di Paola Zagami
Il 2 Giugno 2015, giorno in cui si celebra la Festa della Repubblica, l’allora neoeletto Presidente Sergio Mattarella comunicava pubblicamente, durante un discorso tenutosi nei meravigliosi giardini del Palazzo del Quirinale, la scelta di aprire “la casa degli Italiani” ai suoi cittadini.
Che il Quirinale sia stata anticamente la residenza dei Papi e, dal 1946, quella dei nostri Capi di Stato è notizia già acclarata. Ma cosa c’è dietro tutto quello che molti vedono solo tramite i canali di informazione? Questo lo racconto io, studentessa siciliana 29enne della provincia di Catania che ha lasciato la sua terra in cerca del suo posto nel mondo, oggi laureanda magistrale in Storia dell’arte alla Sapienza, Università di Roma.
A settembre 2021, dopo una ristretta selezione, ho avuto la grande occasione di svolgere un tirocinio curriculare presso il Palazzo del Quirinale. Un’occasione come questa capita una volta nella vita, ed è per questo che, anche attraverso poche righe, ci tengo a porre i miei ringraziamenti non solo al Presidente Mattarella che ha permesso di aprire il palazzo e consentire a noi giovani studiosi di aggiungere un tassello alla nostra formazione, ma un sincero grazie va dedicato anche ad una storica associazione italiana: il Touring Club.
Aperti per voi, questo il titolo del progetto guidato dal Touring, ha coordinato la riapertura e l’accesso ai luoghi storici e siti culturali per permettere la fruizione di spazi che altrimenti sarebbero rimasti chiusi al pubblico e, allo stesso tempo, ha dato l’occasione a giovani storici, architetti e storici dell’arte delle università italiane di accompagnare i visitatori alla scoperta delle bellezze del nostro paese.
Da qui inizia il mio breve racconto che cercherà di mettere in luce le sensazioni e le percezioni che sono nate svolgendo un’attività all’interno di questo luogo istituzionale nel momento più delicato che si possa attraversare: la fine del settennato del Presidente Sergio Mattarella. Non mi dilungherò nello scrivere le meraviglie artistiche che è possibile vedere all’interno del palazzo, per quelle vi invito a fare una visita guidata, ma cercherò di evidenziare gli aspetti inediti.
Una frase che utilizzo spesso quando accompagno i visitatori è “il palazzo è un luogo vivo, a lui piace cambiare.” Nasce dal fatto che durante le numerose visite guidate svolte è capitato che alcune stanze fossero chiuse a causa di una delle tante visite di Stato che si tengono a palazzo. Si delineano quindi tutta una serie di interrogativi e certezze: chissà quali decisioni istituzionali si stanno prendono negli attimi in cui si attraversano i diversi ambienti; chissà quali eventi si stanno organizzando per i grandi della Terra; oppure, è qui che è stata scattata la foto del Governo Draghi, qui il Presidente ha registrato gli auguri di fine anno, e così via.
Nell’attraversare le sale non si è mai soli, una costante, silenziosa e quasi invisibile presenza, nonostante la presenza fisica non indifferente, ci accompagna durante lo svolgimento delle visite guidate, sono i Corazzieri, il corpo speciale dei Carabinieri che svolgono il ruolo di guardia d’onore del Presidente della Repubblica. Questi ultimi, severissimi nell’aspetto, si lasciano però trasportare nell’ascolto della storia di cui noi, bambine e bambini di Mattarella, ci facciamo portavoce quando conduciamo la visita guidata.
Da sottolineare però è la speranza che ci pervade ad ogni passo, quella di un incontro fortuito con il Capo dello Stato. Esiste un simbolo che tutti noi tirocinanti e volontari stiamo ben attenti a controllare: la presenza dello stendardo presidenziale issato accanto alla bandiera Italiana ed Europea sul torrino. Lo stendardo issato infatti rappresenta il segno distintivo della presenza del Presidente al Palazzo.
Il torrino invece è il belvedere che corona il nucleo più antico del palazzo, fu realizzato sotto il pontificato di Gregorio XIII il primo pontefice che scelse il palazzetto, allora chiamato “di Montecavallo”, come sua residenza estiva. Il Papa lo fece realizzare desiderando di estendere “il suo occhio sino al mare”; oggi la sala contenuta al suo interno è destinata ad uso privato del presidente che da lì può godere di una vista a 360 gradi sulla città di Roma. Chi come me ha avuto la possibilità di entrarvi può solo che confermare lo splendore che si spalanca salendo gli ultimi gradini. Guardare il trittico di bandiere che sventola su questo ci rende orgogliosi e fa crescere quel senso di appartenenza ad un luogo simbolo dell’Italia, un luogo che porta con se il peso storico del Paese.
Si sa, noi giovani siamo curiosi, osserviamo, fotografiamo con gli occhi, stiamo attenti ai dettagli e proprio scrutando ogni gesto e parola siamo stati tutti concordi nel notare che coloro i quali da sette anni stanno a fianco del Presidente Mattarella non fanno altro che rivolgergli parole d’affetto e stima. Anche se mai espressa a parola, l’idea è comune per tutti: Sergio Mattarella è stato il presidente delle inclusioni, della pacatezza e della gentilezza. E’ un uomo che, nonostante ricopra un ruolo così impegnativo e di altissimo rigore morale, non manca di far un cenno di saluto “ai suoi ragazzi” anche se spesso celato dietro il vetro della sua auto blu.
Avvicinarsi alla storia e alla politica svolgendo un servizio in un luogo come il Palazzo del Quirinale ha riacceso in noi, generazione dal futuro incerto, la speranza e la consapevolezza che al mondo possono esistere persone in grado di insegnarci qualcosa senza usare parole diplomatiche o pompose ma esprimendo profonda umiltà e vicinanza anche solo con un gesto affettuoso che rende il silenzio un’espressione di conforto eloquente.
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