di Gaetano Perricone
Sensazioni ed energie. Positive, potenti, illuminanti, coinvolgenti. Scaturite da una passeggiata di due ore in un luogo che era e per molti versi è ancora un fantasma e tale doveva e deve rimanere per celare un torbido humus e che oggi brilla di arte, colori, speranza. E ancora due considerazioni. La prima: lo slogan “se si vuole, si può”, che ho usato come sottotitolo in un mio libro che racconta una meravigliosa storia di diversità vincente e di integrazione autentica, vale sempre e in qualunque luogo se si vuole davvero. La seconda: l’Italia che sembra cambiare, delle donne finalmente ai posti di comando, non si chiama soltanto Giorgia Meloni, Elly Schlein, Silvana Sciarra, Margherita Cassano, ma soprattutto e innanzitutto Antonella Di Bartolo e quelle come lei, certamente tante nel nostro Paese, che danno vita e luce ogni giorno a tanti luoghi-fantasma.
Ecco, la scrivo di getto questa che potrebbe essere la conclusione di un pezzo di narrazione, ma voglio invece che sia la sintesi immediata di una delle esperienze più belle, emozionanti, gratificanti dal punto di vista della conoscenza e dell’arricchimento umano, che mi sia capitata nella mia ormai antica vita di cittadino cronista. Ancora più entusiasmante, certamente indimenticabile, perché è stata la chiusura in bellezza di una delle ormai rare visite palermitane, nella mia adorata città splendida e maledetta dalla quale vivo lontano ormai da 25 anni, un quarto di secolo.
E’ stata una mattinata dedicata al meraviglioso tour dei fantastici murales dello Sperone, quartiere palermitano una volta – e nell’immaginario di molti ancora oggi – tra le zone simbolo del peggior degrado di Palermo, al centro di bellissime e coinvolgenti iniziative educative, culturali, di legalità. Davvero d’eccezione la guida, un onore e un privilegio: proprio la carissima Antonella Di Bartolo, grande preside dell’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini, (per una scuola nome più che mai di grande potenza evocativa), donna straordinaria e di carisma autentico, artefice e protagonista di un progetto di rinascita che ha ampiamente coinvolto gli abitanti del quartiere. Con noi c’era anche Maurizio Muraglia, brillante insegnante, ottima penna giornalistica, grande amico di lungo corso, che ha voluto vivere con noi questi momenti speciali.
Non devo essere io a raccontare qui di nuovo quello che la preside Di Bartolo ha fatto da dieci anni e continua a fare ogni giorno nel quartiere e per il quartiere dello Sperone, “u Spiruni“: lo hanno fatto e lo fanno tanti colleghi più bravi di me che seguono con attenzione e passione le sue molteplici iniziative divulgandole costantemente sulla stampa locale, nazionale, internazionale. Se oggi, partendo dal nulla, dallo sfascio e dall’indifferenza totale del 2013, l’Istituto comprensivo da lei diretto ha cinque plessi pieni di vita e di speranza per un totale di circa 1200 alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, tutto si deve alla infinita tenacia e determinazione di Antonella, mi permetto di chiamarla confidenzialmente così, di chi le ha dato fiducia e collaborazione e anche della tanta brava gente del quartiere che oggi, lo dice con gli occhi che le brillano, le vuole molto bene.
Mi piace riportare le sue parole sull’inizio di questa grande storia che deve ancora crescere e continuare a lungo. Racconta orgogliosa Antonella Di Bartolo, mentre ci facciamo le foto insieme davanti al plesso principale dello Sperone-Pertini: “Quando arrivai a dirigerla volevano chiuderla la scuola a pezzi, affidarla a qualche associazione o farla diventare ufficio comunale, era questa l’intenzione dell’assessore comunale di allora, dieci anni fa. Era ottobre e le proposi una scommessa: se entro dicembre riesco a raccogliere 50 iscrizioni, mi fate andare avanti. Ci stringemmo la mano. Cominciò la corsa contro il tempo e lo scetticismo più totale, andai subito con i moduli in bianco al panificio più importante del quartiere senza negozi. Ricordo che il giovane titolare voleva liquidarmi senza perdere tempo, ma arrivò il padre e mi chiese: ma allora anche in mio nipotino che ha due anni e mezzo potrà andare a scuola? gli risposi di sì, certo. E così cominciammo a raccogliere iscrizioni e a dicembre, come d’accordo, ne portai cinquanta all’assessore. Non una di più ne una di meno. Ce l’avevamo fatta”.
Nel decennio successivo ne ha vinte tante altre di scommesse l’indomita preside, tra le quali perfino l’abbattimento di una struttura degradata divenuta piazza di spaccio davanti agli occhi dei bambini. E poi è cominciata la sequenza dei murales, pieni di gioiosi colori, soggetti stupendi, potenti messaggi, il primo il favoloso Sangu e latti, poi altri sei, li vedrete tutti qui nella fotogallery, ultimo Fratel Biagio Conte, che oggi ridanno vita e visibilità all’antico fantasma. Lo Sperone raccoglie le firme di fuoriclasse mondiali della fascinosissima Street Art: nomi altisonanti come Igor Scalisi Palminteri, Giulio Rosk, Chekos, Medianeras, altri bravissimi ne arriveranno. E come non citare l’entusiasmo del grande Cesare Cremonini con il progetto La ragazza del futuro che ha preso il volto della piccola, bellissima Gaia? E come non parlare di Sperone 167, con il poderoso coinvolgimento di studenti e comunità di Palermo e Lecce?
Dietro tutto questo e altro c’è lei, l’instancabile Antonella. L’ho ascoltata piena di forza e di valori raccontarmi durante il fantastico tour dei murales la sua grande avventura allo Sperone palermitano, dove la polizia segue con premurosa attenzione ogni sua attività e menomale. Ho visto mentre parlavamo il “palo” degli spacciatori bello tranquillo e incurante di altre presenze; ho visto facce sospettose che ci guardavano dalle finestre in alto, ma anche uomini curiosi che ascoltavano le nostre chiacchiere con l’espressione sincera di chi voleva conoscere e imparare; ho visto un solo panificio e zeru negozi, perché meno commercio c’è e più spaccio e altre attività illegali possono svolgersi senza passio di indesiderati. Insomma il fantasma c’è ancora, è sempre lì con la sua faccia cattiva e sarà difficilissimo farlo scappare per sempre. Ma in compenso c’è la potente luce irradiata dalla grandissima preside Di Bartolo, dalla sua anima e dal suo coraggio, che ormai dilaga tra le vie du Spiruni, si propaga dentro le vecchie case popolari, coinvolge la gente, porta i bambini per strada con insegnanti e genitori in tante belle manifestazioni e tremila persone a un concerto. Cose bellissime assai grazie a una persona bellissima assai.
Basta, la smetto qui, se no pare che stia sviolinando, le foto che ho scattato nel mio umile reportage dicono tutto. Ma voglio concludere, ringraziandola anche qui dal profondo del cuore per l’esperienza unica che mi ha regalato, con il grande desiderio della preside Antonella Di Bartolo. Ci porta in via Messina Marine, ci indica il lungomare, alle spalle c’è ancora munnizza e degrado. “Io ci vengo a prendere il sole, mi piace molto – dice – Se qualcuno pensasse a risanarlo, sarebbe una nuova, straordinaria risorsa per Palermo, un altro pezzo di mare restituito alla collettività”. Me lo ripete più volte, chissà se la sua luce, piena di energia positiva, non riuscirà a irradiarsi anche qui …
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