di Gaetano Perricone

Con Umberto Marino, presidente del CAI di Catania e Giacomo Drago, responsabile del progetto MomtagnAmo di Down DADI

La scalata della vita continua e raggiunge traguardi sempre più brillanti e impensabili quando cominciò questa straordinaria avventura: i ragazzi con sindrome di Down dell’associazione padovana Down DADI, dopo la straordinaria conquista della vetta dell’Etna sul bordo del cratere della Bocca Nuova il 7 settembre 2019, insieme al grande promotore del progetto MontagnAmo che li ha portati in cima al vulcano Giacomo Drago e alle due bravissime educatrici Jehona Seu e Micol Pelliccia, sono diventati nei giorni scorsi soci ordinari del Club Alpino Italiano Sezione dell’Etna.

E’ davvero una grande e a mio avviso splendida notizia per celebrare nel migliore dei modi la  Giornata mondiale della Sindrome di Down, che ricorre oggi 21 marzo. E’ la prima volta che succede in Italia, non so in altre parti del mondo, che un gruppo di persone con disabilità intellettiva vengano formalmente aggregati, al pari di chiunque altro, alla più antica – il CAI nacque a Torino il 12 agosto 1863 – e vasta associazione di alpinisti, appassionati, amanti e cultori della montagna in Italia. Un reciproco, importante apprezzamento dopo la impresa da record mondiale dei nove ragazzi padovani sulla nostra Muntagna con il fondamentale sostegno e assistenza del CAI sezione Etna e delle guide del vulcano, ma anche il suggello di una meravigliosa, affascinante storia di amicizia e solidarietà che ha legato in modo ormai indissolubile, come ho avuto modo di raccontare nel mio libro La scalata della vita, amanti della montagna del profondo nord e del profondo sud d’Italia. Senza muri, ma con grande umanità.

7 settembre 2019: foto ricordo per i ragazzi di Down DADI sulla cima della Bocca Nuova dell’Etna

Dunque da venerdì 18 marzo, come vedete nella foto in apertura di questo articolo, Ilenia Alfonsi, Enrico Battisti, Sofia Bauchensky, Giorgia Boscolo, Raffaele Boscolo, Giulia Drago, Leonardo Imbrogno, Giulia Pertile e Martina Scarmozzino, insieme alle due educatrici (Giacomo Drago era già iscritto al CAI sezione Etna dai giorni dell’impresa sul vulcano), hanno il loro tesserino di soci del Club Alpino Italiano etneo, uno dei più importanti e significativi del nostro Paese dal punto di vista geografico e storico. E, particolare di grande valore, in un luogo distante oltre 1250 chilometri da quelli dove questi ragazzi con sindrome di Down conducono la loro “vita vera” come tutti gli altri, con la loro casa, il loro lavoro, i loro amori, le loro scalate in altre montagne.

Hanno fortemente voluto questa iscrizione di grande valore simbolico e ne sono artefici principali, con molto entusiasmo, Giacomo Drago e naturalmente il presidente del CAI Sezione Etna Umberto Marino, che hanno cementato sulla splendida avventura siciliana dei ragazzi padovani un rapporto di stima e amicizia. Spiega Drago: Il progetto MontagnAmo è nato a Padova ed  stato pensato circa dieci anni fa all’interno dei percorsi di autonomia dell’associazione Down Dadi  come proposta finalizzata alla frequentazione dell’ambiente montano in modo naturale e “normale”, considerando che è rivolto a giovani con sindrome di Down e disabilità intellettiva. La montagna è vista come ambiente altamente educativo e soprattutto intesa come “stile di vita”, privilegiando all’approccio riabilitativo-terapeutico metodiche  finalizzate ad irrobustire, migliorare e valorizzare la consapevolezza  delle abilità di cui ognuno è portatore. Io avevo già trasferito la mia iscrizione dal CAI di Padova alla sezione Etna del CAI di Catania come segno di riconoscimento nei confronti di chi già dal 2018 mi aveva accolto con grande ed inaspettata disponibilità quando ero arrivato per proporre ed organizzare la settimana di MontagnAmo sull’Etna, regalandomi la consapevolezza  di appartenere  ad una comunità che tanto generosamente e senza risparmio di energie si era impegnata affinché i giovani con sindrome di Down padovani potessero realizzare il loro progetto in terra di Sicilia. Da parte dei giovani protagonisti di quella bellissima esperienza è emersa la volontà di far parte della grande famiglia del CAI ed in particolare della sezione Etna in quanto anche loro, grazie alle esperienze vissute, si sentivano già parte di quella comunità. Ho quindi chiesto ad Umberto – conclude Giacomo Drago – di valutare la possibilità di iscrivere due psicologhe di Down DADI  e i giovani con sindrome di Down padovani come soci ordinari ed ora noi del  progetto MontagnAmo  facciamo orgogliosamente tutti parte della comunità del CAI sezione Etna. Ringrazio dal profondo del cuore il Presidente e tutto il Consiglio Direttivo di tanta disponibilità e lungimiranza nel comprendere e sostenere un progetto dal grande valore sociale (MontagnAmo è un tassello del più ampio progetto di vita attiva di Down Dadi) che permette il raggiungimento dell’obiettivo fondamentale: la felicità”.

Giacomo Drago e Umberto Marino al Rifugio Sapienza

Particolarmente contento e legittimamente orgoglioso Umberto Marino: “Dal progetto Montagnamo alla vetta dell’Etna ci unisce una grande passione per la montagna! Quella avventura, vissuta con entusiasmo e curiosità, ha permesso ai ragazzi di mettere a frutto le esperienze precedenti rafforzando la capacità di impegnarsi e il senso di responsabilità. L’interazione del gruppo con noi accompagnatori ha favorito le capacità socio-relazionali. Tutto questo ha costituito per noi motivo di orgoglio e di soddisfazione. Apprendere che il gruppo ha deciso di iscriversi alla Sezione di Catania è una grande gioia per noi e costituisce un riconoscimento del lavoro svolto dal CAI e dai suoi volontari. Il nostro impegno continuerà con entusiasmo e consapevolezza”.

Si rafforza così, all’insegna della piena integrazione e dell’amicizia che superano ogni pregiudizio, il legame tra Padova e l’Etna, tra profondo nord e profondo sud, che è un tratto fondamentale di questa bellissima storia di solidarietà.

 

Gaetano Perricone

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