Vi presentiamo uno degli itinerari più accessibili del vulcano, facilmente raggiungibile in auto, che permette di visitare l’ Etna nella sua essenza. La lunghezza è di circa 5 chilometri a/r, tempo di percorrenza in tranquillità circa due ore.
Da Zafferana Etnea si percorre per 16 Km la provinciale 62 che conduce al Rifugio Sapienza fino a quota 1700, in cui si incrocia una carrareccia sulla sinistra che conduce ad una sbarra, da li si prosegue a piedi. Ma la località è raggiungibile anche da Nicolosi risalendo sempre la SP92 e superato il Rifugio Sapienza scendendo verso Zafferana per 3.5 Km, fino a superare l’incrocio con la diramazione per Pedara (via Salto del Cane, altra via di risalita). Il luogo si distingue facilmente grazie al Monte Serra Pizzuta Calvarina, dalla caratteristica forma a cono coperto di alberi ma con la cima sprovvista di vegetazione.
Giunti dunque alla sbarra si prosegue a piedi e al termine di una discesa, a 50 m dalla carrozzabile, si giunge ad una casermetta delle Guardie forestali nei pressi di un antico edificio in pietra lavica, noto come Casa del Vescovo. Una lapide reca la scritta «1912 G. Cardinale Nava Arcivescovo, Sac. G. Deodati amministratore».Il piccolo edificio è sempre aperto e offre un delizioso rifugio a chi vuole soffermarsi per consumare uno spuntino, è presente un camino ed è di libera fruizione, conservando lo spirito del buon escursionista e del senso di civiltà (anche se purtroppo spesso non è cosi!).
Adiacente alla casermetta si estende una piccola pineta che da colore alle Lave del 1634-38, da cui hanno avuto origine le strutture ipogee note come Grotte di Casa del Vescovo. Sono un insieme di cavità in parte comunicanti, alcune delle quali sono larghi pozzi a forma di campana. Per la visita occorre una corda da 30 m o una scaletta da 15 m, quindi bisogna prestare la massima attenzione nell’avvicinamento a quest’area, comunque recintata da con staccionata in legno e segnalata da apposito cartello, e con accesso tramite cancelletto pedonale. E’ comunque possibile visitare la prima parte della galleria di scorrimento che conduce ai pozzi, per giungere in prossimità di un muretto a secco che ne delimita la zona di sicurezza, da cui è possibile solo affacciarsi e rendersi conto della bellezza di queste formazioni, le cui superfici sono coperte da muschi e da Capelvenere. Esse prendono luce da ampie aperture sulla volta probabilmente ricavate artificialmente, in quanto le cavità fino al 1933, vennero utilizzate per introdurre la neve che veniva qui conservata per l’estate (niviere).
Lasciata l’area ipogea si può visitare il Monte Serra Pizzuta, dalla cui base si dipartono diversi sentieri. Quello alla base ad anello, permette di ammirare un bellissimo bosco di lecci misto a roverella, pini e castagni e lungo l’itinerario sulla destra si incrocia un piccolo rifugio aperto. Se invece si vuole raggiungere la cima è possibile imboccare da subito il piccolo sentiero in salita che conduce all’ orlo craterico, ed in prossimità di una biforcazione si imbocca la traccia a sinistra che permette di raggiungere la cima di Monte Serra Pizzuta.
A questo punto la sorpresa che balza subito agli occhi ancor prima del panorama è un piccolo rifugio, probabilmente il più piccolo dell’Etna. È un punto di osservazione privilegiato per ammirare il panorama del versante sud del vulcano, con una vista che spazia sulla città di Catania, i monti Iblei, la dorsale della Montagnola, la schiena dell’Asino, la Serra del Salifizio, la grande eruzione del 1792 che diede origine alla famosa Grotta dei 3 livelli, il Monte Salto del Cane e tutti i coni avventizi che si sono formati ai fianchi del vulcano nel tempo. Il piccolo bivacco, può ospitare poche persone, ha un piccolo camino, un tavolino e un pozzo d’acqua e persino una mappa plastificata del Parco dell’ Etna!
Bene, sperando di aver suscitato la giusta curiosità per una visita, o se volete programmare la vostra alba o il vostro tramonto sull’Etna, se cercate un luogo che dona emozioni e tranquillità, fare un pic nic con gli amici o una bella passeggiata naturalistica, questo è il posto giusto. Noi di CEPES che lo visitiamo spesso lo consideriamo un piccolo paradiso.
Con il titolo: magico panorama della Montagnola dalla cima del Monte Serra Pizzuta
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