di Gaetano Perricone
Alzi la mano prontamente, cari amici tifosi rosanero, chi di voi quando ha sentito che il Palermo avrebbe giocato la sua seconda partita del campionato di Serie D, la prima allo stadio Barbera, contro il San Tommaso, non ha pensato o addirittura esclamato a voce di testa: ma chi minchia sono questi ?
Io l’ho fatto, non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo, lo testimoniano alcuni inequivocabili ed esilaranti messaggi di WhatsApp con il mio carissimo amico palermitano Francesco. E naturalmente ho pensato di documentarmi un pochino, non troppo per la verità, per evitare di aggiungere il carico da 11 alla malinconia che mi ha preso, mitigata per fortuna dalla vittoria, dopo avere visto la prima, imbarazzante partita di pseudo calcio degli amati rosanero sul campo di patate di Marsala.
La mia indagine non è stata, né voleva essere squisitamente calcistica: sotto questo punto di vista mi ritengo più che soddisfatto e ben informato dopo avere letto l’ottimo pezzo di Roberto Parisi su StadioNews24 – che molto generosamente, ribadisco, ospita queste mie elucubrazioni – , tradizionale analisi ai raggi x del prossimo avversario. Né, d’altronde, mi sento più all’altezza di scrivere articoli tecnici: un po’ perché, da anziano pensionato fuori dal giro, ho le “giunture” di vecchio cronista che scricchiolano e di pallone non ne capisco tanto, un po’ perché m’affruntu un tantino di occuparmi di Serie D, anche se imparerò a farlo.
E allora, visto che di San Tommaso si parla, la prima considerazione non può che essere di carattere religioso: come San Tommaso Apostolo, non ci crediamo se non la vediamo quest’avversaria del Palermo, per noi Carneade e illustre sconosciuta, cartina al tornasole di questa melmosa palude del calcio delle serie inferiori dalla quale è indispensabile uscire subito, con un campionato vincente e convincente, per non rischiare di restarci pericolosamente e a lungo impantanati. Domenica il San Tommaso, allo stadio che porta il nome del Presidentissimo rosanero, lo vedremo e ci crederemo e magari sarà pure un avversario ostico, pieno di quella voglia di battere il Golia palermitano che certamente animerà tutte le avversarie.
Ovviamente ho anche fatto una piccola ricerca geografica e topografica, per capire dov’è situato questo San Tommaso. Pochissime e scarne le notizie: è un quartiere, anzi una contrada delle città di Avellino, senza particolari punti di interesse, tranne, se così si può dire, il locale ufficio dell’Agenzia delle Entrate.
E niente, quasi niente di niente, tutto da vedere e da scoprire, appunto come l’apostolo San Tommaso. Vado a guardare la pagina Facebook della società irpina e leggo le informazioni: “A. C.D. San Tommaso Calcio, squadra di calcio avellinese fondata nel 1978. Nella stagione 2019-2020 disputerà il suo primo campionato di Serie D”. Poi vado anche sul sito ufficiale della società, https://www.santommasocalcio.it/, bellino e molto green, di un verde vivace. Mi colpisce molto e m’intenerisce una frase piena di orgoglio che leggo alla fine del commento alla partita inaugurale pareggiata 1-1 contro il Savoia: “Domenica prima trasferta della stagione dal profumo storico. Si va al Renzo Barbera contro il Palermo”.
Anche per noi di sapore storico, ma al contrario. In senso negativo. Dovremo abituarci, il Palermo troverà sulla sua strada tanti San Tommaso, gagliardi e pure simpatici, desiderosi di sgambettare gli avversari rosanero con il vecchio blasone. E allora, ragazzi, scurdamunne u passato, la Serie A, la Uefa League, i campioni, tutto: mettiamoli nello scrigno dei ricordi più belli. E affrontiamo con umiltà e rispetto tutti gli avversari, sconosciuti o meno. Si deve solo vincere per risalire e uscire subito dalla palude, il resto non conta niente.
Con il titolo: una immagine dei giocatori del San Tommaso dalla pagina feisbuc della società irpina
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