di Adolfo Fantaccini (ANSA)
Prima o poi è capitato a tutti. Forse per questo, Francesco De Gregori, ne La leva calcistica del ’68, ha dedicato una strofa a chi, dal dischetto, in quell’errore c’è incappato. “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore…“.
Eppure quella paura é sempre dietro l’angolo, anche per i campioni più affermati. A Euro 2020 è toccata a Mbappé, l’altro ieri a Baggio, ma anche a Van Basten, Pelè, Platini, Maradona, Messi. Tutti i più grandi hanno fallito dagli 11 metri, vedendo diventare improvvisamente la porta piccolissima e il portiere come un gigante cattivo, pronto ad artigliare il pallone con le proprie manone formato A4. Come quando il rumeno Ducadam fermò quattro tiri a Siviglia nella finale della Coppa del Campioni contro il Barcellona, regalando il trofeo alla Steaua di Ceausescu.
I rigori livellano il tasso tecnico, non quello emozionale. MBAPPE’ si è fatto ipnotizzare dal portiere svizzero Yann Sommer, che gioca in Bundesliga, con la maglia del Borussia Moenchengladbach, la stessa che fu di Kleff e Kneib, ma anche di Marc-André Ter Stegen. Nel 1984 l’errore dal dischetto di GRAZIANI e CONTI costò la Coppa dei Campioni alla Roma contro il Liverpool. Nel 1990 DONADONI e SERENA si fecero irretire da Sergio Goychoechea, fra i pali dell’Argentina nella semifinale dei Mondiali di Italia ’90, a Napoli. Gli errori di Franco BARESI e, soprattutto, del ‘Divin Codino’ Roberto BAGGIO costarono la Coppa del mondo a Pasadena (Los Angeles) contro il Brasile, il 17 luglio 1994, dopo la parata-speranza di Pagliuca su Marcio Santos.
Italia ancora ko di rigore al Mondiale successivo, in Francia: contro i padroni di casa, nei quarti, DI BIAGIO colpì la traversa. TREZEGUET, ZALAYETA e MONTERO, facendosi stregare da Dida, regalarono nel 2003 la Champions al Milan nella finale di Manchester. Chi di rigore ferisce, di rigore perisce: così i rossoneri, nel 2005, a Istanbul, contro il Liverpool, dopo essersi fatti rimontare da 3-0 a 3-3, fallirono dal dischetto con PIRLO e SHEVCHENKO. David TREZEGUET sbagliò anche contro l’Italia a Berlino, nel 2006, regalandole il quarto Mondiale della storia.
Sbagliò anche Marco VAN BASTEN, e fu un errore gravissimo quello commesso nella semifinale dell’Europeo del 1992, vinto dalla Danimarca. Il portiere Michael Schmeichel lo fece innervosire e l’asso olandese del Milan gli tirò il pallone debolmente fra le lunghissime braccia. PELÉ e DIEGO MARADONA, i due più grandi della storia del calcio, non sono esenti da errori: dell’indimenticato ‘Pibe de oro’ si ricordano tre errori negli anni italiani, dei quali due nel giro di pochi mesi contro lo stesso portiere, lo jugoslavo Ivkovic. Si trovarono uno contro l’altro nel settembre del 1989: Diego nel Napoli, l’altro nello Sporting Lisbona, in Coppa Uefa. Ai rigori Ivkovic lanciò la sfida: “Se paro mi dai 100 dollari, altrimenti pago io”. Maradona sbagliò e, quando nel giugno del 1990, si incrociarono di nuovo in Argentina-Jugoslavia, agli ottavi dei Mondiali, Diego fallì un’altra volta.
PELE’ sbagliò addirittura in un’amichevole fra Roma e Santos, facendosi intercettare la conclusione dal giallorosso Alberto Ginulfi. Michel PLATINI sparò alle stelle un rigore nella serie dei quarti di finale ai Mondiali in Messico nel 1986, contro il Brasile: tuttavia, la squadra transalpina andò avanti lo stesso e approdò in semifinale. Leo MESSI sbagliò dal dischetto nella finale della Copa America, contro il Cile, e poi lasciò una prima volta l’Albiceleste. Del resto, come affermava lo stesso Baggio: “I rigori li sbaglia soltanto chi ha il coraggio di tirarli”. Non chi ha paura.
Con il titolo: 17 luglio 1994, Pasadena, Roby Baggio sbaglia il rigore decisivo contro il Brasile, che vince i Mondiali. Tutte le foto dal web
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