di Marco Gambino

Con Marco Gambino, nel Kent, il giorno del suo matrimonio
Con Marco Gambino, nel Kent, il giorno del suo matrimonio

L’undici Settembre 2001 alle nove del mattino ero a Cuba in albergo con la televisione accesa. Davanti a me scorrevano le immagini di un aereo che si schiantava contro un grattacielo di New York. Il mio pensiero immediato fu che si trattasse una fiction. Qualche minuto dopo scoprivo che era una diretta dell’attentato alle torri gemelle. Sgomento e confusione di chi non è abituato alla guerra.

Ieri sera a casa a Londra, dove vivo ormai da trent’anni, mentre insieme a mia moglie guardo la quinta serie di Homeland, la celebre fiction sull’antiterrorismo della CIA, le immagini vengono interrotte dalla notizia dell’attentato a London Bridge. La triste realtà si sovrappone all’invenzione.

Lo sgomento di diciassette anni fa oggi si è trasformato in un sospiro. Ci siamo abituati a vivere pericolosamente. Guardo Maria, che preoccupata mi dice “Come si fa? Non possiamo più vivere qui “. Penso all’ufficio dove lei va ogni mattina. Trafalgar Square. Pieno centro.

Cerco di nasconderle la mia paura. Londra la città che mi ha adottato trent’anni fa e che ha tradito la mia fiducia con Brexit, oggi sembra volermi dire: Vattene, non c’è più niente che io possa offrirti, nemmeno quel briciolo di sicurezza che ti aspettavi.

Vorrei darle un’altra chance. Vorrei darle tempo. Vorrei poter fare qualcosa. Oggi con Maria siamo usciti. Cercheremo di sorriderle ancora.

by  Marco Gambino

11th September 2001, 9 am. I am in a hotel in Cuba and the Tv is on. In front of me the images of a plane hitting a skyscraper in New York. My immediate thought is : another one of those incredible American Tv movies. A few minutes later I find out that what I am watching is in fact in a live reportage from New York. Dismay and confusion.

I am not someone who’s used to wars Last night I am at home in London. I have been living in this city for almost thirty years. With my wife we are watching the fifth series of Homeland, the famous Tv series on CIA’s antiterrorism. We are interrupted by the news of the London Bridge attack. Sad reality overlapping fiction. The dismay of 17 years ago has now become a deep sigh. We are learning how to live dangerously.

I look into Maria’s eyes . She is worried. She says : What shall we do ? We can’t leave here any more. I try to calm her down whilst inside me I think of the office where she goes every morning. Trafalgar Square, right in the center of town. I try to conceal my fear. London adopted me thirty years ago.

The same city that betrayed me with Brexit, today is telling me : I think it’s time for you to leave, I have nothing more to offer you, not even that little bit of security you were expecting from me. I want to give this city another chance. I want to give this city a little bit more time. I wish I could do something right now. This morning like every Sunday I will go out with Maria and try to give London a big smile.

(Gaetano Perricone). Aggiungo due parole per dire che Marco Gambino, per chi non lo conosce, è un bravissimo e affermato attore palermitano, con un curriculum estremamente significativo, che come lui scrive vive da più di trent’anni a Londra. Artista di razza  con un notevole talento naturale e una enorme passione coltivata da bambino, è mio cugino di primo grado, siamo figli di sorelle. Siamo cresciuti insieme e la sua progressiva affermazione a livello internazionale mi ha fatto un immenso piacere. Subito dopo l’attentato di Londra di ieri sera ci ha informato via facebook che stava bene; gli è capitato purtroppo di doverlo fare altre volte, in occasione di altri drammatici eventi londinesi. Marco ha già scritto per Il Vulcanico, in occasione della sua recente interpretazione a Palermo di “Pio La Torre, Orgoglio di Sicilia”. Oggi gli ho chiesto se aveva voglia di fare una riflessione “dal di dentro” su quanto accaduto e lui ci ha regalato questa bellissima, accorata testimonianza, che per la prima volta sul Vulcanico pubblichiamo anche in lingua inglese.

 

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