di Giuseppe Riggio
Anche sull’Etna si combatte ogni giorno la guerra contro i rifiuti, come in gran parte della Sicilia. Un conflitto tra civiltà e inciviltà diverse nel quale spetta ai Comuni schierare le forze in campo. Dall’esito del conflitto dipenderà la vivibilità stessa dei nostri territori e la bellezza di un paesaggio che attrae visitatori da tutto il mondo.
Sappiamo che tutti gli Enti locali patiscono carenze di risorse finanziarie e difficili rapporti con le truppe che dovrebbero sostenerli nella guerra dei rifiuti, a cominciare dalle ditte incaricate della raccolta, spesso accusate di contiguità mafiose. Ma è anche vero che non tutte le amministrazioni dimostrano la stessa determinazione nell’affrontare quella che probabilmente è attualmente la prima emergenza ambientale siciliana, quantomeno quella più evidente.
Lo dimostrano due comunicati stampa diffusi lo stesso giorno sulla questione rifiuti, uno dai commissari prefettizi di Trecastagni, l’altro dal Comune di Belpasso. Dai commissari straordinari -nominati oltretutto proprio a seguito di gravi irregolarità riscontrate in materia di nettezza urbana- viene annunciato che il costo del servizio da distribuire tra i cittadini aumenterà quest’anno di circa 190 mila euro. La ragione dell’incremento di costo sarebbe da ricercare nelle delibere già assunte nel tempo dalle precedenti amministrazioni e nella necessità di dover bandire una nuova gara d’appalto. Non una parola in materia di comunicazione e di repressione. Nessuna informativa per esempio a proposito dei provvedimenti adottati contro i “nemici” della civiltà, contro quelli che ogni giorno ignorano la differenziazione dei rifiuti o continuano addirittura a creare micro discariche che deturpano le periferie e le aree che ricadono nel Parco dell’Etna. Un problema, questom che non è nato ovviamente con i Commissari, ma che evidentemente neanche loro -liberi da vincoli elettorali- ritengono di dover affrontare con la necessaria determinazione.
Lo stesso giorno il Comune di Belpasso – a pochi chilometri di distanza- rende noto di aver abbassato le tasse per i cittadini visto che è stato conseguito l’obiettivo del 70% sulla raccolta differenziata e comunica -soprattutto a chi si è impegnato a rispettare le regole- che la polizia urbana ha comminato 70 sanzioni nel corso del 2018 per colpire i “furbetti” e gli insudiciatori, grazie anche alle video-trappole. Lo stesso raffronto potrebbe essere sicuramente esteso anche ad altre amministrazioni comunali etnee, che tengono comportamenti e conseguono risultati molto diversi in materia di tutela ambientale.
Insomma la sensazione è che la guerra è in corso, ma non tutti gli amministratori e le forze di polizia lo affrontano con la stessa fermezza. Il risultato è che in molte aree etnee la “civiltà” – al momento – risulta sconfitta, seppur da pochi, ma tenaci nemici.
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