di Gaetano Perricone
Ho avuto la fortuna e il privilegio, alto per un giornalista, di fare parte della redazione di Piazzale Ungheria dello storico quotidiano di Palermo in tempi successivi a quelli raccontati da La Corsa de L’Ora, il docu-film – scritto e diretto da Antonio Bellia – sul glorioso, piccolo-grande giornale, fucina di firme prestigiose, sempre in prima linea nel denunciare la mafia, che sarà presentato a Palermo, in anteprima nazionale, venerdì 24 febbraio alle 18.15, al cinema Rouge et Noir.
Scrissi il mio primo articolo sul giornale L’Ora nel 1978 – era il 12 dicembre, lo ricordo benissimo, fu uno dei giorni più emozionanti della mia vita -; in quel giornale ho imparato il mestiere, sono cresciuto come giornalista e come uomo. Uscii da quel palazzetto, insieme ai miei colleghi, l’8 maggio del 1992, il giorno della cessazione delle pubblicazioni. “Arrivederci“, titolava la prima pagina di quel numero rimasto storico: era la conclusione dell’esperienza del quotidiano e, per quanto mi riguarda, di una straordinaria, indimenticabile esperienza professionale e umana, di una stagione della vita assolutamente speciale.
Fu questa la parte di storia de L’Ora successiva a quella raccontata nel film da Bellia, brillante regista e documentarista catanese, direttore artistico del SiciliAmbiente Documentary Film Festival di San Vito Lo Capo: una storia mitica di giornalismo e di passione civile, che mi ha ammaliato e che ha nutrito, da ragazzo, la mia mente e il mio cuore. Per me è stato un onore conoscere il direttore Vittorio Nisticò e collaborare con lui nei miei primi anni a L’Ora; ed è stata una formidabile e preziosa opportunità professionale, anzi una immensa fortuna, lavorare a fianco di molti dei grandi giornalisti che porteranno le loro testimonianze all’interno del docu-film e che per me sono stati maestri di questo mestiere, che considero ancora bellissimo.
Oggi, da diversamente ragazzo, mi emoziona ed entusiasma molto l’idea che, finalmente, un pezzo di storia del giornalismo e della cultura siciliana così importante e significativo sia diventato un film. Mi è dunque sembrato naturale scrivere sul mio Vulcanico qualcosa su La corsa de l’Ora, parole sgorgate dal cuore e naturalmente dalla fondamentale esperienza che ho vissuto in quel giornale, che per me rappresenta motivo di grande orgoglio. Seguirò ovviamente con tanta passione e altrettanta curiosità la proiezione del film di Antonio Bellia, per tornare a respirare l’aria di quello che per me è stato un meraviglioso pezzo di vita e per risentirne l’anima. E ringrazio qui pubblicamente – dopo averlo fatto personalmente – il regista per avere voluto portare sul grande schermo una bellissima, appassionante storia siciliana e non solo, che merita di essere conosciuta da un vasto pubblico, soprattutto dai più giovani.
“In tempi in cui l’informazione corre velocissima e si brucia con altrettanta velocità, un titolo e via, colpisce profondamente la forza e la capacità di approfondimento che ha avuto il giornale L’Ora – ci dice Bellia – Credo che la traccia lasciata dal quel tipo di giornalismo così incisivo sia ancora profonda e il messaggio che ha lasciato alle generazioni successive molto attuale e altamente educativo. Mi ha notevolmente colpito, ascoltando le tante testimonianze che ho raccolto da chi ha lavorato nella redazione de L’Ora o comunque l’ha frequentata, la percezione di una gerarchia professionale fortemente sentita, con la presenza di grandi maestri di giornalismo molto stimati e rispettati dai giovani colleghi. Lo studio della straordinaria documentazione de L’Ora, degli articoli e delle tante inchieste, è stato davvero appassionante, una affascinante e continua scoperta”.
“La cosa che mi ha più stupito studiando e cercando tra gli archivi degli articoli pubblicati su L’Ora – afferma ancora il regista – è lo spessore culturale di questo piccolo giornale. Le pagine della cultura sono straordinarie, vi erano i contributi di Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Renato Guttuso, Bruno Caruso, Michele Perriera, Danilo Dolci, e tanti altri intellettuali siciliani e non, che bazzicavano in quella redazione. A volte, leggendo gli articoli di Leonardo Sciascia, mi sono chiesto come fosse possibile che un quotidiano letto da una popolazione eterogenea, potesse avere un livello così alto di analisi politica, sociale e culturale”.
Con il regista, all’anteprima di venerdì a Palermo interverranno: Pietro Grasso, Presidente del Senato; Anthony Emanuele Barbagallo, Assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo,; Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo; Alessandro Rais , dirigente dell’Ufficio Speciale per il Cinema/Sicilia Film Commission; Marcello Sorgi; editorialista de La Stampa, Giuseppe Marsala, docente universitario e consulente storico del film, Pippo Delbono, attore protagonista.
Ed ecco la scheda di presentazione del film, che invito i lettori del Vulcanico a non perdere. Ricordo che, dopo l’anteprima palermitana del 24, seguirà la proiezione a Catania di lunedì 27 febbraio, alle ore 20,30 e alle 22,30, al cinema King).
La corsa de L’Ora racconta la storia del giornale palermitano negli anni della direzione di Vittorio Nisticò, tra il 1954 e il 1975. Le vicende del quotidiano, che chiuse i battenti nel 1992, si intrecciano con quelle della città di Palermo e con l’impegno di tanti intellettuali, giornalisti, scrittori che frequentarono la redazione e che fecero del L’Ora qualcosa di più di un semplice giornale d’opposizione.
Tra il 1954 e il 1975 si concentra e sviluppa la storia del documentario; sono gli anni in cui Vittorio Nisticò è il direttore del quotidiano L’Ora. Le parole di Nisticò, interpretato da Pippo Delbono, rappresentano l’ossatura del film: da un lato le battaglie contro l’intreccio di poteri e interessi tra la mafia e la politica in un momento storico di grande trasformazione per la Sicilia, dall’altro l’impegno di una generazione di intellettuali e artisti che vedono protagonisti personaggi come Sciascia, Consolo, Dolci, Guttuso, Caruso, che si fanno carico della necessità di essere interpreti di un cambiamento sociale e civile e che scelgono il piccolo quotidiano palermitano come luogo e strumento di questa grande scommessa. Il giornale in pochi anni diviene il perno della lotta alla “mentalità mafiosa”, Nisticò diventa un maestro del giornalismo e l’Ora una grande scuola, una “fabbrica delle notizie”.
Il film conta sulla testimonianza di alcuni dei giornalisti protagonisti di quella stagione, formatisi nella redazione di Piazzetta Napoli e oggi firme autorevoli nelle redazioni dei principali quotidiani italiani. Tra loro, Marcello Sorgi, Francesco La Licata, Franco Nicastro, Piero Violante, Antonio Calabrò, Letizia Battaglia e altri. E conta sulla interpretazione carismatica di Pippo Delbono nei panni di Vittorio Nisticò. Daniele Ciprì è direttore della fotografia, al montaggio Marzia Mete, le scenografie sono di Fabrizio Lupo, i costumi di Dora Argento, fonico Danilo Romancino.
La corsa de L’Ora, prodotto da Demetra e Marvin Film, è stato realizzato con il contributo finanziario della Regione Siciliana/Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, Ufficio Speciale per il Cinema e l’Audiovisivo/Sicilia Film Commission, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali–Direzione Generale per il Cinema, con il sostegno del Nuovo IMAIE, con il contributo dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e in compartecipazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico AAMOD. Fonte: cinemaitaliano.info
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