Arriva a Catania, al Teatro Sangiorgi, “Tutta un’altra storia”, metamorfosi di Angelo D’Arrigo, narrata a grandi e piccini dai pupi siciliani dei Fratelli Napoli di Nino Bellia.
Nello scintillante universo dei Paladini e dei Pupi Siciliani fa il suo ingresso un nuovo straordinario personaggio: Angelo D’Arrigo.
Senza armi, munito solo delle sue ali e di sogni da offrire a chiunque cerchi una via d’uscita dalla trappola dei conflitti e dei pregiudizi atavici, il mitico Angelo D’Arrigo – campione mondiale di deltaplano e parapendio, recordman del volo libero, colui che ha realizzato la “piuma” di Leonardo, erede di Konrad Lorenz nell’allevare ed imprintare aquile, gru siberiane e condor, autentico Icaro del Terzo Millennio, prematuramente e tragicamente scomparso il 26 marzo 2006 – entra nella leggenda e riceve l’investitura di nuovissimo cavaliere, già preannunciata da una spettacolare apparizione dello splendido personaggio il 26 marzo 2016 al piazzale del Rifugio Sapienza, che fu intitolato Largo Angelo D’Arrigo in occasione della bellissima celebrazione del decennale in memoria.
La F.A.D. (Fondazione Angelo D’Arrigo) in collaborazione con l’A.M.E. (Associazione Musicale Etnea), riunendo alcune fra le più significative espressioni culturali ed artistiche catanesi, come la Marionettistica dei Fratelli Napoli e il gruppo di musica popolare dei Lautari, promuove al Teatro Sangiorgi di Catania (via Antonio di Sangiuliano), nelle date di mercoledì 19 Aprile (ore 21:00) e giovedì 20 Aprile 2017 (ore 11,00 e ore 21,00), uno spettacolo adatto a tutti, adulti e bambini, al tempo stesso drammatico e divertente, nel più classico stile dei Pupi Siciliani di scuola catanese. Un’occasione unica per ricordarlo da parte di chi ha avuto l’onore di conoscerlo ed apprezzare la sua straordinaria figura e un’opportunità speciale per chi non ha avuto questo privilegio.
Un messaggio di bellezza e di fiducia nella vita e nella famiglia umana, di speranza e incoraggiamento a superare i limiti individuali e collettivi in nome di un sogno più grande: quello di un mondo riconciliato…
Marionettistica Fratelli Napoli: Fiorenzo Napoli direttore artistico, parraturi; Agnese Torrisi, parratrici; Giuseppe Napoli, capo manianti e scenografo; Salvatore Napoli, luci e fonica; Davide Napoli, manianti; Dario Napoli, direttore di scena; Marco Napoli, manianti; Alessandro Napoli, manianti.
I Lautari: Gionni Allegra, contrabbasso plettri chitarra e voce; Puccio Castrogiovanni, fisarmonica, plettri, chitarra e voce; Salvo Farruggio, batteria e percussioni; Salvatore Assenza, fiati; Marco Corbino chitarre
Biografia di Angelo D’Arrigo. Angelo d’Arrigo, nato a Catania il 3 aprile 1961, vissuto a Parigi fino al 1984, ha da sempre perseguito il sogno di volare come gli uccelli, ed insieme a loro. Divenuto campione mondiale di volo, ha abbandonato gare e cronometri per dedicarsi allo sviluppo del volo libero e ha concepito e realizzato imprese, che si pongono ben al di là del semplice evento sportivo.
Ha studiato per anni il volo dei grandi rapaci, ai quali si è affiancato in incredibili migrazioni nei cieli del pianeta. Ha sorvolato il mare e i deserti, è salito a oltre 9.000 m. in volo libero, fino a superare le vette dell’Everest e dell’Aconcagua.
Con il Russian Research Institute for Nature and Protection di Mosca, ha condotto un grande esperimento per la comunità scientifica internazionale: la reintroduzione di una specie di uccelli migratori in via di estinzione, le gru siberiane, guidando lo stormo, con il supporto di uno staff di biologi russi e americani, per 5.300 chilometri.
Ma forse la più grande intuizione di Angelo è legata alla realizzazione della “Piuma” di Leonardo da Vinci. Dopo attenti studi sul Codice di Madrid, realizza e fa volare una Piuma leggerissima – identica nella struttura a quella del grande Leonardo. Il Cinquecento conosceva solo la solidità di legno, cuoio e tela: Angelo d’Arrigo dimostra, utilizzando i materiali leggeri del terzo millennio, l’esattezza delle progettazioni aerodinamiche di Leonardo.
Con Leonardo, Angelo condivide un approccio intuitivo e l’instancabile desiderio di spostare ogni giorno più in là le frontiere dell’uomo.
Alla sua morte (avvenuta nel corso di una manifestazione a Comiso, il 26 marzo 2006, in seguito a un incidente al piccolo aereo, su cui egli viaggiava da passeggero ed ospite d’onore) un senso di sgomento ha pervaso tutti coloro che nel mondo lo ammiravano e lo seguivano nelle sue esultanti conquiste.
La Fondazione Angelo d’Arrigo, costituitasi dopo la sua scomparsa, ha significato rimettersi sulla rotta delle tante strade da lui tracciate: il desiderio di volare, la realizzazione di sogni impossibili, la metamorfosi, la ricerca di un rapporto con la natura e con gli animali, l’osservazione diretta dei fenomeni, le scoperte e le applicazioni pratiche, lo sport, le tecnologie più avanzate, la scienza e la poesia, l’amicizia e lo spirito di solidarietà.
Quanti lo hanno conosciuto, inoltre, ne ricordano una dote particolarissima: era un grande maestro, perché riusciva a guidare gli altri alla scoperta delle risorse riposte nell’intimo di ciascuno, senza imposizioni, senza forzature.
(Gaetano Perricone). Sono stato tra quelli che hanno avuto la fortuna e il grande privilegio di conoscere Angelo D’Arrigo, di restare affascinato dalla sua straordinaria personalità, dal suo carisma, dalla sua cultura, dal suo amore per la natura. Fui io, grazie alla casa editrice Cavallotto che mi diede questo onore, a condurre a Le Ciminiere di Catania la presentazione del bel libro di Giovanni Vallone “Angelo e le Aquile” sulla vita di questo uomo assolutamente unico e speciale. Con Angelo fu un gran bell’incontro, a lui piacque molto, ci ripromettemmo di rivederci presto. Non ci fu la possibilità perché dopo poco tempo un destino atroce e beffardo stroncò la sua vita fantastica.
Mi piace allora ricordarlo con queste intense, vibranti parole contenute nel libro autobiografico dl 2005 “In volo sopra il mondo”: “Altri continenti mi aspettano, altri orizzonti. Molti mi chiedono cosa mi spinga ad andare sempre oltre. Non è agonismo: con le sfide ho smesso da anni. Né è solo il bisogno di misurarmi con i miei limiti, come a volte ho creduto. No, è qualcosa di più semplice e intimo, l’istinto di esistere nella natura a modo mio … che mi tiene sveglio la notte, che mi illumina e mi entusiasma. Non seguirlo sarebbe tradire me stesso. Se riesco a sentirmi pienamente vivo soltanto immerso in spazi sconfinati, libero nell’aria sopra deserti e ghiacciai, vulcani o pianure, fiumi, mari, montagne, non è per qualcosa che cerco, ma per quello che sono”. Per sempre in volo, nostro carissimo Angelo …
Nelle due foto: la scultura celebrativa di Angelo D’Arrigo e la cerimonia per l’intitolazione del piazzale del Rifugio Sapienza in “Largo Angelo D’Arrigo”, con Laura Mancuso, presidente della Fondazione, la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia e il sindaco di Nicolosi Nino Borzì.
Nella foto con il titolo: Angelo in volo sopra l’Everest, il “tetto del mondo”
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