ECCOMI PER VOIdi Gaetano Perricone

Vi voglio raccontare una storia, voglio portare sul mio blog una testimonianza. Storia di una medaglia e del suo rovescio. Da un lato della medaglia la correttezza e le buone maniere, cose – io la penso così – di buona politica, cose sorprendenti e decisamente rare, di questi tempi. Sul rovescio della medaglia, come un brusco risveglio, le cose vecchie e brutte della politica: le alleanze da non turbare, gli equilibri delicati, le gerarchie, i riti di sempre a scapito della novità e, forse, anche della qualità. Cose gattopardesche, cambiare tutto perché nulla cambi.

Sono io stesso il protagonista di questa storia “di vita vissuta”. Non farò nomi, né parlerò di liste o di altro, non mi interessa farlo. Non mi sembra giusto, né utile, non è nel mio stile. Ma per chi vuole, non sarà per niente difficile capire.

Negli ultimi tempi il mio cuore anzianotto e profondamente disilluso dalle cose della politica e dai suoi protagonisti, si è improvvisamente “riscaldato” di fronte ad alcune novità in vista delle imminenti elezioni regionali e a certe esternazioni che ho sentito vicinissime al mio sentire, alle mie idee, alla mia storia. La mia anima è tornata a interessarsi e ad appassionarsi.

Addirittura mi è venuta la voglia, improvvisa ed entusiasta come vuole il mio carattere sotto questo punto di vista piuttosto fanciullesco, di partecipare direttamente, di “metterci la faccia”, di impegnarmi in prima persona. Mai successo in passato. Ho sempre pensato, forse ingenuamente, che il mestiere di giornalista attivo, il mio mestiere, fosse abbastanza incompatibile con la politica attiva; è una mia convinzione, magari diversa da quella di altri, ma ferma. E poi, francamente, non vedevo alcun motivo concreto, nessuna “attrazione fatale”, per desiderare l’impegno in politica.

Oggi, una settimana fa per la precisione, stimolato dal dialogo appassionato con un vecchio e caro amico palermitano che mi stima molto, libero da impegni professionali, sollecitato interiormente dall’improvviso rigurgito di passione ideale, ho invece pensato che sarebbe stato molto bello, un’avventura straordinaria, provare a impegnarmi direttamente. Addirittura ho immaginato una candidatura alle elezioni regionali (prospettiva che non mi passava neanche per l’anticamera del cervello, da persona che non ha mai fatto politica attiva, ma che in qualche modo in questa circostanza mi è stata ventilata come “ipotesi praticabile” …) nella lista guidata da chi mi ha riscaldato il cuore.

Così mercoledì scorso. E poi gli avvenimenti della giornata di venerdì che certamente ricorderò nella mia vita come appassionante e divertente, per certi versi memorabile. Forse la mia prima, vera e intensa giornata in politica attiva. Con tre incontri a Catania, importanti e decisamente interessanti, con esponenti di primo piano della lista. Prima con un deputato regionale tra i coordinatori siciliani e con un responsabile nazionale, che mi hanno ascoltato a lungo, con grande cortesia e disponibilità, dedicandomi interesse, attenzione e rispetto. Abbiamo parlato di me, della mia storia, delle mie motivazioni. Ho spiegato con chiarezza che non sono iscritto a nessun partito, non ho mai fatto politica, non ho mai avuto incarichi, non ho alcun referente politico. Ho detto che sono un indipendente e un “cane sciolto”, con voglia di impegnarsi direttamente per dare un contributo a vivere meglio in questa nostra Terra meravigliosa e maledetta. Nel mio curriculum c’è solo la mia storia professionale, certamente con un’ampia rete di contatti e amicizie costruita in quasi quarant’anni di mestiere di giornalista.

Ripeto, sono stato ascoltato con attenzione, senza fretta e con il tempo giusto e i miei interlocutori mi hanno ringraziato per la disponibilità. Mi è stato anche detto che il “profilo” della mia possibile candidatura, definito molto interessante e (bontà loro) “di qualità”, avrebbe potuto ben rappresentare, con esiti imprevedibili, proprio quella fascia, generazionale e non solo, di delusioni e disillusioni da coinvolgere e appassionare nuovamente. Non si è parlato di numeri e di voti e anche questa mi è sembrata una cosa molto positiva, di grande correttezza. Prima le idee e le persone, dopo i numeri.

Fin qui la medaglia. Per un brevissimo lasso di tempo ha avuto la sensazione che la mia disponibilità potesse davvero essere presa in considerazione. Ho … accarezzato, decisamente lusingato, una candidatura a sorpresa per le elezioni regionali.

Dopo un paio di ore, ecco il rovescio della medaglia. La ricaduta sulla terra, il risveglio brusco, l’impatto con la realtà. Ho ricevuto una telefonata e sono tornato a Catania, a incontrare un responsabile provinciale. Che in questa storia, scherziamoci un po’, ha fatto la figura del poliziotto cattivo dei film, a fronte degli altri due poliziotti buoni. Mi ha spiegato con apprezzabile trasparenza e chiarezza, in modo più che mai garbato, una cosa evidentissima e che sapevo perfettamente: con tutta la buona volontà e l’interesse per un mio impegno diretto, non c’era più spazio per una candidatura. In una lista di dodici persone, vanno rispettate alleanze ed equilibri, scelte già fatte, impegni di lungo corso, militanze consolidate. C’è gente che ha diritto a questa chance prima di me, probabilmente è giusto così, corretto. Le ultime parole del mio interlocutore sono state: se dovessi aprirsi uno spiraglio, “mi permetterò di fare il tuo nome”. Addirittura.

Ma io mi sono subito messo il cuore in pace, non ci contavo e non ci speravo più. Mi avrebbe fatto piacere fare questa esperienza, certo. Ma evidentemente sono arrivato troppo tardi, lo so bene. E poi doveva andare così, sono fatalista. Non sono affatto seccato, non mi illudevo di riuscirci facilmente, non sono nato ieri. Era una sorta di “mission impossible”. Nessuna delusione, il mio cuore … resta caldo, la risvegliata passione e il rigurgito ideale restano ben svegli.

Lunedì, l’altro ieri, la seconda (la terza, in fondo) puntata. Con la testa già ben lontana da una esperienza che ho considerato subito chiusa, ricevo una nuova telefonata e apprendo dalla fonte che ha amabilmente preso a cuore e sostenuto la mia candidatura “nuova e di qualità” (sono sue parole), il deputato regionale di cui sopra, che il mio nome è stato addirittura portato sul “tavolo regionale” per il completamento delle liste, con tutti i capi, per tentare, senza fortuna, un inserimento in extremis, forse anche apprezzato fuori dal tavolo. Niente da fare, giochi fatti, equilibri e alleanze vengono prima di tutto.

La storia è questa, così come è andata passaggio per passaggio, nulla di più e nulla di meno. Limpida e lineare. La commento con un paio di considerazioni, l’una opposta all’altra.

Da un lato mi resta la positiva e gratificante sensazione di essere stato rispettato e ascoltato, non so se più per forma che per sostanza o viceversa, per semplice e in ogni caso lodevolissima cortesia (ma non credo proprio, non avevano tutto questo tempo da perdere con un illustre sconosciuto) e neanche mi interessa saperlo. Di essere stato guardato in faccia, preso in considerazione, civilmente e seriamente, da chi fa le scelte, per quello che sono, una persona che aveva intenzione di “metterci la faccia”, non perché sono assessore, consigliere, amico o figghiozzo di potenti e potentati, portaborse, non perché mi raccomanda una segreteria politica. Di avere saputo in un giorno, direttamente e guardato negli occhi, senza anticamera, senza farmi attendere e perdere tempo, se potevo essere candidato o non era possibile.

Cose, come ho detto all’inizio, di buona politica e di buone maniere, io credo, cose antiche nel tempo del web e del social, che consuma i rapporti umani prima ancora di averli avviati. Attenzione, rispetto, considerazione per chi vuole impegnarsi e magari ha anche le caratteristiche giuste. Correttezza e chiarezza. Io le ho avute e ringrazio di cuore chi me le ha date. Con molta umiltà e riconoscendo che, per come vanno le cose, altri vengono prima di me. E anche se è stata una presa per il culo – ma, ripeto, non ci credo … – , lo è stata in modo molto elegante.

Dall’altro lato e a fronte di tutto ciò, hanno comunque prevalso i vecchi e soliti riti della politica, non solo siciliana: gli equilibri da non compromettere, le alleanze da non turbare, le precedenze per chi vive di politica e le gerarchie da rispettare, le trattative lunghe ed estenuanti. Il vecchio, insomma. Che resta forte e ben solido, al di là dei buoni propositi, della buona volontà, della sincera voglia di cambiamento e delle meravigliose esternazioni in questa direzione. Che però sbattono contro il muro delle radicate, immutabili, anche un po’ stucchevoli consuetudini del “sistema della politica”. Pressoché tutto, a 360 gradi.

In questa storia è toccato a me, illustre sconosciuto e neofita del mestiere della politica, avere “elegantemente” chiusa la porta in faccia perché è troppo tardi e perché non faccio parte di nessun giro. Non ho difficoltà a immaginare che in altre storie sia toccata e stia toccando la stessa sorte, per motivi analoghi, ad altri che probabilmente sono molto più addentro a queste cose e molto più bravi e meritevoli di me.

E’ stata comunque una esperienza interessantissima e quanto mai illuminante, perché “sulla mia pelle”. Non sono per niente deluso dell’esito negativo, non lo considero e non è stato affatto tempo della vita sprecato, mi sono appassionato e anche divertito. D’altronde sarebbe stata una candidatura di quelle definite “di testimonianza” e di ideali, con probabilità limitatissime di successo (ma non sono decoubertiniano e mi sarei certamente battuto come un leone …); dunque, in fondo, mi sono risparmiato tanta fatica, qualche incazzatura e amarezza, un bel po’ di spese. E’ meglio così, doveva andare in questo modo perché le cose vanno in questo modo, anche se qualcuno spera di cambiarle. E non è detto che di questa storia non resti per me una traccia per il futuro.

PS: voglio essere chiarissimo: l’unica lista nella quale avrei voluto fare questa esperienza per le elezioni regionali è quella che avevo e che ho scelto, per ragioni ideali e di mie convinzioni. La lista che voterò comunque, anche se … non mi ha voluto candidare. Non vorrei farla in altre liste, per nessun motivo. Non mi interessa. Così, tanto per dirlo.

 

 

 

Gaetano Perricone

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