FONTE: INGVVulcani

Boris Behncke

di Boris Behncke

Fra le varie manifestazioni eruttive dell’Etna in Sicilia, una delle più caratteristiche è  l’attività episodica di fontane di lava, conosciuta anche come “parossismi”. Nella maggior parte dei casi, i parossismi etnei producono alte fontane di lava e colate laviche che si espandono rapidamente in area sommitale; spesso si formano colonne eruttive, alte fino ad oltre 10 km, che generano abbondanti ricadute di cenere e lapilli in aree circostanti.

Dagli anni Settanta, in area sommitale sono avvenuti centinaia di questi episodi, fra cui i 66 parossismi dell’anno 2000  ed i 50 parossismi del 2011-2013 al Cratere di Sud-Est.

I più recenti episodi parossistici si sono verificati al cratere Voragine nel dicembre 2015 e nel maggio 2016; da allora, l’attività sommitale dell’Etna non ha più raggiunto l’intensità di un parossismo. Fino alla sera del 13 dicembre 2020.

Nell’estate del 2019 il protagonista fra i crateri sommitali dell’Etna è stato il Cratere di Sud-Est; da settembre 2019 e fino alla primavera del 2020 invece è stata la Voragine a fare spettacolo. Durante l’estate e l’autunno del 2020, l’attività eruttiva ai crateri sommitali dell’Etna si è concentrata maggiormente al Cratere di Sud-Est, dove era in corso una quasi continua, sebbene molto modesta, attività stromboliana. La sede di questa attività era una bocca al centro del complesso del Sud-Est, conosciuta come “bocca della sella” (Figura 1) per la sua posizione nel sito dove fino al 2015 era presente una marcata sella morfologica fra il vecchio e il nuovo cono del Cratere di Sud-Est.

Figura 1 – Attività stromboliana alla “bocca della sella” del Cratere di Sud-Est, la sera del 25 luglio 2020.

 

Da settembre in poi, anche il Cratere di Nord-Est ha prodotto un’attività stromboliana intracraterica (Figura 2), e infine, a novembre, si è aggiunto il cratere Bocca Nuova, che era stato largamente riempito dalla lava proveniente dal vicino cratere Voragine durante l’inverno e la primavera.

Figura 2 – Attività stromboliana da diverse bocche intracrateriche sul fondo del Cratere di Nord-Est, 26 ottobre 2020.

 

Nei primi giorni di dicembre 2020 è rientrata in attività stromboliana anche la bocca più orientale del Cratere di Sud-Est, le cui più recenti manifestazioni risalgono all’inizio di dicembre 2019 (Figure 3 e 4).

Figura 3 –Attività stromboliana simultanea alla “bocca della sella” (a sinistra) e quella orientale (a destra) nel mattino del 2 dicembre 2020. 
Figura 4 – Immagine del satellite Sentinel 2, che mostra l’attività eruttiva ai crateri di Nord-Est, Bocca Nuova e di Sud-Est (con due bocche attive)  il 30 novembre 2020.

 

Dal 6 dicembre si è osservata una netta diminuzione dell’attività al Cratere di Sud-Est, con conseguente abbassamento dell’ampiezza del tremore vulcanico. Nella serata del 13 dicembre invece, l’ampiezza del tremore è aumentata repentinamente, in concomitanza con una rapida intensificazione dell’attività stromboliana alla “bocca della sella”, che intorno alle ore 23:00 locali è passata a fontane di lava. Alle 23:15 è iniziata una serie di frane sul fianco meridionale del cono del Cratere di Sud-Est, che ha generato flussi piroclastici alle 23:15, 23:16 e 23:30 (ore locali) diretti verso sud-ovest. Mentre il primo ed il terzo di questi flussi sono stati  piccoli ed hanno percorso solo poche centinaia di metri dal punto d’origine, il secondo è stato più grande ed ha raggiunto circa 2 km di lunghezza sul terreno pianeggiante a monte del cono preistorico di Monte Frumento Supino (Figura 5).

Figura 5 – Immagine ripresa dalla telecamera termica a Nicolosi, che mostra il secondo e più grande dei tre flussi piroclastici avvenuti nell’intervallo fra le ore 23:15 e 23:30 del 13 dicembre 2020.

 

Sul fianco meridionale e nella nicchia lasciata dal franamento del settore sud-occidentale del cono si sono riversate due colate di lava, una verso sud, che si è fermata in zona Torre del Filosofo, e l’altra verso sud-ovest, costeggiando il cono di Monte Barbagallo, formato durante l’eruzione del 2002-2003.

L’attività di fontana di lava durante questa prima fase è durata poche decine di minuti e si è conclusa poco prima di mezzanotte. Tuttavia, è continuata una debole attività stromboliana e la colata sud-occidentale era debolmente alimentata, mentre quella meridionale si era arrestata. Verso le 01:00 del 14 dicembre si è nuovamente intensificata l’attività stromboliana, culminando in una seconda fase di fontane di lava, durata appena 10 minuti (Figura 6).

Figura 6 – Fontane e colate di lava durante la seconda fase parossistica dell’episodio eruttivo nella notte fra il 13 e il 14 dicembre 2020, verso le ore 01:00 locali.

 

Un nuovo flusso lavico è sceso nella “trincea” lasciata dal franamento del versante sud-occidentale del cono, sovrapponendosi alla precedente colata orientata verso sud-ovest. Nuovamente, questa fase di fontane di lava è stata seguita da una debole attività stromboliana, che si è intensificata ancora una volta intorno alle 02:00, per dare una terza fase di fontane di lava. Rispetto alle due fasi precedenti, questa è stata notevolmente meno intensa, però è durata circa un’ora. Un nuovo flusso lavico si è riversato sulle tracce di quelli precedenti diretti verso sud-ovest.

Per tutto il resto della notte e durante la mattinata è continuata una modesta attività stromboliana, mentre l’attività effusiva è cessata, e all’alba si vedevano pochi punti incandescenti sul fronte della colata sud-occidentale (Figura 7).

Figura 7 – All’alba del 14 dicembre 2020 continua una debole attività stromboliana al Cratere di Sud-Est (a destra) e si vedono zone ancora incandescenti lungo la colata di lava sul fianco del Cratere di Sud-Est (al centro) e al fronte della colata sud-occidentale (a sinistra).

Durante la giornata del 14 dicembre è aumentata l’emissione di cenere e si è attivata una bocca più ad est sul Cratere di Sud-Est, fra la “bocca della sella” e la bocca più orientale (Figura 8). Un sopralluogo effettuato da personale INGV-Osservatorio Etneo ha accertato che la morfologia del Cratere di Sud-Est aveva subito forti cambiamenti dovuti all’attività della notte precedente. La “bocca della sella” si è allargata, e nel suo orlo sud-occidentale è presente una profonda apertura, dalla quale si estende la nicchia delle frane del 13 dicembre nel fianco del cono fino alla sua base.

Figura 8 – Emissione di cenere dal Cratere di Sud-Est nel pomeriggio del 14 dicembre 2020.

 

Nella serata del 14 dicembre è proseguita una quasi continua attività stromboliana da questa bocca e da quella “della sella”, producendo forti boati udibili nell’area etnea.

Dopo un intervallo di attività diminuita, nel mattino del 15 dicembre l’attività stromboliana si è nuovamente intensificata, interessando tre bocche eruttive sul Cratere di Sud-Est, ed è ripresa l’emissione di lava dal lato sud-occidentale del cono (Figura 9).

Figura 9 – Immagine termica ripresa dalla telecamera di sorveglianza sulla Montagnola (a 2640 m di quota sul versante sud dell’Etna) alle ore 10:40 locali (09:49 UTC). Si vede attività stromboliana da tre bocche eruttive sul Cratere di Sud-Est e la parte iniziale di un nuovo trabocco lavico (indicato con la freccia rossa). BN = Bocca Nuova, VOR = Voragine.

 

La sala operativa dell’INGV-Osservatorio Etneo a Catania continua a seguire l’evoluzione dei fenomeni eruttivi ed eventuali variazioni saranno prontamente comunicate alle autorità di protezione civile.

Articolo redatto da Boris Behncke, utilizzando i dati ottenuti dalle reti di monitoraggio dell’INGV.

Sul canale YouTube INGVvulcani ci sono tre video dell’attività dell’Etna del 13-15 dicembre 2020:

 

Gaetano Perricone

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