di Vincenzo Greco

Sull’Etna, il nostro vulcano Patrimonio naturale dell’Umanità, il rapporto tra le guide e i ricercatori affonda le proprie radici in un mondo intriso di storia. Una storia antica ed affascinate, basata su una stretta collaborazione che ha contribuito ad ottenere i risultati che abbiamo oggi.

Tutto ebbe inizio da Mario Gemmellaro (naturalista e geologo italiano di Nicolosi), che nel 1804, oltre a promuovere la costruzione in prossimità delle colate dell’eruzione del 1787 un rifugio di piccole dimensioni a quota 2940 mt. chiamato La Gratissima e successivamente la così detta Casa degli Inglesi o Casa Gemmellaro, primo Osservatorio Scientifico ad alta quota nel mondo, fu il primo ad organizzare ufficialmente il gruppo di Guide e Mulattieri dell’Etna. Saldo resta il ricordo delle vecchie guide del vulcano dirette discendenti dell’organizzazione di Gemmellaro, che hanno posto le basi dell’accompagnamento sull’Etna: da Antonio Contarino (Capo guida del gruppo delle Guide Etnee) a Salvatore Carbonaro (Capo guida del gruppo guide dei Monti Rossi), a Alfio, Giuseppe e Vincenzo Barbagallo, fino ai recenti Antonio Nicoloso, Turi Carbonaro e Alfio Ponte che ricordo, sul versante Sud del vulcano. E Tommaso Samperi, il Cav. Romeo, il Cav. Carmelo Greco, Luigi Patanè, Alfio Melita, Santo Lamari, Vincenzo Greco mio nonno (Capo guida), Franco Lo Coco, Franco Emmi, Domenico Domanti e Salvatore Ragonese sul versante Nord. Tutte grandi figure, personaggi importanti della storia dell’Etna che hanno sostenuto, collaborato e garantito un aiuto di estremo rilievo alla comunità scientifica nazionale ed internazionale.

Le guide Vincenzo Greco e Franco Lo Coco sull’Etna con Fanfan Le Guern

Oggi come in passato vista la spettacolarità e l’unicità dei fenomeni eruttivi etnei che alimentano il fascino e la curiosità dei visitatori è utile e fondamentale affidarsi a veri conoscitori del territorio e delle sue insidie. La guida rappresenta la “sentinella della Montagna“, colui che vive con passione il vulcano, che possiede un’esperienza importante maturata al seguito di una costante e continua frequenza del territorio. La ricerca, lì dove gli strumenti non arrivano, si avvale spesso dell’aiuto e dell’esperienza delle guide, come riferimento strettamente legato agli umori dell’Etna.

Sappiamo bene come il vulcano sia cambiato di recente a causa dei fenomeni parossistici prodotti frequentemente nel 2021. Io personalmente ho avuto modo di raccogliere i prodotti delle recenti attività sia per ricavare dati per i miei studi personali, sia per contribuire alle analisi e allo studio dei prodotti eruttivi all’Università e all’Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Catania. Il 21 giugno 2021 abbiamo eseguito una campagna di campionamenti insieme al caro amico vulcanologo Boris Behncke da quota 2750 mt a quota 3000 mt sul versante Sud, che ha portato al rilevamento dì prodotti eruttivi di natura piroclastica (scorie e bombe vulcaniche) di diverse dimensioni, attraverso il quale è stato possibile calcolare la pericolosità dei proietti di ricaduta, tramite le caratteristiche fisico-morfologiche degli stessi, in accordo con la direzione e l’intensità dei venti, tenendo ovviamente presente l’energia eruttiva del fenomeno vulcanico in corso. Sono state inoltre campionate anche le colate di lava, prodotte dal parossismo al Cratere dì Sud Est del 21 giugno 2021, il 23esimo dal 13 dicembre 2020 e il 19esimo della serie iniziata il 16 febbraio 2021.

Vincenzo Greco e Boris Behncke sul vulcano il 21 giugno 2021

L’avvicinamento al teatro eruttivo è avvenuto attraverso un costante interscambio di opinioni e pensieri reciproci, ricavati dall’esperienza personale accresciuta nel corso dei giorni e delle ore spese a stretto contatto con fenomeni di questo tipo, mettendo in chiaro possibili e probabili scenari pericolosi per la nostra incolumità, in caso di repentini cambi dell’attività eruttiva. Qui ci si accorge dei limiti dell’essere umano che ha bisogno di riconoscere la propria fragilità, in un luogo che grazie alle attività sommitali del Cratere dì Sud Est ha subito estremi cambiamenti in un arco di tempo estremamente breve.

Questo ambiente consente di capire quanto sia importante affidare il proprio essere alla conoscenza legata al contatto stretto con i fenomeni in gioco, interpretandoli attraverso le conoscenze di chi lo vive e lo vede cambiare giornalmente sotto i propri piedi in costante sinergia con coloro che invece lo studiano e lo monitorano. Solo così si può ottenere una combinazione perfetta tra esperienza e scienza, che racchiude dentro di sé il grande potere di legare il passato con il presente.

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Quando è successa la terribile tragedia in Valle del Bove, che è costata la vita a Salvo Laudani, avevo già scritto questo articolo e lo avevo inviato a Gaetano e al Vulcanico. Sento di aggiungere un pensiero per la tragica scomparsa di questo figlio dell’Etna, un appassionato come tanti, esperto volontario del CNSAS, che ha perso la vita durante le operazioni di soccorso di un escursionista infortunato. Personalmente, venuto a conoscenza che l’intervento non si era concluso, tra l’altro in una condizione climatica complessa che può facilmente determinare problemi psico – fisici non indifferenti specie se si è esposti a lungo a temperature al dì sotto dello zero, mi sono recato sul posto prestando aiuto, così come già stavano facendo altri colleghi impegnati da ore, sia Guide Alpine che Vulcanologiche come Giuseppe Barbagallo (Peppe Kona), in supporto alle squadre di soccorritori.

L’unione dì più forze è di certo un’arma vincente, in questo caso le competenze tecnico – pratiche dei soccorritori (della Guardia dì Finanza e del CNSAS) unite all’esperienza e alla conoscenza capillare del territorio delle guide, hanno ridotto il rischio che la situazione prendesse una piega ben più grave, specie in condizioni di assenza di visibilità. La figura della guida non esiste soltanto per accompagnare i turisti in quota, ma è strettamente legata ai rischi dell’ambiente montano o vulcanico nel quale lavora. Siamo e saremo sempre pronti a prestare il nostro servizio e le nostre conoscenze, al fianco di tutti gli organi di soccorso e di Protezione Civile in caso di emergenza, al fine di mitigare quanto più possibile i rischi.

Mi stringo al grande dolore della famiglia, con nel cuore la rabbia di non aver potuto dire: “ce l’abbiamo fatta”… Ciao caro Salvo sono sicuro che sarai con noi sempre, specie tutte le volte che saremo sulla montagna che anche tu tanto amavi…

Con il titolo: escursione al cratere Centrale dell’Etna del 23 agosto 1956 (foto archivio Vincenzo Greco, guida alpina). Nella gallery, le foto del sopralluogo di Vincenzo Greco e Boris Behncke sul Cratere di Sud Est il 21 giugno 2021

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