di Emanuela Zocchi
Dal 31 Ottobre 2017 al 5 Gennaio 2018 è in esposizione a Milano, presso la Biblioteca Sormani, la mostra “Scritture di luce. La Sicilia di ieri e di oggi nella visione fotografica di Capuana, Verga e Argentiero”. Curata da Roberto Mutti e realizzata in collaborazione con l’AFI, Archivio Fotografico Italiano, è allestita lungo lo scalone monumentale della Sala del Grechetto di Palazzo Sormani. (Video su Instagram https://www.instagram.com/p/Bcz2PaCFfSM/)
“Scritture di Luce” racconta la Sicilia di ieri attraverso le sorprendenti fotografie scattate da Luigi Capuana e Giovanni Verga, i carteggi tra i due autori, le lettere autografe e gli storici manoscritti provenienti dal Fondo Luigi Capuana di Mineo e diverse rare edizioni delle loro opere custodite alla Biblioteca Sormani. Fotografie accompagnate da testi, un viaggio letterario attraverso la letteratura siciliana di fine Ottocento e la corrente letteraria del Verismo.
Capuana e Verga, fotografia e amicizia. Protagonista della mostra è la comune passione di Capuana e Verga verso la nascente arte e tecnica della fotografia, vissuta come un ulteriore strumento di narrazione della realtà da affiancare alla letteratura verista.“No, non sono sfuggito al contagio fotografico e vi confesso che questo della camera nera è una mia segreta mania”, Giovanni Verga, “… bisogna assolutamente che tu faccia o mi procuri gli schizzi e le fotografie di paesaggio e di costumi pel mio volume di novelle siciliane…”, Giovanni Verga a Luigi Capuana.
Dai carteggi e dalle fotografie emerge e colpisce la profonda amicizia che li legava e la condivisione di ideali letterari, morali e politici. Testimonianze preziose sono l’autoritratto di Giovanni Verga con Luigi Capuana e l’autoritratto di Giovanni Verga con Federico De Roberto e Cesare Pascarella sui Monti Rossi Etnei nel 1897 (Archivio Fondazione 3M).
Meritano una particolare attenzione le rare edizioni dei testi delle opere di Verga e Capuana accompagnate nell’esposizione a Palazzo Sormani dalle loro lettere appassionate e amichevoli ricche di commenti, analisi, riflessioni letterarie, sociali e di vita quotidiana. “Roma, 7 Ottobre 1882. Caro Giovanni, è tanto, tanto! Che non facciamo insieme quattro chiacchiere neanche per lettera! Com’è seccante questa vita che ti toglie finanche il tempo di intrattenerti colle tue care persone lontane! […] E il tuo Mastro Don Gesualdo a che punto è arrivato?… Io qui faccio una vita da eremita: lavoro da mattina a sera, senza che nessuna fata venga a recare luce del suo sorriso nel mio grazioso appartamentino di Via Condotti. Faccio economia di spiriti vitali […] Intanto una stretta di mano dal tuo aff.mo Luigi”.
La Sicilia di ieri e di oggi. Accanto alla Sicilia di ieri raccontata attraverso le fotografie di Verga e Capuana – tra le tante in esposizione la suggestiva “Mineo” di Luigi Capuana – la Sicilia di oggi è affidata alle fotografie di Claudio Argentiero, accompagnate dalle parole della scrittrice Silvana Grasso. Il dialogo tra il passato e il presente è tenuto vivo dalla scelta del bianco e del nero anche per le fotografie contemporanee e da un filo narrativo che vede nell’Etna, vulcano simbolo dell’Isola del Sole, Patrimonio Unesco dal 2013, il motivo ispiratore di fotografi e scrittori di ieri e di oggi. “Pure, durante le belle notti d’estate, le stelle splendevano lucenti anche sulla sciara, e la campagna circostante era nera anch’essa, come la sciara, ma Malpelo stanco della lunga giornata di lavoro, si sdraiava sul sacco, col viso verso il cielo, a godersi quella quiete e quella luminaria dell’alto”. Giovanni Verga, Rosso Malpelo.
Con il titolo, Autoritratto di Giovanni Verga con Federico De Roberto e Cesare Pascarella sui Monti Rossi Etnei, 1897, particolare
Nella fotogallery , in sequenza :
Foto 1 e 2): Testi, Lettere, Fotografie
Foto 3): Autoritratto di Giovanni Verga con Luigi Capuana
Foto 4): Luigi Capuana, Mineo
Foto 5): Giovanni Verga, Strada di Licodia
Foto 6): Apparecchiature Fotografiche
Foto 7) Claudio Argentiero, Etna
Foto 8) Autoritratto di Giovanni Verga con Federico De Roberto e Cesare Pascarella sui Monti Rossi Etnei, 1897
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