di Santo Scalia

Centonovant’anni fa – nell’estate del 1831 – qualcosa di insolito avvenne nel Canale di Sicilia, al largo della città di Sciacca: tutto cominciò con un terremoto, il 28 giugno, e tutto finì, sempre con un terremoto, il 28 dicembre. Sei mesi di fuoco – è proprio il caso di dirlo – in mezzo al mare!

Non era la prima volta che qualcosa di simile accadeva, era già successo nel 183 a.C.  Allora nell’arcipelago delle Isole Eolie, a nord dell’isola che oggi chiamiamo Vulcano – e che in passato veniva denominata Therasia (Θηρασία), o Hiera (Ἱερά), cioè sacra – dal mare nacque una piccola isola che in seguito si unì all’isola principale, precisamente ciò che oggi conosciamo come Vulcanello.

Nel 1638, nell’arcipelago delle Azzorre, in pieno Oceano Atlantico, in prossimità dell’isola di São Miguel si era formata una nuova isoletta. All’inizio del secolo successivo, nel 1707, nel Mare Egeo, a Santorini, accanto all’esistente Palea Kameni sorse Nea Kameni; sempre nello stesso secolo, nel 1782 – ma molto più a nord – in Islanda, durante l’eruzione di Skapta Jokul si formò una nuova isoletta.

Nel corso dell’Ottocento, nel 1811, sempre alle Azzorre, ad ovest di São Miguel spuntò lIsoletta Sabrina e nel 1814, in Russia, presso Uanalaska, nacque lIsola Bojuslaw.

Quindi nell’estate del 1831, quando nella costa meridionale della Sicilia cominciarono ad accadere strani fenomeni, gli studiosi non faticarono troppo nell’inserirli nel quadro di una prossima eruzione vulcanica sottomarina.

Il 28 giugno, infatti, nella città di Sciacca fu avvertito distintamente un fremito della terra. Le scosse continuarono fino al 2 di luglio, giorno in cui, al largo, di fronte alla città, fu notato «uno straordinario rimescolamento delle acque del mare». Il giorno successivo alcuni pescatori «osservarono nel sito medesimo il ribollimento del mare, ed una gran quantità di piccoli pesci morti»; inoltre, «un grave odore di zolfo sentivano sino ad una certa distanza. Le acque del mare erano torbide e limacciose».

E dove c’è odore di zolfo… o c’è il diavolo in persona, o c’è qualcosa che ha a che fare con l’attività vulcanica!

A darci tutte le notizie sul caso è il famoso studioso nicolosita, nonché vulcanologo, Carlo Gemmellaro nella sua Relazione dei fenomeni del nuovo vulcano sorto dal mare fra la costa di Sicilia e l’isola di Pantelleria nel mese di luglio 1831.

Detta Relazione fu «letta nella gran sala della R. Università degli Studi in Catania il dì 28 agosto 1831», e successivamente pubblicata negli Atti dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali di Catania (Tomo VIII, nel 1834).

Di questa isola nata dal mare il blog ilVulcanico.it ha già trattato: nel ricordare la scomparso dello scrittore Andrea Camilleri e nell’elencare i tanti vulcani attivi e spenti della Sicilia, sopra e sotto il mare.

Ferdinandea, Giulia, Graham, Nerita, Notham, Corrao, Sciacca: tanti, forse anche troppi, sono stati i nomi attribuiti a questo “scoglio” nel Mar d’Africa.

Sorvolando sulle dispute di legislazione marittima, sulle mire “accaparratorie” e sulle presunzioni di possesso da parte di francesi e inglesi. Ricordiamo che, rispettivamente, questi battezzarono l’isola appena nata (o meglio, ancora in via di formazione) Isola Giulia (Ȋle  Julia) e Graham Island (nome attribuito dal capitano inglese Senhouse e poi adottato dalla Royal Geographic Society di Londra). Il vulcanologo Carlo Gemmellaro scrisse a sua volta: «[…] lo chiamerò dunque la nuova Isola vulcanica sorta dal mare fra le altre adjacenti alla Sicilia, Isola di Ferdinando II», da cui la più nota denominazione di Isola Ferdinandea.

Tanto si è detto e si è scritto sulla nascita dell’isola Ferdinandea, ma poco si sa sulla sua scomparsa.

«Il 7 novembre la collina si vedeva ancora; ma un mese più tardi era sparita. Un ufficiale del genio, inviato dal governo siciliano per redigere la pianta dell’isola, trovò solo la schiuma delle onde che si infrangevano su un banco sottomarino. Il 12 gennaio, l’Ammiraglio Hugon cercò invano il posto in cui sorgeva l’isola Giulia, e quando in febbraio M. de Franclieu tornò con Constant Prévost a Sciacca con lo scopo di andare a fare dei rilievi sull’isola che avevano visitato, non riuscirono a trovare la posizione esatta».

Constant Prévost – Travaux sur les Formations Plutonniennes, in Annales de la Société géologique – 1896)

«[…] Il nuovo vulcano in seguito gradatamente ha diminuito di intensità nell’emettere fumo, ed i flutti hanno a poco a poco sfaldati i bordi del cratere di modo che nei primi di Dicembre era appena elevato pochi palmi sopra le onde, ed il giorno 28 dello stesso mese un terremoto sommerse la nuova isola non rimanendo di essa che un pericoloso banco, attorno il quale le onde bollono, ed emettono una colonna di fumo bianco di odore bituminoso».

in Bullettino delle scienze mediche‎ – Bologna 1834  (pagina 309)

Il 28 dicembre 1831 un terremoto segnò quindi la fine dell’isola, sommersa definitivamente dalle onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo.

Dopo l’apparizione temporanea della nostra isola, tanti altri avvenimenti simili sono accaduti nel mondo. Ricordo alcuni di questi eventi: la formazione dell’isola vulcanica Surtsey al largo delle coste meridionali dell’Islanda nel novembre del 1963 (l’isola, anche se ridimensionata nella superficie, è ancora esistente); nell’autunno del 2007, in pieno Mar Rosso, al largo delle coste yemenite, nacque l’isola denominata Jabal al-Tair. E ancora, alla fine del 2014, nell’Oceano Pacifico apparve una nuova isola nell’arcipelago di Tonga.

Disegno originale realizzato da Carlo Gemmellaro, esposto presso il presso il Museo di Geologia “Gaetano Giorgio Gemmellaro” di Palermo (foto S. Scalia)

Proprio perché scomparsa, si parla spesso dell’isola che non c’è, l’isola che se ne andò, l’isola effimera. Nella mia biblioteca, oltre a tanti articoli ed ebooks, trovano posto anche alcune pubblicazioni a stampa (vedi anche l’appendice bibliografica a conclusione dell’articolo).

Alcuni dei titoli sul tema presenti nella mia biblioteca
Altri titoli sul tema presenti nella mia biblioteca

 

 

 

 

 

Oggi, vedere ciò che rimane dell’isola non è semplice, a meno di essere subacquei provetti e d’immergersi per almeno una decina di metri in pieno Mar Mediterraneo. Più facile è invece vedere, con i propri occhi, alcuni “pezzi” dell’isola: a Palermo, presso il Museo di GeologiaGaetano Giorgio Gemmellaro – al 131 del Corso Tüköry – «nella sezione vulcanologica allestita al pianterreno, due belle vetrine espongono non solo un disegno dell’epoca realizzato nel novembre 1831 (ad eruzione terminata) dal vulcanologo nicolosita Carlo Gemmellaro, ma anche una collezione di rocce vulcaniche raccolte sull’isola dallo stesso scienziato, padre di Gaetano Giorgio, cui è intitolato il Museo» (da ilVulcanico, 5 ottobre 2019).

Alcuni dei campioni dell’Isola Ferdinandea conservati al Museo di Geologia Gemmellaro di Palermo (Foto S. Scalia)

Grazie alla cortesia ed alla disponibilità del Museo Gemmellaro e del suo personale, possiamo ammirare anche noi un frammento dellisola che non c’è.

Per concludere, voglio sottolineare che nell’area interessata dai fenomeni eruttivi del 1831 già in passato si erano presentati altri episodi: nel 1632, ad esempio, e nel 1707 (notizie dal volume Volcanoes of Europe, di Alwyn Scarth e Jean-Claude Tanguy, prima edizione 2001, seconda edizione 2017).

Islanda: l’isola di Surtsey (in secondo piano) e l’isolotto di Brandur (in primo piano)
nell’arcipelago delle Isole Vestmann – foto S. Scalia

 

Appendice bibliografica

Alcuni titoli di pubblicazioni sull’argomento:

  • Benedetto Marzolla – Descrizione dell’Isola Ferdinandea al mezzo-giorno della Sicilia , 1831 (ristampa anastatica, 2010)
  • Salvatore Mazzarella – Dell’isola Ferdinandea e di altre cose – Sellerio, 1984
  • Gaetano Allotta – Ferdinandea, l’isola che non c’è – Siculgrafica, 2000
  • Filippo D’Arpa – L’isola che se ne andò – Mursia, 2001
  • Andrea Camilleri – Un filo di fumo – Sellerio, 2001
  • Gaetano Allotta – L’isola effimera – Edizione d’arte T. Sarcuto, 2002
  • Bruno Fuligni – L’ile à éclipses – Les editions de Paris, 2003

Tra i volumi digitalizzati, reperibili in rete, ricordo …

  • Federigo Hoffman – Intorno al nuovo vulcano presso la città di Sciacca (in Antologia giornale di scienze lettere e arti, Firenze 1831)
  • Benedetto Marzolla – Descrizione dell’Isola Ferdinandea al mezzo-giorno della Sicilia (in Annali delle scienze del regno Lombardo,1832)
  • Constant Prévost – Travaux sur les Formations Plutonniennes – chapitre VIII – Ile Julia (in Annales de la Société géologique – 1896)
  • Carlo Gemmellaro – Relazione dei fenomeni del nuovo vulcano… (In Atti Accademia Gioenia – Volume VIII – semestre I – 1834, pag 271)

Con il titolo: particolare dalla copertina de “L’isola effimera” di Gaetano Allotta (Edizioni d’Arte T. Sarcuto) – 2002

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