FONTE: INGVVulcani
(Aggiornamento all’8 maggio 2019)
Articolo redatto da Boris Behncke e Marco Neri, utilizzando i dati ottenuti dalle reti di monitoraggio dell’INGV.
Dopo pochi mesi di relativa calma, nelle ultime due settimane si stanno nuovamente osservando i tipici segni di risveglio del vulcano ai crateri sommitali dell’Etna. Verso la metà marzo 2019 si è cominciato ad udire boati creati da esplosioni stromboliane in profondità all’interno del condotto della Bocca Nuova, il più grande dei crateri sommitali. Da fine marzo in poi, le immagini dei sensori termici satellitari hanno rilevato anomalie termiche (Figura 1), sia in corrispondenza della depressione craterica occidentale della Bocca Nuova (BN-1), sia, in maniera intermittente e comunque meno accentuata, alla bocca orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est.
Durante gli ultimi giorni di aprile 2019, sono stati osservati lanci di bombe incandescenti, che hanno superato l’altezza dell’orlo craterico per ricadere dentro la bocca stessa. Infine, nella mattinata dell’1 maggio, sono state ritrovate fuori dall’orlo craterico delle scorie appena eruttate, come non era stato più osservato dal mattino del 27 dicembre 2018.
Questa più recente attività non ha riguardato soltanto la Bocca Nuova. Il cratere Voragine, infatti, ha prima formato al suo interno due piccoli crateri di sprofondamento (rispettivamente il 12 gennaio ed il 18 aprile 2019) che hanno iniziato ad emettere gas incandescenti (Figura 2). Dal 20 aprile queste due bocche hanno generato anche sporadiche, modeste esplosioni con emissione di cenere, che hanno determinato il loro progressivo allargamento fino a quando le due bocche si sono saldate formando un’unica depressione più grande.
Il Cratere di Nord-Est, che tra gennaio e febbraio 2019 aveva copiosamente eruttato densi pennacchi gassosi molto ricchi di cenere, il 26 aprile ha anche lui generato piccole esplosioni stromboliane, che poco dopo (28 aprile) hanno iniziato ad interessare anche la bocca orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est. Dal 2 maggio, l’attività si è leggermente intensificata al Nuovo Cratere di Sud-Est, che ha prodotto piccoli sbuffi di cenere a volte frammisti con materiale piroclastico incandescente. Alcune scene di questi eventi sono rappresentati nella Figura 3.
Questi fenomeni segnano la ripresa dell’attività eruttiva dei crateri sommitali dell’Etna, dopo poco più di due mesi di relativa calma, contrassegnati quasi esclusivamente da emissioni di gas. Ciò ricorda, in certa misura, quanto accaduto nel periodo di giugno-luglio 2018, quando si è notata una progressiva riattivazione dei crateri sommitali dopo circa un anno di quiescenza. In ogni caso, l’attività eruttiva sommitale ora in corso è quella più caratteristica e più frequente dell’Etna, e quindi l’attuale risveglio del vulcano è del tutto normale.
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Con il titolo: parte nord-orientale del cratere Voragine con le tre bocche di sprofondamento formatesi, rispettivamente, il 7 agosto 2016 (1), il 12 gennaio 2019 (2) e il 18 aprile 2019 (3).
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