di Antonella De Francesco
Avevo letto il libro omonimo di Domenico Starnone, Lacci, nel 2016, ma ne avevo perso memoria se non per il titolo. Poi durante la visione del film di Daniele Luchetti ho ricordato la trama e le immagini hanno rievocato le emozioni che, leggendolo, avevo provato. Capiranno meglio i separati (come me) e rifletteranno quelli che non hanno avuto il coraggio di farlo, perché il film ci sbatte in faccia una dura verità.
Una esistenza infelice di coppia rende infelici tutti e tossici i rapporti tra tutti, scava nella psiche di genitori e figli e questi un giorno non ringrazieranno i primi dell’inutile sacrificio di rimettere insieme i cocci di un vaso in frantumi che ha finito per ferire pure loro!
Lacci è un film dove non si salva nessuno e anche le vittime sono a loro modo carnefici. Bambini che ricorderanno in eterno anche la mancanza di libertà di scegliere liberamente la compagnia di un genitore senza ferire l’altro, in un gioco difficilissimo di equilibri che, senza volerlo, i genitori incautamente riversano sulle loro spalle in nome di un “patto” antico che non può essere salvato sempre e comunque.
Essere bravi genitori da separati di può, senza rinunciare ad essere un po’ felici per sé.
Eccezionale il cast di attori e sceneggiatura fedele al romanzo, da vedere.
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