra di artefatti comunicativi dedicati al grafico moderno, realizzati dagli studenti del primo anno del biennio di graphic design—editoria dell’Accademia di Belle Arti di Catania; esposizione bibliografica con volumi di e su Armando Testa, testi critici sul suo lavoro, raccolte di libri, cataloghi, monografie delle mostre personali, manifesti, pubblicità; carosello e la pubblicità televisiva riproduzione dei filmati andati in onda dal 1963 al 1976, da Caballero a Papalla, da cera Glocò all’ippopotamo Pippo; proiezione del documentario: Armando Testa. Povero ma moderno, regia di Pappi Corsicato, prodotto da Baires e Little Bull e distribuito da Rai Trade, 2009, presentato alla mostra del cinena di Venezia.
Chi era – Armando Testa nasce a Torino il 23 marzo del 1917. Frequenta la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia. A vent’anni, nel 1937, vince il suo primo concorso per la realizzazione di un manifesto per ICI (colori e inchiostri di stampa). Dopo la guerra lavora per note case come Martini&Rossi, Carpano e Borsalino. Nel 1956 nasce lo Studio Testa dedicato alla pubblicità sia grafica ma anche televisiva. Vince nel 1958, ma rifiutato, il concorso nazionale per il manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Roma (1960).
Vince nuovamente il secondo concorso indetto nel 1959. Tra gli anni ‘50 e ‘70, nascono pubblicità divenute poi storiche, come il Digestivo Antonetto (1960); l’aperitivo Punt e Mes (1960); i pupazzi di Caballero e Carmencita per il Café Paulista di Lavazza (1965); gli sferici abitanti del pianeta Papalla per Philco (1966); Pippo, l’ippopotamo azzurro per i pannolini Lines (1966-1967). Dal 1965 al 1971 ha insegnato Disegno e Composizione della Stampa presso il Politecnico di Torino. Nel 1968 riceve la Medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione e nel 1975 dalla Federazione Italiana Pubblicità. Nel 1978 lo Studio Testa diventa Armando Testa S.p.A. aprendo sedi a Milano e Roma.
Dalla metà degli anni ‘80, progetta manifesti per eventi, istituzioni culturali e di impegno sociale, come Amnesty International, Croce Rossa, Festival dei Due Mondi di Spoleto e Teatro Regio di Torino. Testa realizza anche i marchi che contrassegnano enti culturali come il Salone del Libro, il Festival Cinema Giovani di Torino e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Diverse sono le istituzioni italiane e straniere, che hanno dedicato mostre a Testa e alla sua opera, senza trascurare la sua attività pittorica. Vanno ricordati: Milano (1984); Torino (1985); New York (1987); Madrid 1989, Firenze e Gerusalemme (1993); Torino (2001); Napoli e Londra (2004). Le sue opere fanno parte di importanti collezioni museali quali il MoMA di New York, lo Staedelijk Museum di Amsterdam, The Israel Museum di Gerusalemme, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e numerose altre istituzioni internazionali. Nel 1989 diviene Honor Laureate presso la Colorado State Universily di Fort Collins. Muore a Torino nel marzo 1992, 3 giorni prima del suo 75° compleanno.
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