Orazio Di Grazia
Orazio Di Grazia

di Gaetano Perricone

Bici per Orazio Di Grazia
Bici davanti al terreno di Orazio Di Grazia a Nicolosi

La storia di questa domenica, la seconda dalla nascita de IlVulcanico.it, voglio dedicarla a un personaggio straordinario, che non c’è più da otto anni – è morto ottantacinquenne il 4 novembre del 2008 – e che ha fatto amabilmente parte della vita quotidiana di tutti noi etnei, nativi o trapiantati come me.

Si chiamava Orazio Di Grazia, per tutti era “il vecchietto del Vulcano”. Conosciutissimo, ma allo stesso tempo misterioso, si seppe qualcosa di preciso su di lui dopo la sua morte, che ci addolorò molto intensamente. Dopo la sua scomparsa, viene ricordato ogni anno da tanti ciclisti per passione, che dopo una lunga passeggiata da Catania posteggiano le loro bici davanti al terreno di Orazio, alle porte di Nicolosi.

Ma ecco il suo ritratto, dalle pagine del mio libro “La mia Etna. Dialogo con la Muntagna” (Giuseppe Maimone Editore, pag.90-91)), pubblicato a novembre del 2004, quando Orazio Di Grazia era ancora in vita. Quanto scrissi allora, oggi è un omaggio affettuoso a questo speciale figlio dell’Etna.

“Un personaggio sicuramente straordinario nel territorio è il misterioso “vecchietto”, come lo chiamiamo tutti da queste parti. E’ un anziano e curioso signore, magrissimo, che ogni giorno scende con la sua bicicletta dalla zona di Nicolosi a Catania per vendere al mercato, mi raccontano, prodotti naturali. Anche lui può essere, a ragione, considerato un mito: ogni sera torna a casa spingendo l bici in salita per tutto il tragitto, fatto anche di tratti impervi e in grande pendenza. Lo si può incontrare spesso anche di notte, quando compare improvvisamente – come un fantasma d’altri tempi venuto dal nulla – sul bordo della strada nel buio più fitto, mentre con il busto piegato praticamente a novanta gradi compie la sua incredibile fatica quotidiana.

Il mistero sta ne fatto che nessuno riesce a parlargli, né tantomeno a offrirgli una mano d’aiuto (cosa del tutto naturale, considerata l’età): non risponde, non parla con nessuno, respinge a gesti qualsiasi tentativo di contatto. Solo di recente ha parlato, poco, con qualche cronista, che ha voluto fargli raccontare la sua storia dopo che uno sconosciuto lo ha investito e costretto in ospedale.

Nella sua grande modestia e dignità, il nostro vecchietto” è diventato una romantica leggenda della Montagna: il suo tremendo sforzo intenerisce tutti, la sua solitudine e il suo quasi sdegnato silenzio sorprendono. La sua storia quotidiana, fatta indubbiamente di fatica e sofferenza, è una di quelle che più colpiscono l’immaginario delle genti etnee. Ho il piacere di scrivere di lui, in queste pagine, perché è uno di quei personaggi particolari del quale tutti parliamo, tutti cerchiamo di saperne di più, ma poi sembriamo dimenticarcene, forse per la sua modestia e i suoi silenzi. Ma il “Vecchietto”, figura ormai mitica tra i figli dell’Etna, merita certamente anche lui il suo momento di celebrità”.

Per fare ulteriormente conoscere anche ai non etnei questo memorabile personaggio e la sua filosofia di vita, ripropongo anche qui il bellissimo documentario del 2007 di Alessandro Marinaro e Fabrizio Famà “La bici sotto il vulcano”.

Tutte le foto pubblicate sono tratte dalla seguente pagina facebook, che è stata dedicata a Orazio:

facebook.com/pages/La-Bici-sotto-il-Vulcano-Orazio-Di-Grazia/188076874578480

 

 

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Gaetano Perricone

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