di Gaetano Perricone
Quando un comunicato stampa è scritto bene ed è completo, basta e avanza per presentare un libro, una mostra, uno spettacolo, un evento. Così è per il libro 1970 – Romanzo di un anno irripetibile (Urbone Publishing, pagine 150, 15 Euro), in beneaugurante uscita online pasquale domani, domenica 9 aprile 2023, su Amazon e sul sito della casa editrice www.urbone.eu.
E dunque potrei limitarmi a pubblicare integralmente l’ottimo comunicato che segue, certo di fare un buon servizio a questo bel libro che vede la luce e a chi lo ha scritto. Tutto questo se non fosse che l’autore si chiama Adolfo Fantaccini, è un bravissimo giornalista palermitano, ottimo professionista dell’agenzia Ansa e formidabile lavoratore, squisitissima persona, che ho avuto il grande piacere di conoscere giovanissimo e di “allevarlo” professionalmente in quella grande scuola del nostro mestiere e più in generale di vita che fu il glorioso giornale L’Ora, quotidiano palermitano chiuso in modo scellerato l’8 maggio 1992 dopo 92 anni di vita e di grandi battaglie contro la mafia e per la legalità.
Fantaccini è soprattutto un mio carissimo, fraterno amico: una di quelle amicizie profonde che nascono dalla stima maturata nella lunga quotidianità di un appassionante lavoro comune e che restano eterne, infrangibili per tutta la vita. Dunque non posso che condividere la sua gioia per la nascita del primo “figlio” – come lo abbiamo considerato tutti quelli che abbiamo avuto la fortuna di pubblicare per la prima volta un libro – , che ha francamente sorpreso in positivo anche me (inevitabilmente e con enorme piacere “test” di lettura) per il suo essere coinvolgente al di là dei fatti, importanti ed emozionanti, che vengono raccontati e per la sua profondità. Puntualizzo: conosco troppo bene Adolfo e so perfettamente quanto la superficialità sia lontanissima dalla sua persona, quello che intendo dire è che in questo suo primo e spero non ultimo libro insieme alla minuziosa, documentatissima narrazione – da quel formidabile archivio vivente di calcio che lui è fin da ragazzo – nei panni di un inviato speciale dei mitici Mondiali di Mexico 1970 e dei tanti altri eventi che accaddero in quel tempo, c’è anche la grande capacità di cogliere e trasmettere, con una serie di attente e acute riflessioni nostalgico-sociologiche, gli umori autentici e il senso di un anno che per molti versi fu davvero spartiacque, di passaggio tra un mondo di prima e uno di dopo, dunque irripetibile come ben sottolinea il titolo.
Non vado oltre per non spoilerare troppo. Lascio spazio per la sinossi e le note biografiche sull’autore al comunicato di presentazione, aggiungo soltanto che questo libro è una chicca da non perdere per gli appassionati di calcio della mia generazione che hanno vissuto sugli schermi della Tv il Mondiale di calcio del 1970, quelli di Italia-Germania 4-3 e della finalissima con il super Brasile di Pelè – avevo 14 anni e fu bellissimo seguirli con il mio papà – , ma anche per i più giovani che hanno visto e stravisto quelle immagini senza vivere quei momenti e per i non tifosi di pallone, che pure avranno modo di rivivere intensamente tanti altri fatti straordinari di quei dodici mesi. E aggiungo ovviamente anche il mio più affettuoso augurio per il successo di quest’opera originale e interessante: ad maiora, carissimo Adolfo, per tutto quello che meriti dopo tanti anni di lavoro intensissimo, appassionato, egregio!
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SINOSSI – Esce domenica 9 aprile il libro 1970 ROMANZO DI UN ANNO IRRIPETIBILE, del giornalista Adolfo Fantaccini (Urbone Publishing – copertina realizzata da Emanuele Fucecchi) con la prefazione di Giovanni Scaramuzzino, storico radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto. Alcune sue parole: “Maledetto Covid. Ci ha cambiato la vita, ma ha anche schiuso orizzonti e percorsi diversi. È un bel viaggio, quello intrapreso da Adolfo Fantaccini, e lo stesso autore lo riassume così: ‘Il 1970 è stato un anno di grandi cambiamenti e di occasioni mancate. Cinquant’anni più tardi si sarebbe detto che in quel periodo era già successo tutto e che niente poteva più accadere’.
Le storie, i racconti e i ricordi, in grado di generare emozioni, di un giornalista che lavora per un quotidiano generalista e che al Mondiale del 1970 c’era, perché ce lo hanno mandato. I ricordi prendono corpo intrecciandosi intorno a un pallone, tra eventi di costume, fatti realmente accaduti e altri frutto della fantasia dell’autore, ricordi e aneddoti.
L’autore lo presenta, per la prima volta dal vivo, mercoledì 19 aprile all’Ambasciata Messicana d’Italia di Roma (ore 18,30 – Via Lazzaro Spallanzani 16 – per info e prenotazione posti: 06 441606 o [email protected]). Io ci sarò, non posso mancare. All’incontro parteciperanno anche l’Ambasciatore Messicano in Italia Carlos Garcia De Alba e i giornalisti Giovanni Scaramuzzino e Luca Telese, che dialogheranno con Adolfo Fantaccini del libro e dei suoi contenuti, ma anche dei ricordi e degli aneddoti che l’hanno spinto a scriverlo. “Il Mondiale messicano è stata una magica illusione, per quell’epoca rappresentò un salto nel futuro, ma soprattutto una struggente suggestione planetaria. Il calcio ingiallito e in bianco e nero si preparava a fare spazio a colori invitanti, sgargianti e ovattati, a giochi d’ombra mai visti, con quel sole che a mezzogiorno illumina i volti e li rende così pieni di ombre dal sapore onirico. Le immagini che sarebbero rimbalzate in ogni dove dagli altipiani tanto cari a Montezuma avrebbero avuto qualcosa di magico e innaturale. Mondiale di rivoluzioni, nel Paese delle rivoluzioni, nell’anno in cui la grande utopia cominciava a fare spazio alla consapevolezza” commenta l’autore. Prima presentazione siciliana l’1 giugno a Palermo, alla Biblioteca Centrale Regionale.
Quello del 1970 è stato un Mondiale di rivoluzioni, nel Paese delle rivoluzioni, nell’anno in cui la grande utopia cominciava a fare spazio alla consapevolezza. Il Messico si apprestava a celebrare il festival dello sport più bello del mondo, ma anche l’ultima rappresentazione del suo capo spirituale: Edson Arantes do Nascimento, che il mondo aveva conosciuto semplicemente e solo come Pelé. Il Messico si inchina al Dio pallone e il mondo, così pieno di sussulti di passione, è pronto a seguire il primo torneo in diretta televisiva via satellite. Già questa è una rivoluzione. Da questo momento il calcio non sarà più lo stesso e la tv non sarà solo un elettrodomestico costoso e ambito, ma una compagna di viaggio di tante vite.
Il 1970 è forse l’ultima, vera illusione, un bivio che porterà, oltre a una débacle pubblica, a una deriva di valori che fa da spartiacque. È il prologo dell’inizio della fine della grande illusione. Questo libro vuole raccontare tutto quello che si proietta sullo sfondo del “MONDIALE”. Non solo gol e passioni, illusioni e ambizioni, ma anche storia, cultura, musica, cinema e costume. “Non troppe pagine, solo la giusta dose di memoria per riportare alla luce i ricordi di un passato intramontabile – conclude Adolfo Fantaccini – Ci sono le musiche del tempo, i fatti accaduti, i protagonisti di ogni scenario, i grandi cambiamenti e tutto quello che accadde nel 1970. Non solo calcio, o sport, dunque, ma emozioni”.
Lo spiega bene l’Ansa, che scrive tra l’altro nella nota di presentazione del volume: “Il Messico da competizione sportiva si fa categoria e diventa uno stato mentale, partendo dalle fluttuazioni del meteo (quello vero di grandi escursioni termiche), passando per le vicende calcistiche, per le tecniche e i tempi (vivi e morti) del lavoro dell’inviato, per le giornate in attesa degli eventi, per i viaggi all’inseguimento delle partite, per lo studio delle squadre, dei caratteri, delle storie dei calciatori e anche per la musica perché quando c’è poco da scrivere, in attesa che il pallone rotoli in campo, i giornalisti lavorano lo stesso e possono avere – ed è il caso dell’autore – come compagna di viaggio la musica. Nel 1970 erano i Beatles, sebbene già sciolti come gruppo con “Lennon e Paul McCartney ai ferri corti e una Yoko Ono di troppo”. In quell’anno si ascoltava la musica che ha segnato i decenni successivi ed è anche il periodo dei grandi eventi da Woodstock del 1969, alle tre edizioni dell’Isola di White, l’ultima delle quali proprio nel 1970 e poi come un coniglio che spunta da un cilindro, un evento italiano “anomalo”: il “Palermo pop”, una tre giorni in cui si esibirono Aretha Franklin, il ‘duca’ Duke Ellington, Kenny Clarke, Tony Scott, Johnny Hallyday. Una rivoluzione, come il Messico, come i Beatles, come il 1970″.
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L’AUTORE
Con un passato da calciatore dilettante, Adolfo Fantaccini da giornalista ha mosso i primi passi nella storica redazione del giornale L’Ora di Palermo, a metà degli anni ’80: prima come collaboratore, poi come praticante e successivamente come professionista. Per conto della gloriosa testata fondata dai Florio all’inizio del secolo scorso ha raccontato i maggiori avvenimenti sportivi che si sono svolti a Palermo, a cominciare dai Mondiali di calcio del ’90 e per finire alle altalenanti vicende della squadra di calcio del Palermo. Ha prestato la propria opera nell’ufficio stampa dei Mondiali di ciclismo, che si disputarono in Sicilia nel 1994; a lungo è stato corrispondente sportivo de il Giornale di Milano e di Tuttosport. Per un anno, il primo di Zamparini alla guida del club rosanero, ha assunto l’incarico di addetto stampa del Palermo Calcio. Attualmente lavora nell’Agenzia ANSA. Ha seguito i maggiori eventi sportivi: dai Mondiali all’Europeo di calcio, ma anche svariate edizioni del Giro d’Italia, del Tour de France e dei Mondiali di ciclismo, ma anche l’America’s Cup di vela.
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