(Gaetano Perricone). “Quei boati tremendi. Mi sembrava terremoto. Tremava tutto, il letto i vetri. Ho pianto. Ho fatto una preghiera. E poi la cosa più inquietante: la fine improvvisa di tutto, in pochi secondi, dopo che tutto era cominciato in modo così forte”.  Da questa originale testimonianza vengono fuori in modo molto chiaro i sentimenti contrastanti, tra paura e grande fascino, di un bambino – un ragazzino- di quasi 10 anni che vive in una paese ai piedi dell’Etna e che, forse per la prima volta, prende piena consapevolezza del significato profondo della convivenza con il più alto vulcano attivo d’Europa. Il racconto di Andrea – un'”intervista” da lui fortemente voluta – al nonno giornalista, me medesimo, di una notte molto movimentata nella sua casa di AciBonaccorsi, quella del parossismo dell’Etna nella notte tra l’8 e il 9 agosto, che per lui e forse tanti bambini come lui rimarrà indimenticabile. 

Con il titolo: il parossismo del 9 agosto, un mio scatto

Gaetano Perricone

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