di Francesco Palazzo
Due giorni dopo la sua scomparsa il 21 giugno si sono celebrati a Palermo, nella parrocchia Maria SS Madre della Chiesa a piazza S. Marino, viale Francia, i funerali di Tanino Troja, il Nordahl del Sud come giustamente era stato soprannominato per la sua potenza, per il suo micidiale colpo di testa, ma che aveva più di Nordahl, leggendario centravanti svedese a lungo del Milan e poi anche della Roma, una raffinatezza tecnica difficile da trovare in un atleta di quella stazza e, soprattutto, sapeva usare entrambi i piedi, tirava forte sia di destro sia di sinistro.
Il celebrante si è soffermato giustamente sulla bontà dell’uomo, proverbiale, universalmente riconosciuta dai compagni di squadra e dai concittadini della sua borgata, Resuttana, che spesso hanno trovato in lui aiuto anche materiale. Il sacedote ha voluto anche parlare dei grandi meriti sportivi del nostro Tanino e di quanto gli piacesse raccontare le sue imprese, accompagnandosi con l’esibizione di pagine di quotidiani, sportivi e non, dove venivano celebrati i prodigi della domenica (allora, ai suoi tempi, le partite si giocavano solo di domenica e tutte allo stesso orario, contemporaneamente). E cose da ricordare ne aveva, eccome! A cominciare dal gol segnato in amichevole a Palermo contro la Dinamo Mosca, i cui pali erano difesi dal sommo Lev Yashin, il “ragno nero”, pallone d’oro, portiere considerato da molti il più grande di ogni tempo; oppure allo storico gol in rovesciata segnato contro il Genoa, oppure all’altrettanto storico gol segnato di testa contro il Cagliari, portiere Albertosi, che valse la vittoria per il Palermo e l’unica sconfitta di tutto il campionato per il Cagliari di Gigi Riva.
La chiesa era gremita. Riempita da compagni di squadra, da giornalisti sportivi e da tifosi comuni che – glielo si leggeva negli occhi – vedevano ancora scorrere nelle loro menti le immagini delle gran giocate di Tanino Troja. C’era il prof. Giuseppe Barbera, figlio del Presidentissimo Renzo; c’era il dott. Mirri, attuale presidente del Palermo Calcio, c’era Roberto Gueli, presidente dell’ordine dei giornalisti e gran firma del giornalismo sportivo Rai, c’era l’avv. Salvatore Matta (storico vice presidente e poi anche presidente), c’era Filippo Cammarata (storico dirigente amministratore), c’erano alcuni dei compagni di quel Palermo, con in testa il grande Graziano Landoni, c’era l’altrettanto grande – come giocatore prima e come allenatore poi – Ignazino Arcoleo, sempre in perfetta forma, tanto che secondo me sarebbe in grado di fare impallidire i centrocampisti dell’attuale Palermo Calcio, c’era il Sig. Gen. Giuseppe Governale, pure lui palermitano e tifosissimo del nostro campione. Ancora, c’era Pietro Ruisi, altro indimenticabile giocatore, c’era Benvenuto Caminiti, altra grande e storica penna del giornalismo sportivo, come Carlo Brandaleone, Guido Monastra, Mario Azzolini, c’era il popolare attore e grande tifoso Tony Sperandeo, quello di ghiaccioli all’arancia, u sapuri ri gol. E c’erano tanti altri che magari non ho riconosciuto – cosa per la quale mi scuso ma è dovuta anche al fatto che il tempo passa per tutti, anche per me – ma quello che purtroppo ho notato è che, al di fuori di tre giovanotti della primavera (almeno così mi è sembrato) non ci fossero giocatori dell’attuale squadra, come non c’era il cosiddetto Genio, ma in compenso c’era il grande Pinuzzu u tasciu, storico tifosissimo, armato di sciarpa, bandiera e – soprattutto – di maglia numero 9 regalatagli da Tanino in una memorabile occasione dopo uno dei suoi gran gol in casa.
Quella che secondo me mancava era la città, a cominciare dall’illustre signor sindaco. Palermo è una delle rare città che possano vantarsi di aver dato i natali ad un giocatore che ne è poi diventato una bandiera sportiva; Tanino Troja è stato e resterà per i palermitani come Francesco Totti è per i romani; Milano, Torino, Napoli, ecc. non si possono vantare di altrettanti campioni. E infine, mi meraviglia come non si sia sentito il dovere di omaggiare istituzionalmente un uomo buono, che era sempre pronto ad aiutare gli altri, e che per di più aveva saputo tenere alto il vessillo sportivo della città e con essa della Sicilia intera (aveva giocato anche nel Catania di don Carmelo Di Bella). Mi meraviglia come si sia diluita la memoria di tali meriti o forse le cose che ho raccontato non si considerano più meriti.
Comunque, alla fine della cerimonia, è stato un abbracciarsi di tutti con tutti, un saluto al grande Tanino ed una festa – sì, una festa, può sembrare assurdo che il funerale diventi una festa ma è stato così perché la gioia che ci ha regalato il Signor Centravanti ci ha fatto sognare e ci continua a far sognare; ci ha insegnato che nella vita si possono superare tutti gli ostacoli e si può essere vincenti, proprio come è stato per lui.
Ciao, carissimo Tanino
Con il titolo: il feretro di Tanino Troja ieri in chiesa per i funerali. Tutte le foto sono di Francesco Palazzo
Commenti recenti