di Antonella De Francesco
Una brillante commedia, declinata tutta al femminile, scritta da una donna, Katy Brand, e diretta da una donna, Sophie Hyde, che rivela, per voce di Nancy Stokes, mirabilmente interpretata da Emma Thompson , tutto quello che noi donne troppo spesso non diciamo, fin dal titolo Il piacere è tutto mio. Lo fa in modo brioso in una situazione per certi versi al limite del paradosso, ma che risulta un geniale espediente per dire esattamente come stanno le cose in un momento storico in cui molti temi della vita, da sempre appannaggio degli uomini , stanno perdendo questa peculiarità, diventando universali .
Il film non parla solo di sesso e di tutto quello che ci sta dietro, ma parla anche di solitudine, di distanze, di tempo che passa e non ritorna, di rimpianti, di rincorse verso la vita che resta, di scoperte, di emozioni, di libertà, di verità. Parla anche agli uomini ma più alle donne e delle donne, specie a quelle che non si sono volute troppo bene, che hanno vissuto la vita come un interminabile lista di doveri da assolvere, che non sono state capaci di sentirsi libere, che si sono limitate a compiacere gli altri.
Mostra come nella vita c’è un momento in cui tutto quello che è sopito si risvegli, in cui non si può più rimandare, in cui si comprende l’importanza del presente e si sente tutta l’impellenza di viverlo al meglio, di colmare le mancanze, almeno di assaggiare la felicità . Ed è questa l’esperienza di Nancy, che, giunta a quel momento, non vuole più farsi domande, esige delle risposte, vuole trovare ciò che le manca (una soddisfacente sessualità ) ed è disposta a tutto per averla, anche contattare un giovane gigolò. Attraverso i loro incontri, sia pure tra i sorrisi, il film, senza mai scadere nel cattivo gusto, dimostra anche come anni di non-amore rendano impacciate, spente, poco reattive le donne (puntando il dito contro una moltitudine di mariti e compagni “distratti”) e di come non è semplice tornare a vibrare, sentire ancora il tremore, quell’onda che travolge come non è mai successo o è successo troppo tempo fa .
Il connubio dissonante tra essere “madre” ed essere “femmina” non smette mai di stridere nella testa di Nancy Stokes e rende tutto ancora più complicato, specie davanti al coprotagonista, Leo Grande, lo strepitoso gigolò, interpretato dal giovane Daryl McCormak. Lui ha tutto quello che manca a Nancy (bellezza, giovinezza, capacità seduttive ), ma condivide con lei la paura di mostrare al mondo chi è veramente. Faranno un breve viaggio insieme, in un road-movie dentro una camera d’albergo, nascosti al resto del mondo. Un viaggio imprevisto, ma necessario per entrambi, che li porterà alla completa accettazione di sé stessi e ad un nuovo inizio.
Guardarsi allo specchio, nuda, ad oltre sessant’anni, non sarà più un problema per Nancy Stokes che, nella scena finale del film, senza rinunciare all’ironia , lancia un messaggio inequivocabile a tutte le donne: siate libere e amatevi così come siete, perché in ciascuna di voi risiede bellezza!
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