di Gaetano Perricone
Ridono, ridono felici ma anche si commuovono, non stanno nella pelle dalla gioia le mie giovani e carissime amiche Giulia Drago e Sofia Bauchensky, due formidabili “vulcanesse” trentaduenni padovane con sindrome di down piene di energia e gioia di vivere. Ne hanno ottimi motivi: dopo avere portato a termine il 7 settembre 2019 sull’Etna quella che in un mio libro ho definito La scalata della vita, arrivando insieme con altri sette compagni d’avventura con identica disabilità ai 3300 metri di altezza del bordo del cratere della Bocca Nuova – impresa memorabile, da record mondiale, voglio ricordarlo in un mondo che va perdendo ogni giorno di più la memoria -, stanno compiendo in questi giorni un altro passo avanti nel loro brillantissimo percorso di inclusione nella vita vera e attiva, concetto che sottolineano sempre con entusiasmo, con uno stage lavorativo nel ristorante di una delle strutture storiche del vulcano Patrimonio dell’Umanità. Dopo avere conquistato la cima della leggendaria Muntagna, hanno adesso conquistato anche il mitico Rifugio Sapienza, storico luogo simbolo dell’Etna, tutto il personale e soprattutto i tantissimi clienti provenienti da tanti Paesi del mondo. Lo slogan motivazionale è sempre quello che ho usato come sottotitolo per il mio libro, lo stesso per ogni atto dello loro vita: se si vuole si può!
Dal 2 settembre e per due settimane, fino a sabato 16, si sta dunque vivendo presso il Rifugio un’esperienza unica di inclusione e solidarietà, di altissimo valore sociale, culturale, educativo, simbolico per un paio di ragioni precise: la prima è che il lavoro che Giulia e Sofia stanno facendo, consolidando quelli precedenti del genere nella loro Padova – la prima è addetta alle colazioni in un hotel e prima lo è stata in un altro, la seconda è aiuto cuoca in una scuola – , può servire da modello e da esempio da seguire per un percorso di crescita e inclusione per altri soggetti con sindrome di Down; la seconda è che si rafforza il bellissimo legame ideale tra Padova e l’Etna, nato quattro anni fa con la fantastica scalata, mai interrotto nonostante il dramma del Covid e adesso ravvivato da questa nuova, brillantissima iniziativa ideata dal grande Giacomo Drago, papà oltre che di Giulia anche del progetto MontagnAmo, portato avanti dall’associazione Sport 21 di Padova, che si occupa di ragazzi con sindrome di Down e disabilità intellettiva, ed è “parte integrante di un più ampio progetto di vita attiva che mira a rendere le persone più autonome possibile, anche attraverso l’esperienza della montagna”, spiega Giacomo. Il quale, va sottolineato, è ormai un habitué dell’Etna, che dal settembre 2019, quando incontrò il vulcano Patrimonio dell’Umanità guidando il gruppo dei ragazzi che effettuarono l’ascesa alla Bocca Nuova, ha visitato parecchie volte e naturalmente, con la sua formidabile esperienza di montanaro e trekker, oggi si può dire che la conosca molto meglio di tanti etnei.
Giulia e Sofia, le protagoniste di questa nuova, straordinaria storia “insieme sulla strada dell’inclusione”, come recita la locandina del progetto, hanno dunque iniziato una settimana fa il loro lavoro presso il ristorante del Rifugio Sapienza, apprendendo le sfumature dell’accoglienza, del servizio ai tavoli e della preparazione del caffè. Sono motivatissime ed entusiaste: lavorare è per loro, per il progetto di autonomia che perseguono con grande determinazione, un aspetto fondamentale, decisivo nel percorso di inclusione. “Siamo felicissime, stiamo facendo un’esperienza straordinaria, stiamo conoscendo tanti segreti del lavoro in un ristorante che ci serviranno molto. Ringraziamo tutti per quello che stanno facendo per noi“, hanno detto in coro durante la calorosa serata di presentazione dell’iniziativa, raccontando anche come si svolge la loro vita a Padova e commuovendo i tanti ascoltatori e chi è intervenuto, ricordando la magnifica esperienza della scalata della vita fatta accanto ai ragazzi padovani (Umberto Marino, Enzo Agliata, Giuseppe Priolo per il CAI sezione dell’Etna, la guida Nino Longo, naturalmente Giacomo Drago e i padroni di casa, chi scrive).
Ma l’insegnamento più grande è per i gestori del Rifugio Sapienza, Domenico Moschetto e Salvo Caruso e il loro team, i quali hanno scoperto in Giulia e Sofia una fonte inesauribile di gioia, entusiasmo e affetto. Domenico e Salvo hanno subito aderito con entusiasmo alla proposta di Giacomo Drago per lo stage lavorativo delle due ragazze: si deve innanzitutto allo loro generosità e disponibilità se il progetto è diventato concreto e operativo nel giro di pochissimo tempo. “Dal momento in cui Giulia e Sofia sono arrivate, il nostro ristorante è cambiato in meglio – raccontano Domenico e Salvo – Sono sempre sorridenti, entusiaste e affettuose. I clienti le chiamano per nome, i colleghi le seguono nelle loro mansioni, e Massimo, il loro ‘maestro di sala’, afferma che sono velocissime ad apprendere, sempre gentili, e che danno alla squadra una marcia in più. Il Rifugio Sapienza è così diventato un luogo di apprendimento reciproco, dove l’ospitalità si fonde con l’inclusione sociale. Questa esperienza dimostra quanto sia preziosa e arricchente l’interazione reciproca tra persone con disabilità e il mondo del lavoro”.
E allora avanti tutta, magnifiche Giulia Drago e Sofia Bauchensky, buon lavoro e ad maiora!
Con il titolo: Giulia e Sofia al lavoro al Rifugio Sapienza. Per le foto ringraziamo Giacomo Drago e Alessandra Famoso
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