La presentazione del manuale al Parco, un ricordo importante per Riccardo La Spina, al centro nella foto con me, Monica Maimone, Sergio Mangiameli, Salvo Caffo e Giuseppe Maimone
La presentazione del manuale di vulcanologia raccontata con le sue illustrazioni al Parco  dell’Etna, un ricordo importante per Riccardo La Spina. Qui al centro nella foto con me, Monica Maimone, Sergio Mangiameli, Salvo Caffo e Giuseppe Maimone

di Gaetano Perricone

Enfatizzando amabilmente la maestria del tratto di penna biro nei suoi straordinari disegni, lo hanno ribattezzato “il Giotto di Trecastagni”. Forse un po’ troppo per Riccardo La Spina, tanto introverso e taciturno nell’approccio umano quanto bravo nell’esprimere la sua arte: quando sabato scorso, nell’ambito della bellissima serata di presentazione del volume “Etna Patrimonio dell’Umanità. Manuale raccontato di vulcanologia e itinerari”, da lui mirabilmente illustrato, questo appellativo è stato svelato in pubblico, le gote di Riccardo sono diventate rosse per l’imbarazzo. Ed è stata davvero una bella scena d’altri tempi.

E comunque sappiate che il nostro Giotto etneo questo titolo ad effetto lo merita tutto. E’ un artista vero, di alto livello, Riccardo La Spina: alla grande qualità e al notevole fascino delle sue illustrazioni e dei suoi disegni, alcuni dei quali vedrete nella splendida galleria che pubblichiamo, aggiunge una sensibilità e una creatività assolutamente fuori del comune. Forse ancora non pienamente espresso, certamente molto poco noto rispetto a quanto meriterebbe (anche per … colpa della sua timidezza), ma grande artista Riccardo lo è davvero.

Ho avuto il piacere di conoscerlo e apprezzarlo in quest’ultimo periodo, ammirando soprattutto alcuni suoi emozionanti lavori dedicati all’Etna e alla natura. Ma Riccardo La Spina ha realizzato tante altre splendide opere, che hanno per tema i sentimenti, la famiglia, il lavoro dell’uomo, sempre ritratto con grande maestria e cura di particolari. In un bianco e nero che ti entra nell’anima.

Ecco perché il Vulcanico ha deciso di farvelo conoscere attraverso questo blog e di farvi gustare una parte della sua bravura, attraverso i disegni che vedrete qui e con un bellissimo video che troverete nell’apposita griglia.

BREVI NOTE BIOGRAFICHE – Riccardo La Spina, 44 anni, dopo gli studi artistici dal 1990 inizia a lavorare alla catalogazione dei beni artistici e architettonici della provincia per la Soprintendenza dei BB.CC.AA di Catania, dove tutt’oggi è impiegato e svolge ruolo amministrativo e di progettazione grafica di eventi culturali. La sua passione è stata sempre quella dell’arte in tutte le sue forme, dalla realizzazione di scenografie teatrali, alla grafica, alla pittura, alla scultura e alla fotografia.

Sin da bambino comincia a dipingere e a ricevere diverse committenza dai privati, fino a realizzare opere più “importanti” di carattere sacro per innumerevoli chiese della provincia etnea. Tra le opere degne di note, sei pale d’altare raffiguranti scene della vita di san Giuseppe realizzate per l’omonima chiesa di Ognina a Catania, una pala d’altare presso la chiesa madre di Paternò, una Via Crucis nella chiesa madre di san Giovanni La Punta, vari ritratti di sacerdoti e collaborazioni a interventi di restauro per la Curia Arcivescovile di Catania.

Il suo laboratorio preferito rimane comunque la strada, il suo cavalletto e il suo inseparabile taccuino, oltre che la sua penna biro con la quale racconta il territorio dove è nato e cresciuto, la sua gente, la sua tanto amata Montagna. Per questo dice di sé. “Sono solo uno che disegna”.

Per concludere questo breve ritratto di Riccardo La Spina e prima che vediate i suoi magnifici disegni (forse qui non valorizzati fino in fondo, ma certamente potrete farvi un’idea…), riporto come lo ha descritto il comune amico Sergio Mangiameli, uomo di grande sensibilità oltre che eccellente scrittore, che tra i vari meriti ha anche quello di avermi fatto conoscere questo magnifico artista.

“Riccardo La Spina fa altro per sopravvivere, ma per vivere cammina sulla terra che ama, portandosi tre cose d’appresso: occhi, cuore e l’anima. Più due gocce salate: una di carta, l’altra di inchiostro. Si ferma e interpreta la realtà, secondo il principio originale dell’arte, che prende dalla natura. Chi sa cogliere questa bellezza in bianco e nero, potrà sentire le due gocce salate premere verso la luce.”

 

Gaetano Perricone

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