di Rosario Catania
Godere di uno scenario naturale come quello offerto da un vulcano attivo è un diritto di tutti, ma farlo nella massima sicurezza è un dovere a cui nessuno può sottrarsi.
L’Etna, offre scenari unici, e per fortuna non manca la sentieristica per guidare l’escursionista in lungo e largo sui suoi fianchi e grazie alle guide alpine e vulcanologiche, unitamente alle infrastrutture attualmente presenti sui due versanti maggiormente visitati dai turisti, è possibile visitarla anche nelle aree sommitali. Molti di noi si fermano a questo aspetto, altri si avventurano anche su pendii e zone meno frequentate e che richiedono nella maggior parte dei casi l’abbandono dei sentieri ufficiali, anche se questa soluzione non è mai consigliata.
Ma l’ Etna è soprattutto un vulcano ed è attivo e ha formato nel corso dei secoli colate, grotte di scorrimento lavico e fratture eruttive che attirano sia l’appassionato speleologo sia l’esploratore curioso. In alcuni periodi dell’anno è anche presente la neve, alcuni costoni possono essere ghiacciati cosi come i canaloni di lava e spesso la neve viene ricoperta da uno spessore di sabbia vulcanica che la mantiene anche in estate, creando pericoli nascosti per chi percorre il tratto e può finirci dentro. Per fortuna la frequenza degli incidenti non è elevata, ma il rischio è reale e sempre in agguato e se a questo aspetto aggiungiamo che le comunicazioni telefoniche non sono sempre garantite dalla copertura di segnale possiamo dire che la prudenza non è mai troppa, ma soprattutto che bisogna conoscere tutti i canali di emergenza a cui si può accedere e con quali mezzi farlo.
Da questa considerazione iniziale che faccio a me stesso, ma che penso sia condivisibile con chi frequenta la montagna, nasce l’esigenza di approfondire l’aspetto sicurezza e soprattutto capire dove si può migliorare dando il proprio contributo. Non tutti sanno infatti che oggi è possibile accedere con una comunissima radio (simile al walkie-talkie), ma che in termine tecnico viene chiamata PMR-446 (Personal Mobile Radio 446 Mhz) alla Rete Radio Montana, che esiste un’applicazione ad hoc per l’emergenza (GeoResQ) e che sia possibile fornire supporto alle attività speleologiche e/o soccorso in grotta o in tutte quelle condizioni in cui il segnale radio non si propaga per la presenza di barriere naturali, come la roccia vulcanica, sempre utilizzando una radio rice -trasmittente.
La Rete Radio Montana (RRM)
La RRM è un’infrastruttura per radiocomunicazioni composta da amatori (escursionisti, alpinisti, cercatori di funghi, mountain bikers, etc.) e professionisti (guide alpine, accompagnatori di media montagna, guide ambientali escursionistiche, etc.) della montagna, dai rifugi e dalle organizzazioni di soccorso (come il CNSAS, Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico) che aderiscono all’iniziativa, con il fine di incrementarne reciprocamente la sicurezza e intervenire in condizioni di emergenza.
Per “emergenza in montagna” si intende una situazione in cui la vita umana è compromessa:
– smarrimento (perdita dell’orientamento, che potrebbe evolvere anche in problematiche di tipo medico-sanitario);
– malore (come il colpo di calore, l’infarto, un calo improvviso della pressione arteriosa, etc.);
– lesione traumatica (una frattura o una ferita a seguito di un incidente, come la caduta).
A tali situazioni (che possono coinvolgere direttamente se stessi, il nostro compagno di escursione o una qualsiasi altra persona che incontriamo durante la nostra attività outdoor) deve far seguito, senza indugio, l’allertamento degli organi di soccorso. Anche in caso di smarrimento, il disperso deve informare i soccorsi quanto prima, così che le eventuali attività di ricerca e soccorso non si protraggano nelle ore notturne, con la possibilità che la situazione si aggravi (telefono scarico, abbassamento delle temperature, etc.). L’allerta dei soccorsi va sempre effettuata chiamando il NUE 112 (numero unico di emergenza europea) dove attivo, oppure il 118 (emergenza sanitaria), oppure tramite l’applicazione GeoResQ. Qualora non fosse possibile contattarli tramite i sistemi istituzionali (telefono senza segnale, batteria scarica, etc.), si può tentare col diramare una chiamata di emergenza proprio via radio, sui canali della RRM. L’utente che riceverà la richiesta di aiuto, dovrà acquisire le informazioni sulla situazione di emergenza (posizione esatta, tipo di emergenza, etc.) ed inoltrarle telefonicamente al Soccorso Alpino e Speleologico.
Il CANALE 8-16 è la frequenza radio principale della RRM. Esso è sintonizzabile da qualsiasi apparato radio rice-trasmittente del tipo PMR-446, selezionando il canale 8 e impostando allo stesso il codice CTCSS 16 (chiamato anche “tono”, “subtono”, “tono subaudio” o erroneamente “sottocanale”). Gli aderenti alla RRM dovranno utilizzarlo esclusivamente per scopi di sicurezza in montagna, quali prevenzione ed emergenza. La RRM qui in Sicilia ha un referente, Gaetano Confalone di Linguaglossa, socio CAI e membro del CNSAS.
Applicazione GeoResQ
GeoResQ è un servizio di geolocalizzazione e d’inoltro delle richieste di soccorso dedicato a tutti i frequentatori della montagna ed agli amanti degli sport all’aria aperta. Gestito dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e promosso dal Club Alpino Italiano (CAI), consente di determinare la propria posizione geografica, di effettuare il tracciamento in tempo reale delle proprie escursioni, garantisce l’archiviazione dei propri percorsi sul portale dedicato, ed in caso di necessità l’inoltro degli allarmi e delle richieste di soccorso attraverso la centrale operativa GeoResQ.
Trasmissione Radio in ambiente ipogeo
In ambienti particolari come le grotte vulcaniche, non è possibile usare telefoni o ponti radio perchè gli stessi segnali non si propagano come farebbero in aria, a causa delle caratteristiche stesse delle cavità (cunicoli, strettoie, natura della roccia) e nei casi di emergenza (ma se vogliamo anche per le normali esplorazioni) coordinare le operazioni delle squadre di soccorso all’interno con i direttori delle operazioni all’esterno diventa spesso un’operazione complessa.
Gli speleo-soccorritori del Piemonte e della Liguria hanno sperimentato un rivoluzionario sistema di trasmissione dati – sviluppato dalla Commissione Tecnica Speleologica nazionale – nell’Abisso Arrapanui presso la Conca delle Carsene in Valle di Pesio, Cuneo, e hanno simulato un caso di incidente, con un’apposita squadra comunicazioni che entra subito dopo la squadra di primo soccorso, che ha invece il compito di raggiunge l’infortunato nel minor tempo possibile per portargli i primi soccorsi e valutarne le condizioni mediche. I tecnici delle comunicazioni invece stendono un doppino telefonico (la coppia bianco-rosso), a volte per chilometri, collegando il punto in cui si trova il ferito con l’ingresso grotta e quindi con il campo base dove si trova la direzione delle operazioni. A questa linea di importanza vitale si collegano tutte le squadre di soccorso e quelle dei tecnici attrezzisti che dovranno predisporre i dispositivi di recupero su corda che permetteranno l’evacuazione del ferito.
La comunicazione filare permette si di comunicare anche per lunghi tratti, ma per farlo serve un apparato telefonico specifico ed eventuali interfacce alla rete gsm o radio. Esiste però la possibilità di utilizzare una radio portatile, anche amatoriale, ma che abbia la possibilità di rimuovere l’antenna in dotazione per poter collegare al posto della stessa un artefatto di notevole efficacia.
Il Circolo Speleologico Romano ha messo a punto un nuovo sistema di telecomunicazioni ipogee affidabile, economico e semplice nell’uso, chiamato con l’acronimo CSR (Comunicazioni Speleologiche Radiotrasmesse). Il sistema è sperimentato e già installato in forma fissa e professionale nelle gallerie autostradali e ferroviarie, negli edifici in cemento armato di grandi dimensioni ed in genere in tutti quei luoghi dove normalmente è ostacolata o impossibile la diffusione delle onde elettromagnetiche, cioè ad esempio il segnale dei telefoni cellulari e l’uso d’internet.
Questa soluzione è stata provata anche sull’Etna, utilizzando un comunissimo cavo TV vecchio tipo con la classica maglia (calza) esterna, connesso tramite un adattatore ad una radio dual band (in Italia si può utilizzare solo con licenza di radioamatore e sulla quale è possibile rimuovere l’antenna di fabbrica) e poi steso in grotta. L’altro capo del cavo rimane libero per fare da antenna interna, così da poter irradiare il segnale laddove serve a più unità contemporaneamente dotate di radio individuale (queste possono anche essere PMR-446 che non richiedono alcuna licenza), per cui il sistema diventa accessibile a più persone contemporaneamente che si trovano a portata radio dall’antenna. Qualora non dovesse bastare è possibile prolungare il cavo per raggiungere anche più zone, come nel caso delle esplorazioni di una grotta a più sezioni.
La prova è stata fatta da me e Roberto Maugeri. ricercatore INGV Osservatorio Etneo e appassionato di speleologia, esplorando una nuova grotta sull’Etna, con l’assistenza radio esterna di Cinzia Lo Certo, appassionata di montagna e parte del team di esplorazione di ERO, Etna Radio Observatory. Per l’esperimento è stata utilizzata una radio UHF sintonizzata sulla frequenza dei PMR-446 canale 8-sub-16 (446.09375 MHz con subtono a 114.8 Hz) per simulare l’eventuale uso con il protocollo di emergenza RRM. L’esperimento è riuscito ed è stato possibile comunicare con l’ambiente esterno, utilizzando apparati amatoriali PMR-446 sintonizzati sulla stessa frequenza (e se si vuole anche a mani libere con la funzione Vox fondamentale in caso di incidente per chiamare il soccorso), con me e Roberto dislocati in punti differenti della grotta e distanti decine di metri dall’antenna interna. E’ stato confortante sapere che qualcuno fuori dalla grotta era in ascolto e poteva eventualmente avviare la macchina dei soccorsi!
La grotta Etnaworld 1792
La grotta esplorata durante l’esperimento fu scoperta da me 15 anni fa, insieme al team di esploratori Etnaworld, e nel 2011 è stata topografata dal CSE (Centro Speleologico Etneo), grazie alla collaborazione di Fiorenzo Fiorenza, Tiziana Grech e Domenico Longo.
Si tratta di una galleria a quota 1557 metri slm, nel territorio di Zafferana Etnea, collocata in corrispondenza delle lave dall’eruzione del 1792 che ha preso vita dalle bocche aperte nella parte meridionale della Serra del Salifizio e che rappresentarono una seria minaccia per lo stesso comune. Con uno sviluppo complessivo di circa 60 metri, si accede da un piccolo foro in forte pendenza per un paio di metri, che porta alla base del tunnel. Da qui verso valle per 8 metri si accede ad una saletta terminale, che presenta pavimento a superficie unita con accenni di rotoli di lava e non consente di stare in piedi. A monte la galleria assume andamento semi circolare con un caratteristico mensolone lavico e dopo circa 20 metri si incontra un tunnel laterale che si estende in salita per 8 metri per poi chiudersi.
Proseguendo lungo la galleria principale si giunge ad una strettoia orizzontale con pavimento scoriaceo che costringe a proseguire con difficoltà, poi guadagna altezza per poi abbassarsi notevolmente fino a chiudersi dopo altri 20 metri. In tutta la grotta si possono osservare stalattiti da rifusione e lamine da distacco.
La grotta (nome provvisorio Etnaworld 1792) si trova nella colata del 1792 tra la Tre Livelli, che si trova più a monte, e la KTM che si trova più a valle, ma è ancora da valutare la sua relazione rispetto alle altre due, ovvero se si è formata nello stesso flusso o in un flusso secondario. Dato che si tratta di una galleria che presenta elementi di interesse vulcanologico e che fa parte di un imponente flusso lavico, insieme a Roberto e Fiorenzo si è pensato di censirla nel catasto regionale.
Ringrazio di cuore Fiorenzo Fiorenza e team CSE, Roberto Maugeri INGV-OE e Cinzia Lo Certo per il prezioso supporto, Gaetano Confalone per avermi accolto e istruito nella famiglia della Rete Radio Montana e Renato Romero (ERO) per i consigli sulle connessioni radio.
Nel video la grotta esplorata il 16 novembre 2021, dove è stata testata anche la trasmissione radio. Con il titolo: Rosario Catania nella grotta
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