di Gaetano Perricone

ECCOMI PER VOI

Per una volta, certo che lei mi perdonerà, rubo il mestiere alla carissima e bravissima Antonella De Francesco e scrivo sul mio blog di cinema.  Per dirvi la mia, dopo averlo fatto su fatto anche su feisbuc, sull’opera che, presumibilmente, in questo sabato preelettorale riempirà tante sale in tutta Italia.

Ho voluto vederlo subito, giovedì 23 maggio, appena arrivato in sala, al primo spettacolo l’atteso film di Marco Bellocchio sulla storia di Masino Buscetta, l’uomo che ha cambiato la vicenda di Cosa Nostra e forse del nostro Paese. A mio modo, ho ricordato così la strage di Capaci e il sacrificio di Giovanni Falcone.

locandinaPer me, forse anche con la deformazione del vecchio cronista testimone di quel tempo, è un grandissimo film. Grazie alla mano di uno dei più importanti registi in circolazione, capace di raccontare un pezzo di storia d’Italia fondamentale e complesso con chiarezza, lucidità, incisività esemplare e di restituire al pubblico tutto l’orrore e la crudeltà della mafia, enorme “montagna di merda”. Ma anche e soprattutto grazie all’infinito Pierfrancesco Favino, perfetto e avvincente nel raccontarci la vita spericolata, il travaglio e il dramma umano del primo pentito di Cosa Nostra, da femminaro e gaudente di quella che lui definiva “vecchia mafia” a condannato a morte dai suoi ex sodali; la sua tragedia familiare, il suo rapporto leale, intenso e a tratti commovente con il giudice Falcone; le tappe della sua intensissima storia giudiziaria e della sua perenne fuga, braccato dalla mafia che lo cerca per ucciderlo e protetto dallo Stato, fino alla morte nel proprio letto, com’era sua massima aspirazione, il 2 aprile del 2000. Straordinaria la somiglianza con Buscetta negli atteggiamenti e perfino nella voce, così come quella del bravissimo, “funambolico” Luigi Lo Cascio nei panni e nei virtuosismi dialettali in palermitano ncarcato di Totuccio Contorno.

Giovanni Falcone nel film
Giovanni Falcone nel film


Nella narrazione di Marco Bellocchio, se Buscetta resta nella storia come “il traditore” di Cosa Nostra e l’uomo che ne svelò i segreti, alla fine il vero, ignobile e squallido traditore in questa vicenda risulta essere Pippo Calò, il “cassiere della mafia” una volta grande amico di Don Masino, perfino umanamente più ributtante della iena Totò Riina.

Film da vedere, per capire meglio e riflettere. Film davvero importante, grande cinema, con una eccellente ricostruzione storica e interpretazioni tutte di altissimo livello. Affascinante e continuo cambio di ambientazione, tra i vicoli della Palermo insanguinata dei terribili omicidi di Cosa Nostra e i bellissimi panorami notturni dominati dal “Pan de Sugar” di Rio de Janeiro. E una volta tanto e finalmente, la parlata in dialetto siciliano stretto non è folklore, ma rende in pieno i personaggi e il loro livello.

Marco Gambino nei panni del procuratore Pajno
Marco Gambino nei panni del procuratore Pajno

Piccolo motivo di orgoglio familiare: la presenza nel cast del mio caro cugino Marco Gambino, ottimo e affermato attore, nella parte piccola, ma significativa del procuratore generale Pajno, che andò ad accogliere Masino Buscetta arrivato dal Brasile prima dell’incontro in località segreta con Falcone.

Ps: ho saputo poi dai telegiornali dei 12 minuti di applausi per il film a Cannes e della “standing ovation” nei commenti. Ne sono molto felice, vuol dire che ci ho visto bene. Spero che sia “Palma d’oro“, sarebbe meritatissima. Per Bellocchio, Favino e per una storia spaventosa ma anche piena di umanità, che merita di restare immortalata dal cinema migliore.

 

Con il titolo: Pierfrancesco Favino nei panni di Buscetta, uno scatto dal film

Gaetano Perricone

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