di Gaetano Perricone

Una bellissima foto che è anche uno struggente ricordo. Nel 1987, sul campo di Ercolano a seguire una partita del Palermo, insieme a Cristiana Matano, Filippo Mulè e Salvino Lagumina, presidente rosanero
Una bellissima foto che è anche uno struggente ricordo. Nel 1987, sul campo di Ercolano a seguire una partita del Palermo, insieme a Cristiana Matano, Filippo Mulè e Salvino Lagumina, presidente rosanero

Siamo davvero pochi, noi tifosi rosanero che viviamo a Catania e dintorni. Ci contiamo quasi sulla punta delle dita, ma non ci nascondiamo affatto: nel nostro bizzarro mix antropologico (che mi fa autodefinire, dopo ormai quasi 19 anni della mia seconda vita sull’Etna “un palermitano molto felicemente etneo”) la fede calcistica rosanero resta un solido punto fermo… Questione certamente poco comprensibile, mi rendo conto, da parte di cari amici raffinati intellettuali, ma dentro di me, non posso farci nulla, abbastanza viva e autolesionisticamente anche divertente …

E oggi, per noi “emigrati” sull’Etna forse più ancora che per i tifosi nostri concittadini, è un orribile lunedì. Perchè all’insopportabile peso dello 0-2 da vergogna assoluta che il Palermo delle mille speranze già tradite di Eugenio Corini è riuscito a beccarsi dal Chievo allo stadio della Favorita e alla pressoché assoluta certezza della retrocessione della squadra in Serie B ancora prima di Natale e della fine del girone d’andata del campionato, si aggiunge la scontata, ma pur sempre … micidiale sofferenza, per i teatrali sberleffi degli inevitabilmente sadici catanesi, che pure, dal punto di vista calcistico, visto il periodo sicuramente per nulla esaltante dei colori rossoazzurri non potrebbero permettersi di sfottere proprio nessuno…

E invece ci sono quelli che ti urlano da lontano “Paliiieeermo …” imitando l’accento che non hai mai perso o ti salutano, con niente affatto celata soddisfazione, con le classiche dita ben tese a quantificare i gol incassati dal Palermo. O quelli, ben più ipocriti e duri da digerire, dei cosiddetti amici, che ti telefonano per consolarti o per manifestarti una untuosa solidarietà che sa di tremenda e per nulla amabile presa per i fondelli … Il più simpatico di tutti è quel collega che, con memorabile sarcasmo, scrive da varie settimane che l’unica cosa che non cambia la domenica è … la sconfitta del Palermo. E sono nove di fila, ignobile record in serie A.

Rivivo oggi, con la memoria, altri orribili lunedì della mia seconda vita etnea. Quello dopo l’indimenticabile Palermo 0 – Udinese 7 e, poveri noi, con il cuore rosanero in tanti pezzi che fu molto difficile rimettere insieme … Ma ce n’è uno, di questi miei lunedì etnei, che resta in assoluto il più amaro di tutti: porta la data del 2 marzo 2009, il giorno dopo l’indimenticabile, dolorosissimo Palermo-Catania 0-4 allo stadio Barbera. Onta e “bagno di sangue” calcistico molto difficilmente cancellabile – è francamente inimmaginabile un Palermo che vinca 5-0 al Cibali … – e soprattutto fonte di periodiche stilettate dei sempre cosiddetti “amici” catanesi, alle quali è ancora oggi oggettivamente impossibile rispondere, che ti ricordano spietati quell’atroce sconfitta … A proposito di dita della mano ben tese, non so per quanto tempo, forse un anno, dovetti subire in tutto il territorio etneo il silenzioso saluto con quattro dita, accompagnato da un feroce sorrisetto … E il pegno che fui “costretto” a pagare con i miei colleghi tifosi del Catania dopo quella storica debacle sportiva – è un ricordo divertente assai – fu il taglio di una torta tutta rossoazzurra, mentre indossavo cappellino e doppia sciarpa con i colori del Calcio Catania …

Domani è martedì, di calcio si parlerà un po’ meno e la mia (assai indebolita per la verità, ma ancora flebilmente viva) fede rosanero riprenderà il suo piccolo posticino nel fluire della mia intensa vita di “palermitano felicemente etneo”. Archivio quest’altro orribile lunedì del pallone nell’ampio cassetto della mia lunga memoria calcistica, con la speranza … ultima a morire, visto l’attuale rendimento del Palermo, di seppellirlo con tanti altri lunedì di gloria o quantomeno di sorrisi.

E per un attimo, smetto i panni del tifoso del Palermo emigrato dall’altra parte della Sicilia e reindosso quelli dell’appassionato cronista sportivo di una volta, menestrello di tante e antiche storie rosanero probabilmente sconosciute a intere generazioni di tifosi cresciute con una squadra felicemente protagonista in Serie A.

Per intenderci, in un pomeriggio tardo-estivo di domenica del 1987, esattamente il 20 settembre, ero a San Rufo, scognito paesino campano del Cilento, inviato dal mio glorioso giornale (il giornale L’Ora, mi fa sempre venire i brividi ricordarlo) per raccontare la “mitica” (sigh !) sfida … Valdiano-Palermo, prima giornata del girone D della Serie C/2.  Io e il collega e grande amico del Giornale di Sicilia Filippo Mulè prendevamo a braccetto la squadra rosanero, iscritta in C/2 dopo la radiazione seguita allo scandalo del calcio scommesse, presieduta dallo scomparso Salvino Lagumina e allenata dal vecchio amico Pino Caramanno da Piana degli Albanesi, per accompagnarla in quella che sarebbe stata una cavalcata trionfale verso la C/1 attraverso campi che si chiamavano Afragola, Ercolano, Nola, Torre del Greco, ecc. Altri tempi, ragazzi, che tempi !!! …

Insieme a me e Filippo, mi piace ricordarlo oggi con il cuore pieno di commozione, quel giorno a San Rufo c’era anche una splendida, amabilissima ragazza diciottenne corrispondente sportiva locale. Si chiamava Cristiana Matano, diventò una gran brava giornalista e la moglie di Filippo … Il destino ha voluto che la sua vita durasse troppo poco, oggi riposa in pace nel cimitero della sua amata isola di Lampedusa. Ciao, dolcissima, indimenticabile Cristianella …

Avevo quasi trent’anni di meno, la metà di oggi, ma la mia passione per i colori rosanero è in fondo la stessa di allora. Poi venne la serie B, poi Zamparini, Guidolin, il meraviglioso ritorno in Serie A nel 2004 dopo 32 anni, grandissimi giocatori come Toni, Barzagli, Zaccardo, Amauri, Miccoli, Cavani, Pastore, Dybala, Balzaretti, Cassani ecc. ecc.

Pochissimi ricordano il Valdiano di San Rufo, io sì perché quel giorno c’ero. Molti più tifosi rosanero, giovani e anziani, ricordano Toni e Amauri con la maglia del Palermo. E’ molto più facile e bello ricordare i 65 punti nella classifica di serie A del trionfale campionato 2009-2010, quello di Delio Rossi e del quinto posto, che i faticosi pellegrinaggi sui campi della C/2. Io, che ho vissuto questi da cronista e testimone e che in quei campionati memorabili mi entusiasmai ancora come un bambino per le vittorie sulla Juve e sul Milan, non voglio entrare fino in fondo nel merito delle tanti, più che legittime polemiche e questioni tecniche di queste ore e di questi giorni. Molto concretamente e senza retorica sportiva, ritengo che dobbiamo provare a salvaguardare tutti insieme il grande patrimonio calcistico del Palermo di oggi, che si chiama Serie A, contro ogni ciclica tentazione autodistruttiva da “cupio dissolvi” … Anche se sappiamo perfettamente tutti che si tratta di una impresa ormai quasi impossibile.

Calano le tenebre su questo orribile lunedì, cala il sipario sulla nuova, infame domenica pallonara allo stadio Barbera. Domani è martedì e il “nostro” Palermo deve tentare in tutte le maniere possibili di riprendere la sua più che traballante navigazione nel tempestoso mare della serie A. Con una rotta chiara e ben delineata per chi sta al timone e chi rema …Per cercare di evitare miracolosamente il naufragio …

 

 

 

 

 

 

 

Gaetano Perricone

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