di Antonella De Francesco
Le otto montagne, tratto dall’ acclamato romanzo dello scrittore Paolo Cognetti (premio Strega 2017) dei registi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è un film intimo da vedere con l’anima, prima che con gli occhi. Un film che tocca più da vicino la mia generazione per l’ambientazione e i rimandi agli anni ‘70 e successivi che ci hanno profondamente segnato.
Gran parte di ciò che al tempo della nostra infanzia è successo, ha condizionato le nostre scelte, forgiato il nostro carattere, ci ha reso quello che siamo diventati. Ma il film ha anche molti valori universali che travalicano i limiti del nostro tempo, perché sono valori della vita di tutti, nei quali ciascuno di noi si è imbattuto, con i quali presto o tardi dovrà fare i conti, se non l’ha già fatto, quei valori che contano e che rendono le nostre vite un po’ immortali, almeno per chi ci cammina a fianco.
Ambientato tra le cime delle Alpi e il Nepal, tra fiumi, laghi e vallate distanti, eppure profondamente simili. Troverete passaggi bellissimi, sussurrati dalla voce narrante fuori campo che non voglio citare perché sono doni del film stesso e che non dimenticherete. Rapporti familiari e amicali (gli attori protagonisti Alessandro Borghi e Luca Marinelli sono amici nella vita reale) che mutano come le stagioni, che con l’età diventano meno chiari, più contorti, perdono di immediatezza, sembrano scomparire, mentre invece vivono dentro di noi.
Un invito a non arrendersi mai al “non-detto”, a trovare sempre la voce per esprimere la paura, l’emozione, il sentimento, a non lasciare mai che la distanza ci allontani dalle persone che amiamo e che ci amano. Una riflessione sui luoghi dell’anima, su quelli dove ad un certo punto non si può più tornare, su quelli da cui bisogna andar via, su quelli inviolabili, che ci parleranno sempre e nei quali ritroveremo sempre noi stessi e chi ci è stato con noi.
Non andateci in gruppo, non è un film da popcorn. Predisponetevi con calma all’ascolto, all’analisi, senza fretta lasciate scorrere il tempo (il film dura 147 minuti ), godetevi il viaggio, le viste sconfinate, i silenzi, il freddo dei ghiacciai eterni e la storia.

Antonella De Francesco

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