di Barbara Mileto
Un sabato pomeriggio di ottobre, uno di quei pomeriggi ancora tiepidi d’estate e già odorosi di autunno, qualcuno ebbe la strampalata idea di chiudere un’intera strada di un piccolo paesino solo per raccontare storie colorate ai bambini. Buttò per terra un lenzuolo vecchio e sopra di esso una tavola grande di compensato sulla quale aveva steso un rullo bianco di carta da disegno. Vi sparpagliò sopra vari tubetti di colore e aspettò. Aspettò gli adulti che avrebbero raccontato la storia, aspettò i bambini che l’avrebbero disegnata. Nel frattempo si godeva gli sguardi meravigliati dei passanti e ogni tanto buttava l’occhio verso di lei che sovrastava la stradina immobile e maestosa.
Ora se Lei è A’Muntagna, il Vulcano, l’Etna, il paese è Trecastagni, gli adulti sono Sergio Mangiameli, Salvo Caffo, Riccardo La Spina, Gabriella Trovato la storia si fa interessante.
Su quel pezzo di mondo, chiuso tra la pietra lavica dei muri e steso su di un lenzuolo vecchio, ognuno prese il suo posto. Il vulcanologo, lo scrittore, l’illustratore, la maestra di disegno e davanti a loro i bambini e i loro pennelli. Ognuno dei grandi disse una parola sulla Montagna che immobile e curiosa li ascoltava. Ognuno dei grandi pensava di sapere tutto sul Vulcano (avevano scritto il “Manuale raccontato di Vulcanologia”, mica niente…) e di poterlo insegnare ai piccoli; con parole semplici li accompagnarono dentro le cavità, indietro nel tempo, su per i condotti sotterranei, fino ad esplodere dal cratere più grande.
E i bambini, alla fine, parlarono e iniziarono a raccontarla loro la storia del vulcano, con le parole e con i colori, perché gli adulti avevano dimenticato di dire molte cose.
Mentre i bambini spiegavano ai grandi i loro pensieri il foglio bianco cominciò a riempirsi di una storia bellissima, una storia in cui ogni cosa ha un colore: “Azzurro come il cielo, giallo come il sole, rosso come la lava, marrone come…come il cioccolato?” e nacque la Montagna; una storia nella quale una rana si arrampica sul lato più scosceso del vulcano arroventato perché “una rana è perfetta sull’Etna” e spuntarono gli animali. Raccontavano la storia mentre la costruivano, e la storia mutava, il disegno mutava, ogni istante, in un tempo immobile e in movimento, che il tempo per i bambini è ora ed è per sempre, così piovve, un gran temporale e ci fu bisogno di costruire dei ripari per gli animali, soprattutto per i lombrichi. Quel tempo infinito scorreva fluido come la loro immaginazione. Quando un bambino sogna non bisognerebbe mai interromperlo. Così il vulcanologo, lo scrittore, l’illustratore, la maestra di disegno e quel folle che aveva chiuso un’intera strada solo per raccontare storie colorate ai bambini li osservarono finché non ebbero finito di dipingere la loro Montagna.
Liberamente ispirato da una storia vera.
Trecastagni 14/15 Ottobre 2017 – Un Vulcano di Libri – con Sergio Mangiameli, Salvo Caffo, Riccardo La Spina, Gabriella Trovato, Associazione “Le Trame” aps
Anche la meravigliosa foto con il titolo e quelle della gallery, coloratissima e piena di vita, sono di Barbara Mileto, talentuosissima fotografa oltre che eccellente scrittrice, che ringraziamo di cuore.
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