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L’ascesa è finita. Con Giorgio Leonetti, foto ricordo a Torre del Filosofo

di Gaetano Perricone

Che l’Etna, il più alto vulcano attivo dell’Europa continentale, la meravigliosa Muntagna Patrimonio Mondiale dell’Umanità, mi abbia assolutamente conquistato, è ben noto da tempo e sotto gli occhi di tutti. Che, da 20 anni a questa parte, abbia occupato e occupi un posto decisamente rilevante nella mia esistenza, è quanto mai evidente. E del resto l’ho scritto a chiare lettere fin dal mese di dicembre del 2004, quando fu pubblicato il mio libro “La mia Etna. Dialogo con la Muntagna” (Giuseppe Maimone Editore), un vero e proprio atto, dichiarato d’amore per Idda.

Non era invece mai successo – dal gennaio 1998, da quando cioè sono venuto a lavorare a quindi a vivere alle pendici del vulcano – che fossi io a “conquistare” l’Etna. Nel senso letterale del termine: con le mie gambe, i miei polmoni, il mio cuore, le mie energie, le mie risorse fisiche insomma. Come fanno i veri trekkers ed escursionisti, che amano raggiungere a piedi le cime più alte e fascinose. E’ accaduto in passato più volte, quando lavoravo al Parco, che ho raggiunto la sommità dei crateri e visto da molto vicino le eruzioni, vivendo “live” queste straordinarie e indimenticabili emozioni in compagnia di guide ed esperti. Ma la lunga ascesa non l’avevo mai fatto: non me lo consentivano la mia stazza fisica (diciamo pure il mio peso eccessivo), fino al 2009 il fumo che mi riempiva i polmoni, l’insicurezza complessiva e la conseguente pigrizia legata a queste condizioni fisiche non certo ideali.

E invece, a 62 anni compiuti, è successo quello che io considero un piccolo miracolo, ma anche e con orgoglio una vera e proprio conquista di cui sono felice, di cui mi attribuisco i meriti proprio per avere modificato radicalmente quelle condizioni. Da ex fumatore ormai da nove anni e con la bellezza di 21 chili in meno, dunque con polmoni, piedi, gambe e ginocchia molto più liberi, ci ho voluto provare. E ci sono riuscito.

Non so quanto potrà interessarvi, ma sul mio blog il cui tema principale è proprio l’Etna questa piccola “impresa” voglio proprio raccontarla. Voglio fare la cronaca di questa per me memorabile e meravigliosa ascesa. La data che ho ben incasellato nell’albo d’oro dei miei ricordi più belli della vita è venerdì 29 giugno 2018, la scorsa settimana, festa di San Pietro e Paolo. La decisione è stata presa per esaudire l’irresistibile desiderio del mio caro amico in visita in Sicilia Giorgio Leonetti, torinese, trekker e maestro di sci di grande esperienza, conoscitore e frequentatore di molte grandi montagne del nord, mai venuto sulla nostra Muntagna. “Voglio riuscire a fare muovere i miei piedi e le mie gambe sull’Etna, lo sogno da tanto tempo”, mi disse tempo fa Giorgio, con l’entusiasmo del ragazzino, in fondo non contraddittorio con la lunga esperienza di uno sportivo di razza (negli anni ’80 e ’90 ha gareggiato con successo nei rally automobilistici, dove ha anche guidato scuderie importanti e nel Campionato Mondiale di Offshore), che di nuove passione ed entusiasmi deve sempre nutrirsi.

Decidiamo, dunque, venerdì 29 giugno di effettuare l’ascesa alla sommità dell’Etna – per la precisione alla base del crateri sommitali, in cima non si poteva neanche provare a salire per il forte vento -, per esaudire il desiderio di entrambi di “conquistare” la Muntagna: lui da nuovo ospite, io da convivente ormai di lunga data che, per le ragioni sopra esposte, non ci aveva mai nemmeno tentato.

ETNA 29 giugno 2018

Poco dopo le nove arriviamo al piazzale del Rifugio Sapienza, dopo che Giorgio Leonetti è già rimasto a bocca aperta nel godere, per la prima volta nella sua vita, l’infinita Bellezza a noi ben nota della salita da Nicolosi sui tornanti della SP 92, tra lave vecchie e più nuove. Alla casetta delle Guide ci scoraggiamo un po’: “Sopra c’è molto vento ed è tanto coperto, quasi piove, probabilmente potrete arrivare poco più in alto della stazione d’arrivo della Funivia, a quota 2500 metri”. Ma la nostra determinazione e motivazione è fortissima: Giorgio, con la sua esperienza, si dice convinto che nel giro di un paio d’ore il vento spazzerà le nuvole; e io gli insegno, con accento palermitano, la nostra bellissima frase dialettale “amunì, comu finisci si cunta“, “andiamo, come finirà si racconterà“.

Insomma, non ci ferma niente e nessuno, è chiarissimo. Con i jeepponi della Funivia, che Giorgio preferisce per guardare meglio il paesaggio, arriviamo a quota 2500 metri, stazione d’arrivo. Il cielo è coperto, ma non troppo; fa freddo, ma siamo ottimamente organizzati per coprirci; ci sono raffiche di vento, che si intensificheranno più tardi. Blocchiamo alle nostre mani e ai nostri polsi, anzi mi aiuta a farlo il mio amico data la mia inesperienza, i preziosi bastoncini di nordic walking che mi ha prestato, con la consueta generosità, l’altro caro amico Rosario Catania. Elettrizzo e motivo ulteriormente Giorgio con un’altra “chicca”: i bastoncini che userà lui,  i più lunghi, sono quelli che Rosario ha usato a metà maggio del 2014 sulla pista del campo sportivo di Nicolosi, dove ha segnato con 70 ore di fila di camminata il World Guinnes Record.

Dopo le fotografie di rito, da vecchi-giovani sportivi, zaini in spalla con quanto ci serve (minuziosamente controllato dal mio esperto compagno di escursione), partiamo, decisi. Subito primo strappo, consistente, sulla pista che conduce a Torre del Filosofo, meta della camminata. Le mie gambe e i piedi rispondono benissimo, sorprendendomi. Alla tabella dei 2550 metri io e Giorgio ci facciamo fotografare, poi andiamo avanti, senza soste. Il mio compagno d’avventura comincia ad articolare l’aggettivo che ripeterà decine di volte fino all’arrivo: “Meraviglioso !”.

Di fronte alla leggendaria Montagnola, ci si para davanti il magnifico cratere nato e cresciuto in gran fretta in otto giorni, con l’eruzione del 2001, che è stato orribilmente (è il mio pensiero) intitolato a Josè Maria Escrivà de Balaguer, fondatore dell”Opus Dei; io e un po’ di altra gente avremmo voluto dedicarlo ad Haroun Tazieff, formidabile vulcanologo francese e grande studioso dell’Etna. E’ fantastico, perfetto, sembra fatto con il computer. Ci passiamo accanto, Giorgio è ammaliato, muore dalla voglia di andare in cima, lo dissuado e lo convinco ad andare avanti verso la meta finale.

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Camminiamo, tra strappi e strappetti che si alternano a tratti di falsopiano. Le mie gambe non solo reggono, ma rispondono alla grande. I 21 chili in meno e i chilometri e chilometri di nuoto nella piscina di Torre del Grifo fanno sentire il loro effetto. Sono allenato e in piena forma, sento di potere andare avanti sicuro. E poi ho i preziosi suggerimenti di Giorgio Leonetti, che da trekker esperto mi suggerisce i passi da fare e il ritmo da tenere.

Eccoci a Piano del Lago, meravigliosa distesa più o meno pianeggiante coperta dalla cenere vulcanica. “Sembra di essere sulla luna“, dice Giorgio. Mi fa sempre un bell’effetto, anche se l’ho sentito tante volte, lo disse perfino Bernie Ecclestone, storico patron della Formula 1, quando lo accompagnai quassù: “Like the moon, like the moon”.  Deviamo verso destra, verso il punto che il mio amico desidera forse vedere più di ogni altra cosa: la emozionante Valle del Bove. Ci avviciniamo in scioltezza al bordo, gli dico di stare attento. Giorgio guarda nel vuoto, nell’immensa, maestosa, cavità naturale, grande “serbatoio” dell’Etna dove spesso si sono riversati milioni di metri cubi di lava durante varie eruzioni. La vista è ottima, il colpo d’occhio come sempre affascinante e anche un po’ inquietante. Leonetti fa un balzo all’indietro, dice solo: “Mamma mia“. E’ stupefatto, lo sono anch’io, nonostante abbia visto questo spettacolo tantissime volte.

Si sale, decisi. Foto insieme alla tabella a quota 2720 metri, foto al cratere nato dall’eruzione del 2002, sulla nostra sinistra. Siamo e ci sentiamo felicemente soli, anzi in compagnia di tante deliziose coccinelle; in realtà non lo siamo affatto, visto il via vai dei jeepponi che alzano polveroni al loro passaggio, dai quali ci difendiamo girando ogni volta la testa. Aumenta la pendenza, ma anche la nostra voglia di farcela. Giorgio mi fotografa più volte mentre avanzo con i bastoncini, più che mai determinato. Sembro un trekker vero, in realtà sono un giornalista anzianotto che sta finalmente riuscendo a fare una delle cose più belle della propria vita.

Vediamo e sentiamo vicina la sommità dell‘Etna Patrimonio dell’Umanità. Gli ultimi strappi sono durissimi anche per l’esperto Giorgio, il traguardo dobbiamo guadagnarcelo. Mi volto indietro, vedo un panorama incredibile: tutta la strada che abbiamo percorso per arrivare fin qui, sotto ancora il Sapienza e i Crateri Silvestri, sulla sinistra in fondo il mare. Pazzesco, sono estasiato e orgogliosissimo di me stesso.

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Ed eccola, la casetta delle guide, con la mitica scritta in alto: “Torre del Filosofo, 2900 metri”. Ci siamo, ce l’abbiamo fatta. Abbiamo “conquistato” l’Etna Patrimonio dell’Umanità. Cuore, polmoni, gambe, passione ci hanno portato dove speravamo. Ci facciamo tante foto ricordo, poi entriamo dentro e mangiamo uvetta, noci, mandorle e banane per riprendere energie. Sono felicissimo, siamo felicissimi. Giorgio Leonetti immortala tutto quello che può con il suo smarthpone. Sembra un ragazzino pieno di gioia: “Guardandomi intorno, guardando tutta questa lava, ho immaginato di camminare tra tante eruzioni, dentro la storia dell’Etna. Sensazioni uniche, che si provano solo qui e che rendono l’ascesa su questa montagna un’esperienza unica e straordinaria”.

Non ci dobbiamo fare mancare nulla e completiamo questa magica giornata con la passeggiata sul bordo del cratere del 2002, che consente a Giorgio di fare altre foto e di vedere panorami mozzafiato. Abbiamo fatto a piedi, ci dicono le guide, 4 chilometri e 800 metri, con 400 metri di dislivello, a partire dai 2500 m. dell’arrivo della Funivia. Che diventano il doppio dopo l’altrettanto stupenda discesa, con visioni naturali da favola, che affronto con disinvoltura, pieno di entusiasmo e di rinnovate energie e senza difficoltà, seguendo alla lettera i consigli dell’esperto trekker torinese: vai a zig zag nei punti più ripidi, così eviti di scivolare.

Ed eccoci arrivati al Rifugio, il nostro punto di partenza. Magari, per chi lo fa spesso, non abbiamo fatto nulla di trascendentale. Ma per noi due, “ragazzi” di complessivi 133 anni alla prima esperienza del genere, circa 10 chilometri in tre ore e mezza a quest’altezza, con l’aria rarefatta e i fumi dello zolfo, con il vento che in certi momenti tagliava la faccia, con un terreno particolare, con i duri strappi e strappetti in salita e con le tante insidie della discesa, sono un fantastico risultato, da incorniciare e ricordare per sempre. La “conquista” dell‘Etna, il godimento assoluto dal vivo della sua Bellezza, della sua Maestosità, del suo Fascino immortale, valgono questo e altro. Non è mai troppo tardi, nella vita, se le forze fisiche e mentali lo consentono, per assaporare al meglio questa grande gioia.

Il pensierino finale va a Dominique Vivant Denon, grande scrittore e studioso francese, noto personaggio del “Grand Tour” e alla sua celeberrima frase nel Voyage en Sicilie del 1785: “Tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si può paragonare a nulla”. Mai come in questa occasione, dopo la meravigliosa ascesa, posso dire che aveva ragione.

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by Gaetano Perricone

That Mount Etna, the highest active volcano in continental Europe, the wonderful Muntagna World Heritage Site, has absolutely conquered me, is well known for a long time and under the eyes of all. That, for 20 years, has occupied and occupies a very important place in my life, is most obvious. And besides, I wrote it in clear letters since December of 2004, when my book was published “La mia Etna. Dialogo con la Muntagna“(Giuseppe Maimone Editor), a real act, declared of love for Idda.

It had never happened-since January 1998, since I came to work to live on the slopes of the volcano-that was me to “conquer” Mount Etna. In the literal sense of the word: with my legs, my lungs, my heart, my energies, my physical resources I mean. As do the real trekkers and hikers, who like to walk to the highest and charming peaks. It happened in the past several times, when I worked at the park, that I reached the top of the craters and seen from very near the eruptions, living  “Live” these extraordinary and unforgettable emotions in the company of guides and experts. But the long ascent I had never done: I did not allow my physical tonnage (let’s say my weight too much), until 2009 the smoke that filled my lungs, the total insecurity and the consequent laziness linked to these physical conditions certainly not ideal .

And instead, at 62 years old, it happened what I consider a small miracle, but also and with pride a real conquest of which I am happy, which I attribute the merits to have radically changed those conditions. As a former smoker now for nine years and with the beauty of 21 kilos less, so with lungs, feet, legs and knees much more free, I wanted to try. And I succeeded.

I do not know how much it will interest you, but on my blog whose main theme is just Etna this small “company” I really want to tell you. I want to chronicle this for me memorable and wonderful ascent. The date I have well in the Golden Register of my most beautiful memories of life is Friday, June 29, 2018, last week, feast of St. Peter and Paul. The decision was made to fulfill the irresistible desire of my dear friend visiting Sicily, Giorgio Leonetti, from Torino, trekker and ski instructor of great experience, connoisseur and frequenter of many great mountains of the north, never come on our Muntagna.  “I want to be able to make my feet and my legs move on Etna, I dream a long time “, Giorgio said me long ago, with the enthusiasm of the little boy, basically not contradictory with the long experience of a race athlete (in the years ‘ 80 and ‘ 90 he competed with success in car rallies, where he also led major teams and in the World Championship offshore), which of new passion and enthusiasm must always nourish.

We decide, therefore, Friday, June 29 to make the ascent to the summit of Mount Etna– for the accuracy at the base of the craters Summit, at the top you could not even try to climb for the strong wind-, to fulfill the desire of both to  “conquer” the Muntagna. He as a new guest, I as a long-time cohabiter who, for the reasons above, had never even tried.

ETNA 29 June 2018. Shortly after nine o’clock we arrive at the Rifugio Sapienza place, after which Giorgio Leonetti has already gasped to enjoy, for the first time in his life, the infinite beauty well known to us of the ascent from Nicolosi on the hairpin bends of SP 92, between old and newer lavas.  At the house of the guides we discourage a little:  “Above there is a lot of wind and is so covered, almost raining, you can probably get a little higher than the arrival station of the cable car, at an altitude of 2500 meters”. But our determination and motivation is very strong: Giorgio, with his experience, is said to be convinced that within a couple of hours the wind will sweep the clouds; And I teach him, with my accent from Palermo, our beautiful dialect phrase  “amunì,  come finisce si cunta “,  “Come on, as it will end it’ll tell “.

I mean, nothing stops us and nobody, it’s very clear. With the jeeps of the cable car, which Giorgio prefers to look better the landscape, we arrive at altitude 2500 meters, arrival station. The sky is covered, but not too much; It’s cold, but we are well organized to cover ourselves; There are gusts of wind, which will intensify later. We block at our hands and at our wrists, in fact it helps me to do it my friend given my inexperience, the precious Nordic walking sticks that lent me, with the usual generosity, the other dear friend Rosario Catania. I motivate Giorgio with another news: the sticks that he will use, the longest ones, are those that Rosario used in mid-May 2014 on the track of the sports field in Nicolosi, where he scored with 70 hours of walking the World Guinness Record.

After the photographs of the rite, from old-young sportsmen, backpacks with what we need (meticulously controlled by my expert companion excursion), we start, decided. Immediately first tear, consisting, on the track that leads to the philosopher’s Tower, meta of the walk. My legs and feet respond very well, I’m surprised. At the table of 2550 meters, Giorgio and I take pictures, then we move forward, without stopping. My companion of adventure begins to articulate the adjective that will repeat dozens of times until the arrival:  “Wonderful! “.

In front of the legendary Montagnola, we face the magnificent crater born and raised in great haste in eight days, with the eruption of 2001, which was horribly (it is my thought) entitled to José Maria Escrivà de Balaguer, founder of Opus dei; I and a few other people would have liked to dedicate it to Haroun Tazieff, formidable French volcanologist and great scholar of Etna. It’s great, perfect, it looks done with the computer. We pass by, Giorgio is fascinated, he dies from the desire to go to the top, the dissuade and I persuade him to move forward towards the final goal.

We walk, between snags and that alternate at the strokes of slope. My legs not only hold up, but they respond great. The 21 kilos less and the miles and miles of swimming in the pool of Torre del Grifo make their effect feel. I am trained and in full form, I feel I can move forward safely. And then I have the precious suggestions of Giorgio Leonetti who from trekker expert suggests me the steps to do and the pace to keep.

Here we are on the lake floor, wonderful more or less flat expanse covered by volcanic ash.  “It seems to be on the moon,” says Giorgio. It always makes me a nice effect, even though I’ve heard it so many times, even Bernie Ecclestone, a historic patron of Formula 1, said that when I escorted him up here:  “Like the Moon, like the Moon“.  We deviate to the right, to the point that my friend wishes perhaps to see more than anything else: the exciting Valle del Bove. We approach the edge loosely, I tell him to be careful. Giorgio looks in the emptiness, in the immense, majestic, natural cavity, the great “reservoir” of Etna, where millions of cubic meters of lava were often poured out during various eruptions. The view is great, the glance as always charming and also a bit disturbing. He jumps backwards, says only, “Mamma Mia.” He’s amazed, so am I, even though he’s seen this show many times.

Go up, I decided. Photos together with the table at altitude 2720 meters, photo to the crater born from the eruption of 2002, on our left. We are and we feel happily alone, indeed in the company of many delicious ladybirds. In fact we are not at all, seen the way go of the Jeeps who raise  dust cloud in their passage, from which we defend ourselves by turning the head every time. It increases the slope, but also our desire to make it. Giorgio photographed me several times as I surplus with sticks, more than ever determined. I look like a real trekker, in fact I am am aged journalist who is finally managing to do one of the most beautiful things in his life.

We see and feel close to the summit of the Etna World Heritage Site. The last tears are hard also for the expert Giorgio, the finish line we have to eam. I turn back, I see an incredible panorama: all the way we have traveled to get here, under still the wisdom and the Silvestri craters, on the left at the bottom of the sea. Crazy, I’m ecstatic and proud of myself.

And here it is, the house of the guides, with the mythical inscription at the top:  “Torre del Filosofo, 2900 meters”. We did it. We have “conquered” the Etna World Heritage Site. Heart, lungs, legs, passion have brought us where we were hoping. We take a lot of photos, then we go inside and eat raisins, walnuts, almonds and bananas to regain energy. I’m so happy, we’re happy. Giorgio Leonetti immortalizes everything he can with his smarthpone. He looks like a kid full of joy: “Looking around me, looking at all this lava, I imagined to walk among many eruptions, inside the history of Etna. Unique sensations, which are only felt here and make the ascent on this mountain a unique and extraordinary experience”.

We must not miss anything and complete this magical day with the walk on the edge of the crater of 2002, which allows Giorgio to take more photos and see breathtaking views. We did walk, tell us the guides, 4 km and 800 meters, with 400 meters of difference, starting from 2500 m., at the arrival station of the cable car. That become double after the equally wonderful descent, with natural fairytale visions, which I face with ease, full of enthusiasm and renewed energies and without difficulty, following to the letter the advice of the expert trekker from Torino: “Go Zig Zag in Steeper points, so avoid slipping”.

And here we are at the shelter, our starting point. Perhaps, for those who do it often, we have done nothing transcendental. But for the two of us,  “boys ” of total 133 years old, to the first experience of the genre, about 10 kilometers in three and a half hours at this height, with the rarefied air and the fumes of sulfur, with the wind that at certain times cut the face, with a particular terrain , with the hard rips in ascent  and with the many pitfalls of descent, are a fantastic result, to be framed and remembered forever. The “conquest” of Mount Etna, the absolute enjoyment from the live of its beauty, its majesty, its immortal charm, are worth this and more. It is never too late, in life, if the physical and mental forces allow it, to savor to the best of this great joy.

The final thought goes to Dominique Vivant Denon, great French writer and scholar, well-known character of the “Grand Tour” and his famous phrase in the Voyage en Sicilie, 1785:  “All that nature has of great, all that has of pleasant, all that has of terrible, you can compare to Etna and Etna cannot compare to anything” . Never as on this occasion, after the wonderful ascent, I can say that he was right.

 

 

 

 

 

Gaetano Perricone

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