di Antonella De Francesco
Per la domenica della “FESTA delle DONNE” nei surreali tempi del Coronavirus, pubblico questa foto con il titolo tratta furtivamente durante la mia ultima vacanza in Kenya, perché penso racchiuda in sé tutta la difficoltà di essere “Donne” in qualsiasi parte del mondo e al tempo stesso, la dignità, l’eleganza e la fierezza di ciascuna di noi a suo modo. Che emerge con grande forza e rilievo, in questi giorni difficilissimi e drammatici, attraverso l’impegno e il ruolo fondamentale delle donne madri, insegnanti, dottoresse, infermiere, ricercatrici, volontarie, che in ogni luogo del Pianeta colpito dal virus stanno facendo al meglio la loro parte.
Di certo non vorrei essere un uomo e non invidio niente a loro.
Amo, piuttosto, il nostro modo umorale di affrontare le cose, la pazzia di una risata che scoppia improvvisa dopo un pianto, il desiderio di trasformarsi continuamente da madre, in donna fatale, da professionista serio e affidabile ad amica folle a cui confidare i segreti più inconfessabili davanti ad una bottiglia di vino. Insicura sui tacchi ma desiderosa di camminarci spedita almeno per una sera, infaticabile consolatrice e mediatrice in mezzo ai discorsi e ai rapporti che non ingranano. Vanitosa ma anche dotata di senso pratico, mai schiava del dover apparire perfetta: mattine in cui basta alzarsi e altre che è meglio evitare gli specchi.
Il nostro mestiere ovunque nel mondo è ESSERCI ! Sempre e a qualunque età a questo siamo e saremo chiamate: ESSERCI !
Anche per chi non c’è, per chi non lo merita, per chi semplicemente non lo sa o non lo capisce.
Credo, senza falsa modestia, che in un modo o nell’altro siamo NOI a muovere il mondo, anche se non sediamo ai vertici del potere, siamo nella sala macchine a fare il lavoro più duro: ESSERCI. E di questo, mie care amiche, dobbiamo essere FIERE e guardare sempre agli uomini con rispetto, ma anche con quel pizzico di consapevolezza che, senza noi, il mondo semplicemente non ci SAREBBE.
Oggi NON andate a festeggiare: non serve, perché quelli (la maggioranza) che non si sono accorti di noi e del nostro valore, non potranno certo farlo in un giorno e chi già ci riconosce dei meriti, lo fa tutti i giorni. Piuttosto, oggi cerchiamo di essere più SOLIDALI tra noi, che è il nostro grande, fortissimo LIMITE. Per un giorno, se ci passa accanto un’altra più alta e più bella di noi, regaliamole un sorriso pieno di ammirazione, alla collega più in gamba stringiamo la mano, deponiamo le armi e da subito facciamolo tutti i giorni .
In fondo siamo tutte chiamate ad ESSERCI, dunque la rivalità non serve, visto che camminiamo, anche con andature e stili diversi, verso lo stesso coraggioso e necessario traguardo .
Commenti recenti