Un duetto straordinario per una canzone memorabile: Mina e Fabrizio De Andrè, accompagnati dal pianoforte, interpretano insieme la meravigliosa “Canzone di Marinella”. Il Vulcanico vi propone questo cult assoluto nella storia della musica italiana, datato 1997.

Fabrizio De Andrè, in una intervista a Vincenzo Mollica, a proposito di questa particolare esperienza disse: “Ci vuole proprio un bel coraggio a cantare con Mina “La canzone di Marinella”, perché la sua voce è un miracolo. Credo che lei sia nata con la musica nel DNA, è come se avesse avuto una memoria prenatale della musica. Questo è un fenomeno tipico della genialità: quello di sapere prima di conoscere. Te ne accorgi quando la senti cantare perché le sue evoluzioni vocali, le picchiate, i glissati, i grappoli di note in brevissimi intervalli di tempo, le svisature della melodia sono assolutamente spontanee”.

Vale la pena riproporre lo stupendo, affascinante testo completo de “La Canzone di Marinella”:

Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella

Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta

Bianco come la luna il suo cappello
come l’amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone

E c’era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c’era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose la mano sui tuoi fianchi

Furono baci furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle

Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent’anni ancora alla tua porta

Questa è la tua canzone, Marinella,
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno , come le rose

e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose.

Gaetano Perricone

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