FONTE: https://ingvvulcani.com/

di Boris Behncke

Boris Behncke

Per alcuni decenni, il Cratere di Nord-Est, il più anziano dei quattro crateri sommitali dell’Etna, sembrava un vecchio brontolone, che nella sua gioventù aveva fatto tanto spettacolo, però ormai si limitava ad attività piuttosto modeste, normalmente limitate all’interno del suo ampio e profondo pozzo interno. A Natale 2025 però è tornato a farsi sentire con  fontane di lava e colonne eruttive cariche di cenere e lapilli, quasi 28 anni dopo il suo ultimo episodio parossistico.

Tutto è iniziato nella giornata del 24 dicembre, quando la rete di monitoraggio dell’INGV-Osservatorio Etneo a Catania ha mostrato un deciso cambiamento dei segnali monitorati, ossia il tremore vulcanico (Figura 1), le deformazioni del suolo, e l’attività infrasonica.

Figura 1 - Il grafico mostra l’andamento dell’ampiezza del tremore vulcanico registrato dalla stazione “ECPN”, che è ubicata a quota circa 3000 m alla base sud-occidentale del cratere Bocca Nuova. Si notano bene i due picchi prodotti dagli episodi parossistici nel mattino e nel pomeriggio del 27 dicembre 2025

Figura 1 – Il grafico mostra l’andamento dell’ampiezza del tremore vulcanico registrato dalla stazione “ECPN”, che è ubicata a quota circa 3000 m alla base sud-occidentale del cratere Bocca Nuova. Si notano bene i due picchi prodotti dagli episodi parossistici nel mattino e nel pomeriggio del 27 dicembre 2025. Nella notte tra il 25 e il 26 l’attività stromboliana alla BN-2, una delle due bocche aperte all’interno del cratere Bocca Nuova, è diventata più frequente ed intensa, con lanci di materiale incandescente fino a 100 m sopra l’orlo craterico; contemporaneamente sono aumentati i bagliori in corrispondenza del Cratere di Nord-Est (Figura 2).

Figura 2 - Attività stromboliana al cratere BN-2 della Bocca Nuova (a sinistra) e bagliori prodotti dall’attività del Cratere di Nord-Est sullo sfondo, all’alba del 26 dicembre 2025, ripresa dalla telecamera di sorveglianza “EMOV”, che è ubicata sulla Montagnola, sull’alto versante meridionale dell’Etna

Figura 2 – Attività stromboliana al cratere BN-2 della Bocca Nuova (a sinistra) e bagliori prodotti dall’attività del Cratere di Nord-Est sullo sfondo, all’alba del 26 dicembre 2025, ripresa dalla telecamera di sorveglianza “EMOV”, che è ubicata sulla Montagnola, sull’alto versante meridionale dell’Etna.

Durante la giornata del 26, le condizioni meteorologiche sono peggiorate e a partire dal tramonto e per tutta la notte erano visibili solo dei forti bagliori rossastri in mezzo alle nuvole (Figura 3), accompagnati da continui boati udibili lungo le pendici del vulcano.

Figura 3 - Bagliori nelle nuvole: l’attività del Cratere di Nord-Est nella serata del 26 dicembre 2025, vista dalle campagne vicino all’abitato di Bronte, sul versante occidentale dell’Etna. Foto di Boris Behncke (INGV)
Figura 3 – Bagliori nelle nuvole: l’attività del Cratere di Nord-Est nella serata del 26 dicembre 2025, vista dalle campagne vicino all’abitato di Bronte, sul versante occidentale dell’Etna. Foto di Boris Behncke (INGV).

Nelle prime ore del 27 dicembre, le condizioni di visibilità sono gradualmente migliorate nei settori occidentale e settentrionale del vulcano, e all’alba l’attività del Cratere di Nord-Est è progressivamente aumentata (Figura 4). Contemporaneamente, da una bocca posta sul fianco orientale del cratere Voragine, è stata emessa una colata di lava in direzione della Valle del Bove, che in mattinata aveva raggiunto una lunghezza di poco meno di 2 km.

Figura 4 - (a) Attività stromboliana al Cratere di Nord-Est all’alba del 27 dicembre 2025. (b) Colonna eruttiva prodotta dal primo episodio parossistico al Cratere di Nord-Est nel mattino del 27 dicembre. Immagini catturate dalla webcam di sorveglianza “EBVH” dell’INGV-Osservatorio Etneo a Bronte
Figura 4 – (a) Attività stromboliana al Cratere di Nord-Est all’alba del 27 dicembre 2025. (b) Colonna eruttiva prodotta dal primo episodio parossistico al Cratere di Nord-Est nel mattino del 27 dicembre. Immagini catturate dalla webcam di sorveglianza “EBVH” dell’INGV-Osservatorio Etneo a Bronte.

Dopo una breve diminuzione dell’attività eruttiva, alle ore 10:00 il Cratere di Nord-Est ha cominciato a produrre delle fontane di lava, getti incandescenti alti circa 100-150 m sopra l’orlo craterico e una colonna eruttiva carica di materiale piroclastico (Figura 4). Allo stesso tempo, la bocca apertasi sull’alto fianco orientale della Voragine ha cominciato ad emettere cenere. La fase parossistica è durata circa un’ora e la colonna eruttiva ha raggiunto un’altezza di circa 8 km sopra il livello del mare.

Dopo questo episodio, è continuata una modesta attività esplosiva alla bocca posta sul fianco orientale della Voragine, producendo un pennacchio di cenere diluita, mentre il Cratere di Nord-Est ha continuato ad emettere sporadici sbuffi di cenere.

Alle ore 15:15 l’attività del Cratere di Nord-Est si è rapidamente accentuata, con fontane di lava che hanno raggiunto altezze di circa 400-500 m e che hanno prodotto una densa colonna eruttiva (Figura 5a) che si è alzata fino a oltre 10 km sopra il livello del mare. Questo secondo episodio parossistico è durato circa 45 minuti ed è stato seguito da una serie di potenti esplosioni stromboliane “a bolla”, che hanno lanciato materiale molto grossolano su tutto il cono del Cratere di Nord-Est e oltre la sua base (Figura 5b). Successivamente sono state osservate nuove emissioni di ceneri.

Figura 5 - (a) Il secondo episodio parossistico al Cratere di Nord-Est nel pomeriggio del 27 dicembre 2025. (b) Attività stromboliana alla bocca sul fianco orientale della Voragine, al tramonto del 27 dicembre 2025. Immagini catturate dalla telecamera di sorveglianza “EMOV”, che è ubicata sulla Montagnola, sull’alto versante meridionale dell’Etna.
Figura 5 – (a) Il secondo episodio parossistico al Cratere di Nord-Est nel pomeriggio del 27 dicembre 2025. (b) Attività stromboliana alla bocca sul fianco orientale della Voragine, al tramonto del 27 dicembre 2025. Immagini catturate dalla telecamera di sorveglianza “EMOV”, che è ubicata sulla Montagnola, sull’alto versante meridionale dell’Etna. All’imbrunire si sono visti piccoli getti incandescenti alla bocca che si era aperta all’alba sul fianco orientale della Voragine. Nella serata è avvenuta una nuova ripresa dell’attività esplosiva al Cratere di Nord-Est; alcune esplosioni hanno lanciato bombe incandescenti su tutto il cono e oltre la sua base (Figura 6).
Figura 6: Spettacolare immagine dell’attività esplosiva del Cratere di Nord-Est nella serata del 27 dicembre 2025. A sinistra si vede anche l’attività, molto meno intensa, alla Voragine (Foto Fabrizio Zuccarello, guida vulcanologica).

Figura 6 – Spettacolare immagine dell’attività esplosiva del Cratere di Nord-Est nella serata del 27 dicembre 2025. A sinistra si vede anche l’attività, molto meno intensa, alla Voragine (Foto Fabrizio Zuccarello, guida vulcanologica) Questa volta però l’attività non si è evoluta verso ulteriori fenomeni parossistici. All’alba del 28 dicembre 2025 continua in maniera costante l’attività stromboliana alla bocca posta sull’alto fianco orientale della Voragine, e la colata lavica, che sta uscendo da un’altra bocca, ubicata alla base orientale della Voragine, è tuttora alimentata.

Un anno movimentato

Gli eventi di questi giorni sono l’ultimo colpo di scena alla fine di un anno caratterizzato da diverse fasi di attività con caratteristiche molto variabili. Tre sono state le fasi eruttive precedenti nel 2025la prima dall’8 febbraio al 2 marzo, con l’emissione di una colata di lava sul fianco sud-occidentale (https://ingvvulcani.com/2025/03/05/tra-lava-e-ghiaccio-il-risveglio-delletna/) e un’attività esplosiva al Cratere di Sud-Estla seconda dal 15 marzo fino al 19 giugno al Cratere di Sud-Est, che si è articolata in quindici episodi eruttivi, per lo più molto modesti – e con un singolo episodio (2 giugno) risultato notevolmente più intenso (https://ingvvulcani.com/2025/06/03/etnas-il-sistema-di-rilevamento-precoce-di-eventi-eruttivi-delletna/); infine la terza fase, dal 14 agosto al 2 settembre, ha prodotto una nuova colata di lava accanto a quella di febbraio, ma anche altre due, più piccole, dai fianchi del Cratere di Sud-Est. Anche in questa fase, l’attività effusiva è stata accompagnata da attività esplosiva al Cratere di Sud-Est.

Gaetano Perricone

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